L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • No signora Dureghello, non siamo antisemiti

  • Le lacrime di coccodrillo di Emanuele Fiano. Una risposta ragionata

  • Vita politica internazionale – Quarantacinquesimo numero

  • Oltre le armi: la NATO e la battaglia per menti e coscienze

  • Il mondo si sta fascistizzando — il capitale stringe i bulloni

  • Dichiarazione del Consiglio Mondiale della Pace (WPC) riguardo al “Piano di pace statunitense” per la Palestina

  • Il piano di Trump per Gaza e il business della morte

  • Legge di bilancio 2026: economia di guerra e regali ai padroni

  • Vita politica internazionale – Quarantaquattresimo numero

  • Il diritto all’aborto, oltre i falsi dilemmi della società borghese

VPI - Articoli
Home›VPI - Articoli›Le battaglie che dobbiamo combattere

Le battaglie che dobbiamo combattere

Di Redazione
16/02/2025
599
0
Condividi:

Da Orientacion – Organo del CC del PC Argentino
Link all’originale

È passato più di un mese dal primo anniversario dell’insediamento di Javier Milei e Victoria Villarruel e possiamo dire che questo periodo è trascorso con un’avanzata dei padroni raramente vista, con un grado di aggressività nei confronti della classe operaia e del popolo e dei loro spazi di organizzazione, con una retorica antipopolare, anticomunista, antinazionale e antioperaia che sta permeando la coscienza delle masse, come è stato apertamente proposto con la cosiddetta battaglia culturale.

Non significa un panorama di sconfitta, ma siamo di fronte a un panorama che, nell’immediato, non ha all’orizzonte una risposta forte da parte della nostra classe. Né significa che gli antagonismi di classe non si stiano approfondendo, perché le condizioni oggettive in cui viviamo continuano a peggiorare: la povertà, la disoccupazione, la mancanza di un futuro certo, la liquefazione dei salari, i consumi molto bassi, ecc.

Lenin ha affrontato la cosa quando ha scritto che per una situazione rivoluzionaria non basta che “chi sta in basso non voglia più vivere come prima, ma che chi sta in alto non possa più governare come prima”.

Lungi dal trovarci a breve termine in una situazione rivoluzionaria, è compito dei comunisti marciare verso questa situazione, e qui sta uno dei compiti, poiché la borghesia in Argentina potrà vivere come ora finché la coscienza delle masse sarà sopita, finché il fattore soggettivo non sarà conquistato dall’ideologia marxista-leninista; potrà vivere, reinventarsi e riciclarsi, come ha fatto negli ultimi secoli.

La battaglia culturale di Javier Milei va in questa direzione, creare le condizioni sociali per accettare il brutale adeguamento del Piano Motosega (o del Piano Frullatore), creare le condizioni soggettive nelle masse per accettare l’avanzata contro i diritti delle donne, dei Diritti Umani, della sinistra e soprattutto dei comunisti, gli unici che lottano giorno per giorno per togliere i privilegi ai padroni di questo mondo. Ci sono esempi evidenti che ciò che pochi anni fa era socialmente accettato oggi è stato distrutto, dal negare profondamente i 30.000 compagni detenuti e desaparecidos, al rivendicare l’ultima dittatura, al festeggiare quando centinaia e migliaia di lavoratori vengono licenziati. La macchina della propaganda libertaria prepara il terreno soggettivo per consolidare il piano dei monopoli, il piano di saccheggio, resa e repressione.

L’intero Piano Motosega non sarebbe stato possibile durante questo anno senza la macchina della propaganda, senza la creazione libertaria di una costante post-verità, con l’obiettivo di penetrare nelle coscienze e convincere i lavoratori che è necessario che subiscano l’aggiustamento, per riempire le tasche dei padroni, perché sono eroi e generano lavoro, e come ha detto Milei: tra 50 anni “saremo una potenza mondiale”. Con questo discorso, che sembra addirittura folle, oggi la coscienza dei lavoratori e del popolo viene divorata, ed è compito degli operai con coscienza di classe, degli operai che lottano, dei comunisti che si sacrificano, rompere la macchina della propaganda libertaria che opprime il nostro popolo e vuole portarlo alla sconfitta, al quietismo e alla smobilitazione.

Oltre alla macchina della propaganda libertaria, troviamo anche i meccanici alleati di questa grande macchina, i meccanici peronisti e radicali che oliano i macchinari, li aggiustano e gli permettono di funzionare, perché in fin dei conti rappresentano gli stessi interessi di classe. È per questo che la CGT[1] garantisce la governabilità a questo governo, perché la sua teoria della collaborazione di classe si oppone alla lotta dei lavoratori, ragion per cui il peronismo-progressismo ha boicottato qualsiasi tentativo di mobilitazione, come si è visto nella lotta studentesca, ed è per questo che le organizzazioni sociali peroniste durante tutto quest’anno non hanno messo piede nelle strade, mentre le mense dei poveri vengono chiuse per mano di Petovello e la povertà aumenta in tutto il Paese. Il Piano Motosega non si chiude senza collaboratori, e questi collaboratori sono gli stessi di sempre, i partiti del sistema: il PJ[2] e l’UCR[3] in tutte le sue varianti e scissioni.

La strada è lunga, è difficile, ma non impossibile, dobbiamo proporci come lavoratori, come parte del popolo cosciente, di contestare il fattore soggettivo, di conquistarlo per il campo dei rivoluzionari, di avanzare nelle lotte che dobbiamo scatenare, nei colpi che dobbiamo sferrare, per rompere il Piano Motosega, per rovesciare il piano dei monopoli e per aprire la strada alla conquista del potere e alla costruzione della società senza classi per cui lottiamo: il socialismo-comunismo.

Note

[1] CGT – Confederazione Generale del Lavoro della Repubblica Argentina, la principale centrale sindacale argentina, affiliata a livello internazionale alla Confederazione Sindacale Internazionale (ITUC). Nota del traduttore.

[2] PJ – Partito Giustizialista, il partito fondato nel 1947 da Juan Domingo Perón. Nota del traduttore.

[3] UCR – Unione Civica Radicale, il più antico partito politico argentino e storico rivale del PJ. Nota del traduttore.

Articolo precedente

Il turismo nella cornice del capitalismo: un’analisi ...

Articolo successivo

“No Other Land”: una testimonianza dei crimini ...

0
Condiviso
  • 0
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Redazione

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Dire la verità è rivoluzionario. Sull'informazione e la disinformazione nel mondo di oggi
    VPI - Articoli

    Dire la verità è rivoluzionario. Sull’informazione e la disinformazione nel mondo di oggi

    02/03/2025
    Di Redazione
  • Uomini forti, salari deboli
    VPI - Articoli

    Uomini forti, salari deboli

    14/09/2025
    Di Redazione
  • L’imperialismo turco e il “processo di pace”
    VPI - Articoli

    L’imperialismo turco e il “processo di pace”

    28/09/2025
    Di Redazione
  • Dichiarazione sulla Giornata Internazionale di Azione dei Sindacati per la Pace
    VPI - Articoli

    Dichiarazione sulla Giornata Internazionale di Azione dei Sindacati per la Pace

    31/08/2025
    Di Redazione
  • I sei de La Suiza: “Se si reprime qualcuno perché si ribella, si genererà una risposta unitaria”
    VPI - Articoli

    I sei de La Suiza: “Se si reprime qualcuno perché si ribella, si genererà una risposta unitaria”

    20/07/2025
    Di Redazione
  • Il maschilismo nella gioventù: la prima casamatta della reazione
    VPI - Articoli

    Il maschilismo nella gioventù: la prima casamatta della reazione

    20/07/2025
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Consiglio Europeo
    Capitale/lavoro

    Recovery Fund, riduzione delle sovvenzioni e aumento delle condizionalità

  • Rassegna operaia

    Covid, le vittime senza voce. I lavoratori fragili e il ricatto tra salute e lavoro

  • Covid 19 Fabbrica
    Notizie dal mondo

    Dichiarazione dell’Iniziativa del Partiti Comunisti e Operai d’Europa sulla nuova ondata della pandemia

Leggi anche…

viadotto genova

Autostrade e profitto: una tragedia annunciata

10/07/2020 | By Redazione
mascherina chirurgica

Mascherine Coronavirus e prezzo calmierato: il capitalismo non si cambia per decreto

14/05/2020 | By Roberto Ferraro

L’unità della sinistra negli anni ’90 e i problemi strategici dei comunisti oggi 2/2

07/04/2020 | By Luca Colamini
Insegnanti

La scuola e i bisogni dell’economia: i limiti dell’istruzione piegata alle imprese (2/2)

25/05/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.