L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • Vita politica internazionale – Trentatreesimo numero

  • Uno studio sul partito nazista come strumento dei capitalisti

  • 80 anni dalla Dichiarazione d’Indipendenza: per la libertà, l’autodeterminazione e il socialismo!

  • Disoccupazione: come il capitale rimane a galla durante le sue crisi sistemiche

  • Esistono imperialisti buoni e imperialisti cattivi?

  • Tutto in cambio di niente: la dialettica dell’attuale stato dell’imperialismo

  • Salute e sicurezza sul lavoro: una chimera nell’epoca del capitalismo avanzato

  • L’“Europa di pace” trascina un mondo sempre più armato verso la guerra

  • Violenza di genere: perché la lotta non si può fermare

  • ProtectEU: rafforzare i meccanismi repressivi per prepararsi alla guerra

VPI - Articoli
Home›VPI - Articoli›80 anni dalla Dichiarazione d’Indipendenza: per la libertà, l’autodeterminazione e il socialismo!

80 anni dalla Dichiarazione d’Indipendenza: per la libertà, l’autodeterminazione e il socialismo!

Di Redazione
11/05/2025
61
0
Condividi:

Dal Partito del Lavoro d’Austria (PdA)
27 aprile 2025
Link all’originale

 

Dichiarazione del Comitato Esecutivo del Partito del Lavoro d’Austria (PdA) in occasione dell’80º anniversario della Dichiarazione d’Indipendenza dalla Germania e della restaurazione della Repubblica d’Austria, Vienna, 27 aprile 2025.

Il 27 aprile 1945, nella Vienna già liberata il 13 aprile dall’Armata Rossa dell’Unione Sovietica, con la “Proclamazione dell’indipendenza dell’Austria” fu dichiarata nulla l’annessione dell’Austria alla Germania avvenuta nel marzo del 1938. Il documento, firmato dai rappresentanti dei due partiti antifascisti SPÖ e KPÖ, nonché del partito almeno antinazista ÖVP, ristabiliva anche la democratica Repubblica d’Austria sulla base della Costituzione del 1920, istituendo così la Seconda Repubblica.

Poco più di sette anni dopo l’occupazione militare e l’annessione politica, questo atto pose fine al dominio straniero tedesco in Austria, sebbene in alcune parti del Paese le unità della Wehrmacht tedesca continuarono a combattere fino all’8 maggio, e i governatori fascisti mantenevano il potere nei rispettivi territori. Con la capitolazione tedesca dell’8/9 maggio 1945, l’Austria intera fu liberata e posta sotto il controllo delle truppe della coalizione anti-hitleriana composta da URSS, Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia.

Il fatto che l’Austria sia stata restaurata come Stato indipendente nel 1945 non era affatto scontato. Ciò si deve principalmente all’azione delle comuniste e dei comunisti austriaci, nonché dell’URSS, che permisero di superare — sul piano teorico, ideologico, politico e pratico — l’erronea idea pangermanista riguardo all’Austria e alla sua popolazione. Infatti, la socialdemocrazia austriaca e le organizzazioni che hanno preceduto l’ÖVP (il Partito Cristiano-Sociale e il Fronte Patriottico austrofascista) avevano respinto fin dal 1918, e fino ai primi anni della Seconda Guerra Mondiale, l’idea di una nazione austriaca indipendente dalla nazione tedesca. Definivano gli austriaci come tedeschi, favorendo così l’idea dell’“Anschluss” (annessione, NdT), che il fascismo hitleriano riprese e sfruttò abilmente a fini propagandistici.

Solo l’allora Partito Comunista d’Austria, sezione dell’Internazionale Comunista, si oppose già durante il periodo tra le due guerre e prima dell’annessione tedesca all’atteggiamento antinazionale delle altre forze politiche, le quali si rivelarono i veri traditori della patria, privi di radici. Le comuniste e i comunisti elaborarono la teoria della nazione austriaca come una comunità stabile, storicamente sviluppata, fondata sulla comunanza della lingua, del territorio, della vita economica e di una specifica identità culturale espressa attraverso una cultura comune. Sotto questi aspetti, gli austriaci si distinguevano dai tedeschi riuniti in uno Stato dal 1871, sebbene, ovviamente, vi fossero e vi siano delle sovrapposizioni. Gli anni cruciali — 1806 (fine del Sacro Romano Impero della Nazione Germanica), 1848 (fallimento della rivoluzione pan-tedesca), 1866 (guerra austro-prussiana), 1867 (creazione dell’Impero Austro-Ungarico), 1871 (fondazione dell’Impero tedesco) e infine 1918 (nascita di una repubblica tedesca e di una austriaca) — avevano prodotto fatti politici basati su condizioni economiche, politiche, sociali e culturali che a loro volta promossero sviluppi distinti. Nel 1938, tranne che per il criterio, di per sé insufficiente, della lingua comune, non esistevano più basi per l’assimilazione degli austriaci in un popolo “grande-tedesco”.

È per questo motivo che le comuniste e i comunisti austriaci (e il Partito Comunista di Germania si unì a questa visione) respinsero nel 1938 l’Anschluss non solo come estensione della dittatura fascista hitleriana, ma anche — benché molti austriaci collaborassero con il fascismo tedesco e fossero coinvolti nei suoi crimini — come un’occupazione e un dominio straniero da parte della Germania, una forma di oppressione nazionale e culturale, di sfruttamento economico e sociale. Un’idea che non era condivisa allora dalla socialdemocrazia: pur opponendosi al fascismo hitleriano, essa considerava la presunta “riunificazione dei tedeschi” come un progresso storico, da mantenere anche dopo la fine della dittatura fascista. I comunisti e le comuniste furono così l’unica forza politica che, dal 1938 al 1945, condusse consapevolmente non solo una lotta antifascista, ma anche una lotta per la liberazione nazionale. Ed è proprio in buona parte grazie a questa posizione che l’Austria poté dare il proprio contributo alla propria liberazione, come richiesto dalla Dichiarazione di Mosca del 1943 da parte della coalizione anti-hitleriana.

A causa della forza normativa dei fatti compiuti, SPÖ e ÖVP furono infine costrette ad abbandonare le loro posizioni nazionaliste tedesche: nell’aprile e maggio del 1945 si presentarono improvvisamente come patrioti austriaci, come se lo fossero sempre stati. Naturalmente, furono anche gli orrori del terrore fascista e della guerra a curare molti austriaci pangermanisti dai loro sogni febbrili di una Grande Germania. Oggi soltanto una piccola minoranza, sebbene spesso rumorosa, non ha ancora abbandonato l’idea nazionalista tedesca e continua a rifiutare la nazione austriaca. Tuttavia, questa posizione non trova più alcun riscontro tra la popolazione austriaca. L’esistenza di una nazione austriaca indipendente, sviluppatasi autonomamente e in modo distinto dalla nazione tedesca, è oggi ampiamente riconosciuta. La rinascita di uno Stato austriaco indipendente, il riconoscimento della nazione austriaca come entità autonoma e l’adesione indiscussa degli austriaci a questa identità nazionale sono, in sostanza, il risultato dell’azione teorica e pratica dei comunisti e delle comuniste austriaci.

Il Partito del Lavoro si è posto il compito di preservare l’eredità della lotta antifascista e per la libertà nazionale, di difendere l’indipendenza dell’Austria e la sovranità del popolo austriaco. A ciò appartiene anche il rispetto della verità storica, la resistenza contro le menzogne e le falsificazioni della stessa, nonché l’impegno teorico e pratico per la libertà, la pace e l’autodeterminazione.

In questo senso vi sono diversi compiti da affrontare: la promozione di una coscienza austriaca nella popolazione, che assuma e sviluppi in modo progressista identità, tradizione e storia – tra cui figurano non da ultimo la multietnicità e il multilinguismo –, ma che tenga anche conto della recente e dinamica evoluzione demografica, risultando così capace di accogliere e valorizzare positivamente nuove sfaccettature, come quelle che, ad esempio attraverso l’immigrazione, contribuiscono all’identità austriaca; la promozione di una coscienza antifascista e democratica; la promozione di una coscienza antimilitarista e orientata alla pace; la promozione di una coscienza tanto patriottica quanto internazionalista.

In questo senso, il PdA si batte per la difesa della neutralità austriaca e si oppone alla militarizzazione, al riarmo e all’avvicinamento alla NATO, così come alla partecipazione dell’esercito federale austriaco a operazioni imperialiste. Il PdA combatte incondizionatamente fascismo, nazionalismo, razzismo, antisemitismo e xenofobia. Difende l’autodeterminazione austriaca contro il dominio delle grandi potenze imperialiste, in particolare della Germania e degli USA, e contro l’esautoramento del popolo austriaco da parte delle istituzioni dell’UE. Nondimeno, il nostro principale nemico si trova nel nostro stesso paese e si chiama capitalismo e imperialismo austriaco.

Infatti, la nazione austriaca è attualmente organizzata come una società di classe capitalista, in cui una piccola minoranza opprime e sfrutta le masse popolari, sebbene “solo” con i mezzi della democrazia borghese e del “libero mercato”. Il vero patriottismo progressista significa quindi strappare il nostro paese dalle grinfie del grande capitale austriaco e straniero e creare una vera democrazia dei lavoratori. Libertà significa superare la società di classe e intraprendere un cammino in Austria verso una società socialista, senza imperialismo, fascismo e guerra, senza sfruttamento né oppressione. La scelta autonoma di questo percorso di sviluppo rappresenta la vera indipendenza e autodeterminazione.

Articolo precedente

Salute e sicurezza sul lavoro: una chimera ...

Articolo successivo

Vita politica internazionale – Trentatreesimo numero

0
Condiviso
  • 0
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Redazione

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • No alle guerre degli imperialisti! Sì alle lotte popolari!
    VPI - Articoli

    No alle guerre degli imperialisti! Sì alle lotte popolari!

    13/04/2025
    Di Redazione
  • Sulla resistenza comunista nel campo di concentramento di Buchenwald 1937-1945
    VPI - Articoli

    Sulla resistenza comunista nel campo di concentramento di Buchenwald 1937-1945

    27/04/2025
    Di Redazione
  • “Tradwives” & “soft girls”: false “scelte” per “legittimare” la disuguaglianza delle donne
    VPI - Articoli

    “Tradwives” & “soft girls”: false “scelte” per “legittimare” la disuguaglianza delle donne

    02/03/2025
    Di Redazione
  • Uno studio sul partito nazista come strumento dei capitalisti
    VPI - Articoli

    Uno studio sul partito nazista come strumento dei capitalisti

    11/05/2025
    Di Redazione
  • Disoccupazione: come il capitale rimane a galla durante le sue crisi sistemiche
    VPI - Articoli

    Disoccupazione: come il capitale rimane a galla durante le sue crisi sistemiche

    11/05/2025
    Di Redazione
  • Dire la verità è rivoluzionario. Sull'informazione e la disinformazione nel mondo di oggi
    VPI - Articoli

    Dire la verità è rivoluzionario. Sull’informazione e la disinformazione nel mondo di oggi

    02/03/2025
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Mondo Convenienza
    Rassegna operaia

    Mondo Convenienza, il prezzo imbattibile dello sfruttamento

  • Nato Mission Iraq NMI
    Notizie dal mondo

    L’imperialismo italiano rafforza la sua presenza in Iraq

  • Politica

    In Parlamento tutti uniti per l’immunità delle imprese

Leggi anche…

Nessun articolo.

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.