L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • La guerra contro l’Iran: menzogne e pretesti imperialisti

  • Sul criminale vertice NATO dell’Aia

  • Vita politica internazionale – Trentaseiesimo numero

  • Sulle rivolte degli immigrati negli Stati Uniti

  • Dall’Appello per l’Europa al Libro Bianco sul riarmo: la storia non ci perdonerà l’inazione

  • Vertice NATO: fermare la macchina da guerra! Fuori i Paesi Bassi dalla NATO, fuori la NATO dai Paesi Bassi!

  • Medio Oriente: crocevia di progetti imperialisti concorrenti da Est a Ovest

  • Sugli sviluppi riguardanti l’attacco israeliano all’Iran

  • Carattere, percorso e obiettivo del Partito della Sinistra (Die Linke) come parte dello spostamento verso destra

  • Più basi militari e più reattività in collaborazione con la NATO: nuove proposte in nome dello sforzo bellico

Politica
Home›Politica›Fase 2: nessuna luce in fondo al tunnel

Fase 2: nessuna luce in fondo al tunnel

Di Redazione
24/04/2020
1823
0
Condividi:
Covid19 Fase 2 riapertura

Inizia il 4 maggio, la fase 2 della gestione dell’emergenza, ovvero la parziale riapertura, che comprenderà non solo un generale allentarsi delle norme di distanza sociale ed assembramento, dell’autocertificazione e dei controlli delle forze dell’ordine, ma anche i settori dell’economia rimasti fermi. Tra le attività coinvolte, vi saranno i cantieri edili, ma anche le imprese metallurgiche, del tessile, dell’auto e i mobilifici[1]. E se Vittorio Colao, leader della “Task Force” del governo Conte destinata alla gestione della fase 2, esclude la riapertura dei negozi, il premier annuncia il ripristino delle “attività commerciali più funzionali alle filiere che vanno a ripartire”, lasciando aperti ampi spazi di ambiguità al riguardo.

Nonostante tutti i giornali annuncino l’evento con trombe e tromboni, la situazione attuale è ben lontana dalla famosa luce in fondo al tunnel.

Attualmente si prevede un crollo del pil dell’8%[2] nel 2020, 9,1% per il Fondo Monetario Internazionale[3]. Per fare un paragone, la crisi del 2008 portò a una diminuzione di “solo” il 3,1%. Ben dieci milioni di persone sono a rischio povertà assoluta, con in media meno di 900 euro in banca.

Povertà

La narrazione dominante è quella di un paese solidale, in cui tutti siamo sulla stessa barca, romanticamente riportati ad una originale parità, tutti eguali, indipendentemente da reddito, origini o lavoro. Articoli su articoli ci parlano di come vincere la noia, di cosa fare durante la quarantena, di come sia una grande occasione per recuperare il “tempo” che ci era prima sottratto (da noi stessi ovviamente). Una visione falsata e idilliaca, ben lontana dalla realtà della maggioranza del paese, che fatica a sopravvivere[4].

Per le classi popolari, per i lavoratori, il virus ha accelerato e reso evidenti quelle devastanti differenze sociali che non hanno fatto altro che allargarsi dalla crisi del 2008. La quarantena non è uguale per tutti, restare chiusi in 50 metri quadri è diverso dall’esserlo in una villa, guardare il mondo dalla finestra è diverso dall’avere un terrazzo o un giardino. Non avere figli a cui badare è diverso dall’averli, e anche così ogni caso è a sé: vuoi per le diverse situazioni lavorative dei genitori, vuoi per l’organizzazione dell’insegnamento telematico nelle singole scuole, diversa da nord a sud, dal liceo classico all’istituto tecnico, da una scuola elementare del centro, a una della provincia. Lavorare da casa e gestire i figli contemporaneamente può rivelarsi un peso enorme. Anche l’avere a disposizione una perfetta connessione internet fa la differenza, sia nel lavoro che nel mantenimento della socialità a tutti i livelli, e non tutti ne dispongono ugualmente.

Per gli anziani poi, l’anello debole di questa emergenza, le differenze di reddito e assistenza ricevuti possono divenire spartiacque tra la vita e la morte: vivere insieme ai parenti, o soggiornare in una casa di riposo economica, dove la malattia può rapidamente diffondersi?

Ma è il mondo del lavoro che rimane al centro dello scontro: esser costretti a lavorare in un ambiente affollato è diverso dal poterlo fare al computer, o dall’aver avuto accesso alla cassa integrazione. La situazione in molte fabbriche ne è esemplificativa: i manager al sicuro, in contatto telematico, e gli operai stipati, in alcuni casi senza nemmeno le mascherine, costretti a lavorare anche in attività assolutamente non necessarie (un esempio tra i tanti il caso di Gucci, che ha appena riaperto i battenti[5]). La ferocia con cui Confindustria ha cercato in ogni modo d’impedire la chiusura delle fabbriche dimostra che nonostante le trasformazioni economico sociali degli ultimi quarant’anni, i luoghi di lavoro rimangono ancora il perno del sistema produttivo, e quindi il centro inevitabile del conflitto di classe.

Ben il 42% delle imprese sono rimaste aperte o sono state riaperte già nel pieno della fase 1. Queste sono anche il centro della diffusione del virus insieme agli ospedali, ed ecco quindi spiegata l’insistenza con cui i media si appellano a operai, cassieri e infermieri, ai lavoratori coinvolti tutti quali “eroi”, per mascherare con la retorica della solidarietà nazionale l’enorme rischio a cui sono costretti dal ricatto del lavoro salariato.

Completamente isolati infine tutti coloro che avevano lavori precari, saltuari, in nero o disoccupati, una cifra che oscilla tra i sei e i sette milioni. Per molti di loro sarà impossibile persino rivolgersi alla cassa integrazione.

Giovanni RezzaNon stupisce dunque, che adesso il capitale italiano chieda ulteriori salassi alla classe lavoratrice in nome della retorica della ripartenza, a dispetto della situazione sanitaria, ancora critica. Per l’epidemiologo Giovanni Rezza, direttore del dipartimento di Malattie Infettive dell’Istituto superiore di Sanità, nel corso di un’intervista rilasciata all’agenzia Dire, “Rischio accettabile per noi è zero, per economisti è dieci, alla politica il compito di fare sintesi”[6].

Ma in quale direzione la politica fa questa sintesi? L’enorme diffondersi del virus è stata resa possibile da un sistema sanitario mutilato e privatizzato nel corso degli ultimi trent’anni, dalla chiusura parziale e più e più volte ritardata dei luoghi di lavoro da parte di Confindustria. La classe politica, in questo sistema, è legata a doppio filo agli interessi delle classi dominanti. Lo dimostra ad esempio la scelta non casuale del premier di porre come leader per la task force del precedentemente citato Vittorio Colao, un ex amministratore delegato (in questo caso di Vodafone). Diviene evidente che il problema era ed è il sistema capitalista e la logica del profitto, l’aver messo quest’ultimo al primo posto a scapito della vita umana. Da questo punto di vista vi è scarsa differenza tra il prima e dopo emergenza covid-19.

Infatti, se prima si accettavano le morti sul lavoro come inevitabile prezzo del sistema, adesso si accettano allo stesso modo i contagi. Mantenere i profitti a qualunque costo, e ove questo si riveli impossibile, costringere lo stato a coprire le perdite, scaricando il peso dei prestiti su futuri tagli alla spesa pubblica.

Insomma, l’austerity, la competitività, la solita narrazione dell’imprenditore quale centro della vita economica e miracoloso creatore del lavoro, da aiutare in ogni modo e da mettere sempre al centro delle notizie.

La crisi del covid-19 non è quindi il “semplice” risultato di una situazione di emergenza, ma al contrario, il prodotto inevitabile del sistema e delle logiche che l’hanno preceduta, in assoluta continuità. Non siamo tutti sulla stessa barca, i lavoratori hanno dimostrato ancora una volta la loro assoluta centralità nel sistema, eppure proprio loro pagano la quasi totalità del prezzo di questa crisi, esclusi dalle tutele riservate invece al mondo finanziario e imprenditoriale. Se, e in che misura deve esserci una ripartenza non può essere in alcun modo deciso sulla base degli interessi dei padroni.

[1] https://www.lastampa.it/cronaca/2020/04/23/news/dal-4-maggio-ripartono-cantieri-edili-e-fabbriche-al-lavoro-quasi-3-milioni-di-italiani-1.38752002

[2] https://www.repubblica.it/economia/2020/04/23/news/def_coronavirus_deficit-254785874/?ref=RHPPTP-BH-I254789156-C12-P2-S1.12-T1

[3] https://www.imf.org/en/Publications/WEO/Issues/2020/04/14/weo-april-2020

[4] https://rep.repubblica.it/pwa/generale/2020/04/22/news/casa_cibo_medicine_e_bollette_dieci_milioni_rischiano_di_non_farcela_la_caritas_da_noi_tanti_nuovi_poveri-254746309/

[5] https://www.affaritaliani.it/cronache/coronavirus-burioni-dopo-fca-fa-riaprire-anche-gucci-tutorial-per-i-dipendenti-667517.html

[6] https://www.repubblica.it/cronaca/2020/04/21/news/coronavirus_rezza_per_noi_rischio_accettabile_e_zero_per_economisti_e_10_la_politica_faccia_una_sintesi_-254598604/

Tagconfindustriacovid-19Fase 2governoimpreselavoratori
Articolo precedente

Coronavirus: morte e precariato nel racconto di ...

Articolo successivo

L’INCONSISTENZA DEL CONSIGLIO EUROPEO DI FRONTE A ...

13
Condiviso
  • 13
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Redazione

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Manifestazione operai
    Rassegna operaia

    La lotta per la riduzione dell’orario di lavoro è la lotta dei lavoratori per il loro tempo

    27/04/2020
    Di Graziano Gullotta
  • Mondo Convenienza
    Rassegna operaia

    Mondo Convenienza, il prezzo imbattibile dello sfruttamento

    13/04/2021
    Di Redazione
  • Operaio al lavoro per costruire un ospedale
    Rassegna operaia

    Metalmeccanici: un altro contratto è possibile solo con la lotta

    24/02/2021
    Di Redazione
  • Dalla logistica al contrattacco di classe: intervista a un delegato SI Cobas
    Rassegna operaia

    Dalla logistica al contrattacco di classe: intervista a un delegato SI Cobas

    29/07/2020
    Di Redazione
  • Mario Draghi Group of Thirty
    Capitale/lavoro

    La “distruzione creatrice” del G30 di Draghi e l’intervento dello Stato come concentratore del capitale

    21/12/2020
    Di Domenico Moro
  • Salvini e Fontana
    Politica

    Verso la riapertura in Lombardia. I problemi della fase 2

    16/04/2020
    Di Roberto Ferraro

Ti potrebbe interessare

  • Braccianti
    Rassegna operaia

    Caccia ai braccianti a basso costo in tempo di pandemia

  • Guerra in Donbass
    Notizie dal mondo

    Intervista al PCOR-PCUS: la situazione nel Donbass

  • Lavoratore_edile
    Rassegna operaia

    La deresponsabilizzazione dei padroni miete vittime: dalla morte di Luana D’Orazio ai primi dati del 2021 sulla sicurezza sul lavoro

Leggi anche…

conflitto di classe

Il ruolo dello Stato nel conflitto di classe

29/10/2020 | By Redazione

Editoriale del 1 maggio

01/05/2020 | By Alessandro Mustillo
Quarto Stato

Primo Maggio, la Giornata internazionale dei Lavoratori e l’attacco alla politica dei padroni

01/05/2021 | By Redazione
mondragone covid19

Sicurezza sul lavoro e Covid-19, i casi di Mondragone e Viadana

07/07/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.