L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • Finanziaria 2026: il nuovo regalo di Natale alle imprese

  • No signora Dureghello, non siamo antisemiti

  • Le lacrime di coccodrillo di Emanuele Fiano. Una risposta ragionata

  • Vita politica internazionale – Quarantacinquesimo numero

  • Oltre le armi: la NATO e la battaglia per menti e coscienze

  • Il mondo si sta fascistizzando — il capitale stringe i bulloni

  • Dichiarazione del Consiglio Mondiale della Pace (WPC) riguardo al “Piano di pace statunitense” per la Palestina

  • Il piano di Trump per Gaza e il business della morte

  • Legge di bilancio 2026: economia di guerra e regali ai padroni

  • Vita politica internazionale – Quarantaquattresimo numero

Capitale/lavoro
Home›Capitale/lavoro›Il lavoro: i diritti dei lavoratori e l’arbitrio del padrone

Il lavoro: i diritti dei lavoratori e l’arbitrio del padrone

Di Daniela Giannini
01/09/2020
2721
0
Condividi:

Il prossimo 7 settembre si terrà un incontro tra Confindustria e sindacati confederali in cui verrà trattato il tema dei contratti di lavoro. L’argomento è stato introdotto dalle dichiarazioni del leader della Confindustria Carlo Bonomi contenute in una lettera indirizzata ai presidenti del sistema Confindustria, intercettata dall’ANSA e resa nota in alcuni passaggi dai principali organi di informazione nazionale.

Nella stessa lettera il nostro esprime i suoi “desiderata”, sostenendo che i nuovi contratti di lavoro debbano essere “rivoluzionari rispetto al vecchio scambio di inizio ‘900 tra salari e orari”, esponendo anche una visione critica rispetto alle azioni messe in atto dal governo durante la pandemia e, infine, dichiarando che “protrarre ad oltranza la scelta del divieto di licenziamenti è un errore clamoroso”.

Premettendo che:

  • quelli attualmente in essere sono contratti frutto di una deregulation normativa che, a partire dagli anni ’90, per finire ai nostri giorni, ha letteralmente smantellato il sistema dei diritti dei lavoratori;

  • l’idea di svincolare lo stipendio dal criterio della paga oraria costituisce un precedente assai pericoloso, che non ha nulla di rivoluzionario, utile unicamente ad ingrossare ulteriormente le tasche dei padroni;

vorremmo procedere con ordine a una disamina delle riforme del diritto del lavoro che, con la complicità dei sindacati concertativi, hanno determinato nel tempo la progressiva perdita di certezze e di diritti della classe lavoratrice.

La legge 20 maggio 1970 n. 300, passata alla storia come Statuto dei Lavoratori, o legge Giugni, dal nome del giurista Luigi Giugni (senatore del PSI che nominato a capo della commissione nazionale istituita dall’allora Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale Giacomo Brodolini, che ne predispose la bozza della legge stessa), fu approvata dal centro sinistra, con l’astensione del Partito Comunista.

Il PCI, con la voce di Giancarlo Pajetta, ne sottolineava le lacune e in particolare i punti negativi, costituiti (leggendo alla lettera le sue dichiarazioni) dalla “esclusione delle garanzie alle aziende fino a 15 dipendenti, e la mancanza di norme per i licenziamenti collettivi di rappresaglia. Inoltre, l’assenza o l’insufficienza di sanzioni nei confronti dei padroni che violano la legge toglie al provvedimento quell’effetto psicologico di cui si è parlato”.

Questa legge, non nacque per gentile concessione di un “governo illuminato”, ma fu anche prodotto dei conflitti di classe culminati con le lotte studentesche e operaie del ’68 – ’69. In quegli anni le proteste operaie erano frequenti e determinate, da anni si richiedeva una legge quadro che riformulasse l’intera materia del lavoro. Le proteste operaie spesso scatenarono violente risposte da parte della polizia.

Ricordiamo l’eccidio di Avola (SR), avvenuto il 2 dicembre 1968, nel corso di una manifestazione a sostegno dei braccianti per il rinnovo del contratto, in cui la polizia sparò sui manifestanti e uccise due dimostranti. Fatti simili accaddero anche nella rivolta di Battipaglia, quando la SAIM (Società agricola industriale del Mezzogiorno) decise di chiudere gli storici tabacchificio e zuccherificio. In quell’occasione lo scontro con le forze di polizia terminò con 2 morti e 200 feriti tra i manifestanti.

Nonostante i suoi limiti, evidenziati giustamente all’epoca dal PCI, lo Statuto dei Lavoratori presenta importanti previsioni, come la libertà d’opinione (art. 1) e il divieto di controllo dell’attività lavorativa [sistemi di video sorveglianza ad es.(art. 2 )] e l’art. 18, abolito con il famigerato “job act” che disciplinava il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento illegittimo, ingiusto e discriminatorio.

Un primo attacco a questo impianto normativo arriverà con l’emanazione della legge 24 giugno 1997 n. 196, il cosiddetto “pacchetto Treu” dal nome del ministro del lavoro e della previdenza sociale del governo Prodi, con cui si introducono nuove categorie contrattuali, come il Contratto di Collaborazione Coordinata e Continuativa e il Contratto a Progetto.

La parcellizzazione dei contratti e la precarizzazione del lavoro che ne conseguiranno avranno effetto anche sulla progressiva perdita di coesione e capacità organizzativa dei lavoratori.

Al Pacchetto Treu fa seguito la legge 14 febbraio 2003 n. 30 o legge Biagi che istituisce ulteriori forme di contratto, introducendo quella del co.co.pro., della somministrazione del lavoro e il contratto di lavoro intermittente.

Con l’emanazione di questa ulteriore legge viene definitivamente sancito il principio della flessibilità in campo lavorativo, tutta a carico del lavoratore, che dovrà ulteriormente adattarsi alle esigenze del mercato del lavoro. Con l’introduzione delle nuove tipologie contrattuali, i lavoratori saranno sempre più isolati, rendendo onerosa la loro sindacalizzazione. Si pensi alle società di servizi, dove in un unico ambiente lavorano dipendenti appartenenti a società diverse, che applicano altrettante tipologie contrattuali differenti, a fronte di un identico prodotto lavorato.

Prende il nome del ministro del lavoro e delle politiche sociali, Elsa Fornero, la legge 28 giugno 2012 n. 92, che traghetterà definitivamente le pensioni verso il sistema contributivo, innalzando al contempo l’età pensionabile e abbattendo così il peso della voce pensioni sulla spesa pubblica.

L’ultima riforma in ordine di tempo del mondo del lavoro è però la legge 183/2014 (c.d. Job Act). Il Job Act interviene in diversi ambiti, interviene direttamente sull’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori eliminando la tutela reale in caso di licenziamento illegittimo e prevedendo unicamente l’obbligo per il datore di lavoro al pagamento di un’indennità compresa tra le 4 e le 24 mensilità.

Si arriva, dunque, ai nostri giorni, alle dichiarazioni di Bonomi. Dopo la parcellizzazione dei contratti e la progressiva perdita di potere contrattuale dei lavoratori, si vuole intervenire su tutta la classe lavoratrice, trasversalmente, legando lo stipendio alla presunta produttività dei singoli, favorendo al contempo il principio discriminatorio del “divide et impera”.

Premesso che, in un contesto capitalistico, anche la retribuzione oraria del lavoratore dipendente, calcolata in base all’unità di tempo lavorativo prestato a favore del datore di lavoro, non permette di evitare l’inasprirsi dello sfruttamento del lavoratore. La richiesta di slegare la retribuzione da questi canoni per ancorarla a sistemi di misurazione ascrivibili alle volontà padronali e alla produttività, significa trovarsi di fronte all’ennesimo tentativo di inasprire ritmi e carichi di lavoro, favorendo inoltre quei licenziamenti che sono stati momentaneamente bloccati.

TagcapitalismoConfindustriaimpreselavoratoriprecarisindacato
Articolo precedente

Sul concetto di “nazionale-popolare” nelle attuali forme ...

Articolo successivo

Colombia: la pace tradita, la “parapolitica” e ...

46
Condiviso
  • 46
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Daniela Giannini

Daniela Giannini, nata a Roma e laureata in Giurisprudenza all'Università "La Sapienza". Militante del Fronte Comunista dalla sua fondazione, è membro del comitato centrale del partito. Collabora con L'Ordine Nuovo su argomenti di politica e attualità.

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • viadotto genova
    Politica

    Autostrade e profitto: una tragedia annunciata

    10/07/2020
    Di Redazione
  • Calabria - SSUEM 118 - Nessuna indennità per gli autisti.
    Capitale/lavoro

    Calabria, le aziende sanitarie e lo smacco agli “eroi” del Covid: nessuna indennità per gli autisti del 118

    03/02/2021
    Di Redazione
  • Carrozziere
    Rassegna operaia

    Lavorare in carrozzeria: sfruttamento, rischi e “pianto greco”

    14/05/2020
    Di Redazione
  • sfratti usa washington
    Notizie dal mondo

    La “crisi degli sfratti” : un’altra arma in mano ai padroni

    05/08/2020
    Di Filippo Capponi Brunetti
  • Vita politica internazionale

    Vita politica internazionale – Sedicesimo numero

    21/11/2021
    Di Redazione
  • polignano covid
    Capitale/lavoro

    Focolaio Polignano: la differenza tra rischio zero e rischio 78

    09/09/2020
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Test d'ingresso a Medicina: proteste in tutta Italia contro il numero chiuso - Sapienza
    Capitale/lavoro

    Test d’ingresso a Medicina: proteste in tutta Italia contro il numero chiuso

  • La violenza del sistema contro le donne passa anche dalla rete
    Politica

    La violenza del sistema contro le donne passa anche dalla rete

  • Disoccupazione: come il capitale rimane a galla durante le sue crisi sistemiche
    VPI - Articoli

    Disoccupazione: come il capitale rimane a galla durante le sue crisi sistemiche

Leggi anche…

Sulla guerra in Medio Oriente

Sulla guerra in Medio Oriente

09/09/2024 | By Redazione

Ascesa della destra e miseria del riformismo: un’analisi critica delle elezioni francesi

04/08/2024 | By Redazione

Il sostegno alla causa palestinese sotto attacco anche in Danimarca

11/07/2024 | By Francesco Cappelluti

L’approvazione della “Ley Bases” e la situazione nell’Argentina di Milei

10/07/2024 | By Redazione
Da Suviana a Casteldaccia: la sicurezza sul lavoro resta una chimera

Da Suviana a Casteldaccia: la sicurezza sul lavoro resta una chimera

04/06/2024 | By Daniela Giannini
Fallout: la guerra e le contraddizioni del capitalismo

Fallout: la guerra e le contraddizioni del capitalismo

28/04/2024 | By Lorenzo Vagni
I settemila passi. Morire di lavoro accanto a una passerella elettorale

I settemila passi. Morire di lavoro accanto a una passerella elettorale

01/02/2024 | By Redazione
La vergognosa strumentalizzazione del Giorno della Memoria

La vergognosa strumentalizzazione del Giorno della Memoria

27/01/2024 | By Lorenzo Vagni

Investimenti in crescita e interdipendenza: gli interessi del capitale italiano in Israele

26/01/2024 | By Domenico Cortese
Germano Nicolini Diavolo

Germano Nicolini, la vita del “Diavolo”

11/11/2020 | By Redazione
Euro

Lo stato al fianco delle imprese: socializzare le perdite, privatizzare i profitti

08/05/2020 | By Redazione
Vita Politica Internazionale – Ventottesimo numero

Vita politica internazionale – Ventottesimo numero

02/03/2025 | By Redazione
9 maggio vittoria sovietica sul nazifascismo

Comunicato congiunto dei Partiti Comunisti e Operai – 75° anniversario della Vittoria sul nazi-fascismo

09/05/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.