L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • Referendum: una débâcle sulla pelle dei lavoratori

  • Il ruolo di Mærsk nel genocidio israeliano a Gaza e come vettore dell’imperialismo statunitense

  • Vita politica internazionale – Trentacinquesimo numero

  • Rispondere alla crisi abitativa con i pugni chiusi: centralità e trasversalità rivoluzionaria nel movimento per l’abitare

  • Sul ruolo dell’imperialismo nel transfemminicidio e nella LGBT+fobia in Francia e nel resto del mondo

  • Le elezioni in Venezuela, democrazia simulata, una valanga di irregolarità

  • La pretesa di una “Turchia libera dal terrore” e la nostra lotta per una “Turchia libera dallo sfruttamento”

  • “Il giorno dopo” nella Striscia di Gaza è già arrivato: uccisioni, privatizzazione degli aiuti, fame per la popolazione e pulizia etnica

  • Campagne di diffamazione, ghigliottina digitale e terrorismo da tastiera

  • Aumento dell’età pensionabile e condizioni della classe operaia in Danimarca

VPI - Articoli
Home›VPI - Articoli›Non ci inginocchiamo di fronte al Governo

Non ci inginocchiamo di fronte al Governo

Di Redazione
13/04/2025
310
0
Condividi:

Dal Partito Comunista di Turchia (TKP)
5 aprile 2025
Link all’originale

 

  1. Il nostro popolo, in particolare gli studenti, sta mostrando una resistenza storica contro il tentativo del governo di sopprimere il diritto di voto generale, in un contesto che era per lo più disorganizzato e frammentato. Questa resistenza si esprime attraverso diversi canali e strumenti, che hanno aiutato ampie fasce della popolazione a prendere una posizione politica. Dai movimenti di piazza ai boicottaggi dei prodotti, ci sarebbe molto da dire su ciascuna di queste forme di protesta, ma è chiaro che la combinazione di questi mezzi ha creato un clima sociale altamente significativo.
  2. Non va dimenticato che l’opposizione dei cittadini, provenienti da diverse tendenze ideologiche e politiche, contro le arbitrarietà del governo e le imposizioni arroganti e tiranniche di “quella vecchia Turchia”, sta alimentando il senso di giustizia e la cultura del rifiuto della sottomissione, elementi di cui avremo molto bisogno nelle prossime fasi e in momenti storici critici. Questa energia è più che “meglio di niente” ma va espressa con parole come “buono”, “bello” e “utile”.
  3. Tuttavia, le dinamiche sociali non rimangono sospese nel vuoto per lungo tempo. Il presidente del CHP[1], Özgür Özel, e il suo team, che stanno svolgendo il ruolo più importante nell’emergere di queste reazioni, agiscono con l’intento di mantenere un equilibrio che non saboti i negoziati con l’AKP[2], ma che allo stesso tempo rafforzi la propria posizione. All’interno del CHP, nella lotta multilaterale in corso, gli interessi dei segmenti sociali attivati in questo momento, siano essi membri del partito o meno, non devono essere sottovalutati. In sintesi, la mobilitazione sociale acquista significato e viene utilizzata sia in termini di influenza del governo dell’AKP all’interno del CHP che di lotta all’interno del CHP.
  4. L’unica conseguenza di santificare e assolutizzare l’incertezza o la diversità ideologica e politica di un movimento sociale è che i limiti politici e ideologici dell’ordine stabilito determinano anche quelli di tale movimento. Infatti, la glorificazione di alleanze basate sull’emozione e sugli slogan invece che su forme organizzative basate su un programma, e la legittimazione della distinzione tra “capitale buono e capitale cattivo” sono la prova che il quadro positivo che abbiamo evidenziato sopra, se lasciato a se stesso, si trasformerà in una resa all’ordine e al suo attuale portatore, il governo dell’AKP.
  5. Il problema più grave di questo processo, se non viene affrontato, è la totale cancellazione delle contraddizioni di classe. La condizione per il successo di un movimento sociale in Turchia e per la conquista di posizioni durevoli, oltre che per la preparazione a trasformazioni rivoluzionarie che rendano il paese vivibile, è che esso acquisisca un carattere popolare e proletario. Le manifestazioni iniziate con l’arresto di Ekrem İmamoğlu, alle quali hanno partecipato principalmente giovani senza futuro, lavoratori impoveriti e disperati, non sono sufficienti per caratterizzare un movimento di classe. Anche se non ci si aspetta che ogni azione scaturisca direttamente dalla contraddizione capitale-lavoro, un movimento sociale deve acquisire un carattere di classe in molteplici modi, che vanno dalle forme di azione, agli slogan, alle richieste e agli obiettivi politici.
  6. Il boicottaggio di prodotti e media, una delle forme di protesta che ha maggiormente preoccupato il governo, ha anche aiutato una vasta parte della popolazione ad entrare in azione politica, ma ciò non deve indurci a sottovalutare alcuni dei problemi che questa forma di protesta comporta. Il boicottaggio è la forma di lotta più svantaggiosa per la partecipazione organizzata della classe operaia. È importante capire che il ritiro della classe operaia dalla scena politica per vari motivi non la rende irrilevante; al contrario, la rende più vitale che mai, poiché è l’unica forza sociale capace di aprire la crisi politica e sociale.
  7. Coloro che non vogliono che la lotta contro l’ingiustizia e l’attacco al diritto di voto generale si trasformi in una lotta contro il sistema di sfruttamento, e che cercano di fermare milioni di persone che si oppongono al governo dell’AKP, sostenendo che tale sviluppo sarebbe prematuro, stanno cercando di impedire che grandi segmenti della popolazione mettano in discussione il dominio del grande capitale. Tuttavia, l’ultima ondata di mobilitazioni ha scatenato una rabbia contro le disuguaglianze sociali, ha generato un forte e irremovibile sentimento contro il sistema dei monopoli e delle sette religiose, e ha anche attivato, contro la volontà della leadership del CHP e di alcune correnti, coloro che insistono su una linea anti-imperialista. Anche se implicita, questa direzione sta cercando una via d’uscita in un momento in cui è fondamentale non solo rafforzare la resistenza unitaria contro l’AKP, ma anche compiere interventi coraggiosi che indirizzino queste reazioni contro le fondamenta dell’attuale sistema sociale in Turchia.
  8. In questo contesto, il TKP continuerà a rafforzare la linea di lotta che ha definito in passato come “duplice compito” e rappresenterà una linea di lotta che aiuterà a mettere in discussione il dominio del capitale, che ha acquisito quasi un’immunità grazie al caos creato dalla retorica del “regime di un uomo solo”.
  9. La continuità, l’integrità e la coerenza sono essenziali nella nostra lotta. Ogni passo che facciamo, ogni chiamata che lanciamo, ogni dichiarazione che condividiamo deve essere allineata con la stessa direzione. Non faremo un millimetro indietro dalla nostra linea che si posiziona contro lo sfruttamento capitalistico e l’imperialismo, e faremo del socialismo una scelta realmente possibile basata su un fondamento patriottico, illuminista e repubblicano.

Faremo tutto questo e non ci inginocchieremo di fronte al governo. Non ci inginocchieremo di fronte allo sfruttamento, al saccheggio, alla rapina e all’ingiustizia. Non ci inginocchieremo per paura, per sottomissione o per resa. Ci inginocchieremo con rispetto per la memoria dei patrioti, dei rivoluzionari e dei lavoratori.

Poiché siamo stati chiamati ad inginocchiarci, accettiamo. Ci inginocchieremo.

 

Lunedì: NON CI INCHINIAMO AL GOVERNO, CI INCHINIAMO DI FRONTE AGLI EROI DELLA GUERRA DI LIBERAZIONE.

Martedì: NON CI INCHINIAMO AL GOVERNO, CI INCHINIAMO DI FRONTE AI LAVORATORI UCCISI NELLE MORTI SUL LAVORO.

Mercoledì: NON CI INCHINIAMO AL GOVERNO, CI INCHINIAMO DI FRONTE AI NOSTRI FIGLI PERSI NELLA PROTESTA DI GEZİ.

Lunedì alle 20:00, iniziamo a Beşiktaş (Istanbul), Ulus (Ankara) e Alsancak (Smirne).

 

Note

[1]: Il Partito Popolare Repubblicano, il principale partito di opposizione. Ekrem İmamoğlu, il sindaco di Istanbul arrestato recentemente, fa parte di questo partito: è da tempo nel mirino del governo, vista la sua potenziale nomina come candidato presidenziale del CHP. [NdT]

[2]: Il Partito della Giustizia e dello Sviluppo, principale partito turco, al governo dal 2002 e che esprime l’attuale Presidente della Turchia Recep Tayyip Erdoğan. [NdT]
Articolo precedente

No alle guerre degli imperialisti! Sì alle ...

Articolo successivo

Vita politica internazionale – Trentunesimo numero

0
Condiviso
  • 0
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Redazione

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Dire la verità è rivoluzionario. Sull'informazione e la disinformazione nel mondo di oggi
    VPI - Articoli

    Dire la verità è rivoluzionario. Sull’informazione e la disinformazione nel mondo di oggi

    02/03/2025
    Di Redazione
  • Prostituzione e sfruttamento sessuale nel capitalismo
    VPI - Articoli

    Prostituzione e sfruttamento sessuale nel capitalismo

    16/02/2025
    Di Redazione
  • Sull'aumento degli atti e degli omicidi islamofobi in Francia
    VPI - Articoli

    Sull’aumento degli atti e degli omicidi islamofobi in Francia

    25/05/2025
    Di Redazione
  • Esistono imperialisti buoni e imperialisti cattivi?
    VPI - Articoli

    Esistono imperialisti buoni e imperialisti cattivi?

    11/05/2025
    Di Redazione
  • No alle guerre degli imperialisti! Sì alle lotte popolari!
    VPI - Articoli

    No alle guerre degli imperialisti! Sì alle lotte popolari!

    13/04/2025
    Di Redazione
  • Grecia: sullo sciopero generale del 28 febbraio 2025
    VPI - Articoli

    Grecia: sullo sciopero generale del 28 febbraio 2025

    16/03/2025
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Sulla resistenza comunista nel campo di concentramento di Buchenwald 1937-1945
    VPI - Articoli

    Sulla resistenza comunista nel campo di concentramento di Buchenwald 1937-1945

  • Film e TVSpecialiTerza pagina

    Oppenheimer: dal dilemma morale alla scienza di classe. Una recensione marxista del film di Nolan

  • Capitale/lavoro

    Il Covid-19, l’inadeguatezza del capitalismo e la necessità della pianificazione

Leggi anche…

scontri indonesia polizia

La lotta di classe infiamma l’Indonesia

16/10/2020 | By Redazione
recovery fund

UN MES CAMUFFATO DIETRO IL RECOVERY FUND

29/05/2020 | By Domenico Moro
Il Buco

Ma a voi veramente è piaciuto Il buco?

26/04/2020 | By Tiziano Censi

Toglietemi tutto, ma non il profitto: i guadagni dei capitalisti nella crisi

18/04/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.