L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • La Conferenza Internazionale sulla Ricostruzione dell’Ucraina: il raduno degli avvoltoi a Roma

  • «L’arte può caricarci e farci vincere la nostra battaglia»: intervista a Dutch Nazari

  • «La musica come sincera passione per la liberazione della Palestina»: intervista a Tära

  • “L’attacco degli imprenditori”: intervista a Emiliano Gentili

  • Gli USA inaspriscono l’accerchiamento: la denuncia di Cuba

  • Vita politica internazionale – Trentasettesimo numero

  • Contributi marxisti alla questione ambientale

  • Il momento di Mamdani e la crisi della “sinistra”

  • La Spagna è la “locomotiva” d’Europa, ma ancora non te ne sei reso conto

  • L’ICE non deporta, produce dividendi: l’industria dell’internamento degli immigrati

Rassegna operaia
Home›Rassegna operaia›La lotta dei lavoratori con disabilità per delle tutele reali. La discriminazione sul lavoro, le pensioni dimezzate e il ricatto tra salute e reddito

La lotta dei lavoratori con disabilità per delle tutele reali. La discriminazione sul lavoro, le pensioni dimezzate e il ricatto tra salute e reddito

Di Domenico Cortese
17/05/2023
1253
0
Condividi:

Il mondo dei lavoratori con disabilità è, per ovvie ragioni, tra quelli che sta più subendo le conseguenze delle due ultime crisi in ordine di tempo del modo di produzione capitalista – quella legata all’emergenza pandemica e, oggi, quella coincidente col conflitto imperialista.

È noto che il lavoratore disabile viene valutato dall’ASL di riferimento che, con un’apposita commissione, certifica la parte di abilità residua del lavoratore stesso. Da quel momento, questo accede alle categorie protette secondo la legge 68, che prevede anche un carico obbligatorio, per le aziende, di lavoratori con disabilità.

Ciò non ha eliminato una serie di problemi importanti per questa categoria che si sono manifestati, come accennato, soprattutto negli ultimi tre anni. Ne elenchiamo alcuni, fatti presente dal gruppo di lotta “Invalidi e la capacità residua lavorativa” per mezzo di una dei suoi portavoce Silvia Gazzotti.

1) Le leggi che tutelano i lavoratori con disabilità e la capacità lavorativa ridotta pongono solo formalmente alla pari questi soggetti con i loro colleghi. Nella realtà dei fatti, raramente i datori di lavoro forniscono soluzioni e accomodamenti ragionevoli in funzione della disabilità dei dipendenti (come richiederebbe persino una direttiva europea specifica, la 2000/78), i quali si trovano a lavorare accompagnati da fatiche e disagi sconosciuti ai dipendenti normodotati e in un ambiente a volte ostile. Per molti imprenditori il lavoratore con disabilità resta soltanto un numero per “mettersi in regola”. L’Italia è, inoltre, un territorio addirittura svantaggiato rispetto agli altri paesi capitalisti per questa categoria di persone: in Svizzera, ad esempio, un lavoratore con disabilità al 70% viene accompagnato decorosamente fuori dal mondo del lavoro, essendo considerata una capacità lavorativa al 30% insufficiente per il mercato. Sosteniamo perciò la lotta di questi lavoratori affinché venga loro garantita una tipologia di occupazione pertinente alle loro esigenze e una tutela a 360 gradi da parte dello Stato.

2) Le persone deboli inviano spesso certificati di malattia per lunghi periodi ma i contributi maturati lungo queste giornate, come anche per i permessi secondo la legge 104 e le giornate di cura previste oltre questa, sono soltanto figurativi e non contributivi, penalizzanti per quanto riguarda il montante contributivo in vista dell’importo della pensione, e creano una grande disparità di trattamento tra il lavoratore normodotato ed il lavoratore con patologia, che si vede così discriminato sul piano pensionistico per la propria condizione. La voragine contributiva che molti di questi lavoratori si sono ritrovati come conseguenza dell’emergenza Covid, durante la quale molti di essi sono stati costretti, nei casi di impossibilità di lavorare in smart working, a scegliere l’assenza per malattia equiparata appositamente a ricovero ospedaliero (per la quale, inoltre, INPS pagava soltanto per sei mesi all’anno), proviene proprio da qui. È fondamentale, per questa categoria, che ogni qual volta si usufruisca di malattia equiparata a ricovero e ci si assenti per cause relative alla condizione specifica di disabilità i contributi non siano solo figurativi. Una delle rivendicazioni oggi portate avanti da parte dei lavoratori fragili e con disabilità è quella di essere trasferiti, per quanto riguarda le assenze per malattia, dalla gestione INPS alla gestione INAIL, considerata più adeguata a fornire un sostegno dignitoso per via della sua natura di ente assicurativo.

3) Uno strascico della crisi pandemica, per i lavoratori fragili (ad esempio, immunodepressi), consiste nel non poter ritornare in maniera sicura sul posto di lavoro, essendo state ormai ritirate le norme sulla sorveglianza sanitaria eccezionale, sulla possibilità di smart working e sulla malattia equiparata a ricovero ospedaliero (che non entrava nel computo del comporto). In questa situazione, molti lavoratori devono scegliere se rischiare la propria vita, se mettersi in aspettativa non retribuita (cosa che conviene all’azienda che mantiene così un lavoratore disabile nel computo del personale) o perdere il posto di lavoro. Una misura minima ma urgente sarebbe, da questo punto di vista, ripristinare almeno le norme del 2020.

La lotta dei lavoratori con disabilità e dei lavoratori fragili è una lotta che va sostenuta con la consapevolezza che soltanto l’unione delle lotte particolari portate avanti dalle diverse categorie di proletari può produrre la pressione sociale utile a strappare delle vittorie e la coscienza necessaria per marciare uniti verso gli obiettivi politici condivisi dall’intera classe lavoratrice.

TagdisabilitàSmart Workingtutela del lavoro
Articolo precedente

Rivendicare un lavoro stabile non è reato

Articolo successivo

“Questo mondo non mi renderà cattivo”: riflessioni ...

6
Condiviso
  • 6
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Domenico Cortese

Domenico Cortese, nato a Tropea nel 1987, dottore di ricerca in Filosofia e Storia. Gestisce il blog Il Capitale Asociale su FB e IG, è membro del comitato centrale del Fronte Comunista, in cui milita dalla sua fondazione. Collabora con L'Ordine Nuovo su argomenti di economia e attualità.

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Lavoratrice Smart Working
    Capitale/lavoro

    Smart working: sfruttamento e riduzione dei diritti

    19/04/2020
    Di Redazione
  • Ragazza Smart Working
    Capitale/lavoro

    Smart working: a chi conviene davvero?

    07/09/2020
    Di Redazione
  • Sciopero_26_marzo_2021_1
    Rassegna operaia

    Unire le lotte, il 26 marzo riders e logistica hanno incrociato le braccia

    30/03/2021
    Di Redazione
  • Rassegna operaia

    Tortona: la lotta dei lavoratori Arcaplanet e la risposta padronale

    24/11/2020
    Di Redazione
  • Rassegna operaia

    Lavoratori stagionali: gli eterni discriminati. Bonus in ritardo e zero certezze contrattuali (2/2)

    04/06/2020
    Di Redazione
  • Rassegna operaia

    La mobilità nel Meridione e la ristrutturazione aziendale delle linee su gomma sulla pelle dei lavoratori

    01/03/2022
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Magazzino
    Rassegna operaia

    La logistica futura

  • Dalla sintesi turco-islamica alla sintesi turco-islamica-curda...
Si tratta di vero e proprio OTTOMANISMO
    VPI - Articoli

    Turchia: la questione curda, la Siria e l’ottomanesimo. Interviste a Kemal Okuyan

  • La questione palestinese non riguarda solo la Palestina. Implicazioni mondiali del più grande genocidio del XXI secolo
    Notizie dal mondoPolitica

    La questione palestinese non riguarda solo la Palestina

Leggi anche…

Il secondo fronte del conflitto israelo-palestinese: la guerra dell'informazione

Il secondo fronte del conflitto israelo-palestinese: la guerra dell’informazione

22/10/2023 | By Lorenzo Vagni
Sulla guerra in Medio Oriente

Sulla guerra in Medio Oriente

09/09/2024 | By Redazione
Vita politica internazionale – Trentacinquesimo numero

Vita politica internazionale – Trentacinquesimo numero

08/06/2025 | By Redazione
La guerra contro l’Iran: menzogne e pretesti imperialisti

La guerra contro l’Iran: menzogne e pretesti imperialisti

29/06/2025 | By Giaime Ugliano

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.