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Vita politica internazionale
Home›Vita politica internazionale›Vita politica internazionale – tredicesimo numero

Vita politica internazionale – tredicesimo numero

Di Redazione
10/10/2021
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Questo numero della rassegna dedicata al movimento comunista internazionale si apre con la situazione in Venezuela relativa agli attacchi anticomunisti contro il PCV che ha ricevuto il sostegno e la solidarietà internazionalista con una dichiarazione congiunta dei partiti comunisti del mondo. Spazio poi ai comunicati del KKE e della KNE che denunciano l’escalation delle aggressioni fasciste in Grecia e del Rot Front sulle elezioni parlamentari in Russia. Infine, due dichiarazioni del PC del Messico sulla repressione contro i migranti in centroamerica e sugli sviluppi in Afghanistan e un articolo del PC dei Lavoratori di Spagna (PCTE) sulla relazione tra la “transizione ecologica” e la “ristrutturazione capitalistica”.

  • Dichiarazione congiunta: solidarietà ai lavoratori e al Partito Comunista del Venezuela (PCV)
    Diverse decine di partiti comunisti e operai del mondo hanno sottoscritto una dichiarazione congiunta in solidarietà con i lavoratori e il Partito Comunista del Venezuela (PCV) contro l’attacco ai suoi diritti politici ed elettorali. La dichiarazione evidenzia come «il dialogo tra il governo di Nicolás Maduro e le forze dell’opposizione reazionaria, che fino a poco tempo fa cercavano di rovesciarlo attraverso un colpo di stato e un intervento imperialista, non ha l’obiettivo di garantire gli interessi del popolo. Questo dialogo, da un lato genera risultati diretti a favore degli interessi dell’opposizione reazionaria e dei gruppi imprenditoriali; dall’altro, accelera la perdita dei diritti lavorativi, sindacali e politici dei lavoratori e delle organizzazioni rivoluzionarie». I partiti comunisti e operai denunciano la criminalizzazione delle lotte operaie, la censura mediatica, la diffamazione e gli attacchi contro il PCV e i suoi candidati alle elezioni locali da parte del governo e delle autorità statali.
  • Il PCV denuncia l’infamia anticomunista nell’Assemblea Nazionale
    L’Ufficio Politico del Partito Comunista del Venezuela (PCV) ha denunciato un nuovo episodio dell’escalation anticomunista in Venezuela da parte del PSUV e il governo di Maduro. Nella sessione plenaria dell’Assemblea Nazionale del 14 settembre è stato censurato dalla diretta televisiva l’intervento del SG del PCV, Oscar Figuera, contro il patto borghese tra il governo e l’opposizione di destra. A seguito, un deputato del PSUV ha attaccato e diffamato il SG del PCV definendolo come “un delfino della CIA” e un “tirapiedi del Dipartimento di Stato”. Il PCV nel denunciare lo sviluppo di una «macchinazione anticomunista che mira a promuovere un odio irrazionale contro i comunisti venezuelani» sottolinea che «la diffamazione anticomunista, preceduta dalla solita censura mediatica, mostra la pericolosa tendenza autoritaria, antidemocratica e antipopolare che si sta consolidando nella pratica politica di coloro che sono al potere, nella misura in cui – manipolando con una raffinata retorica pseudo-rivoluzionaria – si compromettono con gli interessi dell’alta borghesia, dell’imperialismo e delle élite dei nuovi ricchi che sono emersi sotto la protezione dell’amministrazione irregolare e incontrollata del denaro pubblico. […] Con accuse oltraggiose, minacce, ricatti e pratiche di criminalizzazione contro i rivoluzionari e le rivoluzionarie, così come contro i dirigenti operai e contadini, le cupole del governo e della destra dell’opposizione difendono il patto tra le due principali fazioni borghesi del Venezuela, la frazione associata ai monopoli statunitensi e la frazione della cosiddetta “borghesia rivoluzionaria”, cioè la borghesia parassitaria legata all’attuale governo, che è responsabile della liquidazione di ogni traccia del processo progressivo bolivariano iniziato dal presidente Chávez».
  • Il KKE e la KNE sulle aggressioni fasciste
    Nelle ultime settimane una escalation di aggressioni fasciste è in corso in Grecia, in particolare a Salonicco. Dal 27 settembre al 3 ottobre si sono susseguiti diversi attacchi armati fascisti contro studenti e membri del KKE e della KNE con il ferimento di quattro loro militanti. La mobilitazione degli studenti e della KNE è stata immediata per cacciare via dalle scuole i fascisti e isolarli in ogni quartiere, scuola e posto di lavoro. La KNE nel denunciare la complicità delle autorità statali, governative e scolastiche, evidenzia che questi attacchi avvengono non a caso dove c’è un rafforzamento delle lotte militanti di classe degli studenti e dei giovani e sottolinea la necessità di continuare e di rafforzare la lotta contro i fascisti e il sistema che li genera, consapevoli che esso non viene sconfitto dai verdetti dei tribunali (con riferimento alla sentenza riguardante Alba Dorata). A sua volta, il Partito Comunista di Grecia (KKE) afferma che il vile attacco fascista contro membri del partito segue «i recenti attacchi fascisti a Salonicco e in altre regioni e costituisce un attacco generale contro il popolo e i giovani che non rimarrà senza risposta da parte del movimento operaio-popolare. L’azione popolare di massa isolerà e schiaccerà gli elementi criminali fascisti. Un anno dopo la condanna della criminale Alba Dorata, si dimostra che il fascismo è e rimane un’arma importante e versatile del sistema che non esita a utilizzare contro il movimento e i comunisti che sono in prima linea nell’organizzazione e nel rafforzamento della lotta popolare».
  • Sulle elezioni parlamentari in Russia
    Rapporto internazionale del Rot Front sulle elezioni parlamentari tenute in Russia lo scorso 17-19 settembre, contraddistinte dai brogli a vantaggio del partito di governo “Russia Unita” di Putin denunciati dalle formazioni comuniste (leggi qui anche il comunicato del Partito Comunista della Federazione Russa). Il Rot Front valuta le elezioni parlamentari «come una falsificazione che non ha nulla a che fare con la volontà del popolo», denunciando le condizioni diseguali e le macchinazioni delle autorità borghesi per truccare il voto, valutando al contempo come tutti i partiti parlamentari siano controllati dal governo. In merito all’aumento della repressione anche nei confronti del PCFR, il Rot Front afferma che «sono un nuovo passo nella trasformazione del sistema politico della Russia verso una dittatura aperta del capitale, in cui la necessità di una “opposizione” parlamentare scomparirà gradualmente».
  • Dichiarazione del PCM di ripudio della politica di aggressione contro i migranti
    Il Partito Comunista del Messico (PCM) ripudia la politica di aggressione contro i migranti nel quadro degli accordi tra il governo di sinistra messicano di Obrador e l’amministrazione USA di Trump prima e Biden dopo. Il PCM dichiara «che la politica migratoria di López Obrador è antioperaia e antipopolare; è un attacco alle famiglie proletarie dei diversi paesi dell’America Centrale e dei Caraibi, costrette a fuggire dalle condizioni generate nei loro paesi dal capitalismo e che, quindi, migrano alla ricerca di migliori condizioni di vita». Il PCM denuncia la demagogia del governo evidenziando gli interessi del capitale monopolistico nella politica imperialista che si impone alle migrazioni. Il PCM «esprime la più risoluta solidarietà a tutti i migranti che sono nostri fratelli e sorelle di classe. Chiediamo a tutti coloro che sono insoddisfatti della situazione di miseria e di guerra nel nostro paese, della triste situazione imposta ai migranti, di essere solidali con questi fratelli e sorelle di classe che sono stati impoveriti dagli imperialisti in Messico e nel mondo. La lotta non deve essere tra lavoratori sulla base dell’etnia o dell’origine nazionale; la lotta deve essere contro tutti gli imperialisti e prima di tutto contro la borghesia del Messico. Il PCM sottolinea che la lotta per l’adeguata soddisfazione dei bisogni contemporanei di tutta la classe operaia e dei settori popolari è legata alla lotta anticapitalista e antimonopolistica; solo la lotta rivoluzionaria per il socialismo-comunismo sarà proficua per le maggiori aspirazioni di una vita migliore. Messico, Caraibi e America Centrale, la classe operaia è internazionale!».
  • PCRF: Rafforzare il movimento operaio
    Il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) analizza gli sviluppi della lotta di classe in Francia tra la gestione capitalista e autoritaria della pandemia e le proteste contro il pass sanitario, e le prossime elezioni presidenziali. Il PCRF sottolinea la necessità di rafforzare il movimento operaio sviluppando le lotte per le sue rivendicazioni di classe: «questo autunno, segnato dall’inizio della campagna presidenziale, deve essere soprattutto un autunno di lotta per i lavoratori. Questa lotta deve essere economica e sindacale, per la difesa e la conquista dei diritti sociali. Ma deve essere più che mai politica, perché il proletariato ha ancora più bisogno di avere il suo partito, capace di organizzarlo per affrontare apertamente il capitale, per un vero cambiamento della società verso il socialismo-comunismo».
  • Capitalismo verde: un nuovo incremento dello sfruttamento
    Articolo di Raul Martinez dell’Ufficio Politico del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE), che analizza la relazione esistente tra le cosiddette politiche “verdi” o di “transizione ecologica” e i processi di ristrutturazione capitalistica che si riflettono anche negli strumenti di finanziamento dell’Unione Europea e i relativi piani nazionali.
  • Dichiarazione del PCM sugli ultimi sviluppi in Afghanistan
    In merito agli ultimi sviluppi in Afghanistan, il CC del Partito Comunista Messico (PCM) evidenzia che il ritorno dei talebani al potere e il ritiro delle forze occupanti è «il risultato di un patto segreto in cui si danno garanzie alla spoliazione imperialista, regolando le sfere di influenza tra centri rivali, e alla brutale oppressione. Bisogna notare i doppi standard dell’imperialismo statunitense e dei suoi alleati, che un paio di decenni fa etichettavano i talebani come terroristi e ora li etichettano come “partner strategici”; e questo vale sia per il blocco imperialista in ritirata che per i loro rivali cinesi, russi e pakistani, tra gli altri, tutti pronti ad avanzare i propri interessi. I centri si contendono le rotte di mercato, l’estrazione di minerali preziosi, le grandi riserve di litio, la produzione e il trasporto di derivati del papavero, ecc. Il governo talebano non è una forza antimperialista, al contrario, è una gestione che facilita la spoliazione attraverso il terrore aperto.» Il PCM evidenzia l’ipocrisia sulla regressione dei diritti delle lavoratrici sottolineando come essa sia frutto della controrivoluzione e della distruzione delle basi economiche socialiste in Afghanistan avvenuta con il sostegno militare e politico degli imperialisti e il loro intervento. Infine, esprime solidarietà «al popolo lavoratore afgano, alle forze rivoluzionarie e di classe, che prima o poi emergeranno per affrontare il regime reazionario dei talebani».
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