L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Storia di classe
    • Film e TV
    • Musica
    • Libri
    • Pillole di storia
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Lenin 150
    • Centenario PCdI

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Storia di classe
    • Film e TV
    • Musica
    • Libri
    • Pillole di storia
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Lenin 150
    • Centenario PCdI
Rassegna operaia
Home›Rassegna operaia›Mondo Convenienza, il prezzo imbattibile dello sfruttamento

Mondo Convenienza, il prezzo imbattibile dello sfruttamento

Di Redazione
13/04/2021
2166
0
Condividi:

È di recente esplosa sui mass media nazionali la questione Mondo Convenienza: il gigante italiano dell’arredamento low cost è infatti finito nel mirino della Procura di Torino, dopo le denunce di alcuni facchini preposti al trasporto e al montaggio dei mobili. Una realtà, quella degli addetti alla logistica operanti per la catena, già nota almeno dal 2017 a causa di dinamiche di sfruttamento più volte segnalate, in particolare sulle piattaforme social (su Facebook è attiva la pagina Mondo Sofferenza, dove tanti lavoratori del marchio hanno segnalato le ricorrenti vessazioni), ma recepite solo poche settimane fa dall’autorità giudiziaria. Merito appunto dell’esposto presentato da sette facchini assunti da TLS Service, la cooperativa di Settimo Torinese ingaggiata da Mondo Convenienza per il trasporto della merce.

Di fronte ai magistrati, i lavoratori hanno descritto una quotidianità caratterizzata da ritmi massacranti, straordinari (non pagati) all’ordine del giorno, quasi totale assenza di tutele e continue minacce di licenziamento: una vera e propria realtà di caporalato, all’interno della quale ogni forma di protesta veniva silenziata da ritorsioni e intimidazioni. Per rispondere alle direttive della cooperativa, i turni raggiungevano anche le quattordici ore consecutive, snodandosi fra le sei del mattino e le ventidue, quasi mai intervallati da pause significative. In caso di ritardi nelle consegne o di danni ai mobili, erano i lavoratori a risponderne, risarcendo l’azienda con soldi propri. I mezzi su cui viaggiavano i facchini risultavano malsicuri, validati da revisioni superficiali e con gli pneumatici spesso lisci, nonostante i tragitti implicassero alle volte la percorrenza di molti chilometri. Inoltre, al fine di minimizzare l’assunzione di ulteriore personale, TLS organizzava a coppie le squadre di montatori, obbligati a trasportare in spalla le pesanti componenti degli arredi, anche ai piani alti. Condizioni di lavoro pessime, con un forte riverbero anche sulla prestazione resa ai clienti: va da sé che lavoratori oberati possano spesso fornire ai consumatori servizi scadenti, in un circolo vizioso di disagio, che coinvolge contemporaneamente utenti ed erogatori a solo vantaggio del marchio e dei suoi profitti.

Qualora si fossero levate proteste o rivendicazioni, la risposta della dirigenza s’indirizzava costantemente alla minaccia di licenziamento, aggravata da insulti a sfondo razzista. La gran parte dei facchini ha infatti origini rumene e i caporali di TLS sfruttavano questo fattore per intimidire ulteriormente il personale. Umiliazioni quotidiane, a lungo sopportate dai lavoratori, in nome della riscossione di uno scarno salario, spesso l’unico che entrava in famiglia.

La vicenda Mondo Convenienza non è affatto una mosca bianca. È infatti assodato come la logistica costituisca un ambito in cui lo sfruttamento è sistematico e sdoganato, anche grazie alla frammentazione del settore, parcellizzato in oltre quindicimila imprese. Si tratta spesso di cooperative, difficilmente rintracciabili poiché abituate a cambiare periodicamente nome, in modo da evitare sanzioni o risarcimenti, in caso di infortunio dei propri dipendenti. Proprio a queste realtà “sfuggevoli”, si appoggiano i giganti dell’e-commerce o, come in questo caso, della vendita al dettaglio, appaltando spesso e volentieri la consegna delle merci. Si stima che nel 2019 il fatturato del comparto abbia raggiunto i settanta miliardi di euro, ma con lo scoppio dell’emergenza Covid il volume d’affari è cresciuto esponenzialmente: a fronte di tale incremento, i salari sono rimasti invariati, attestandosi intorno ai milletrecento euro mensili netti. Ben poca cosa rispetto alle prestazioni erogate dal personale, sottoposto a ritmi spesso massacranti.

È contro questa condizione di drammatica subalternità che gli scioperi delle scorse settimane hanno dato un segnale di discontinuità, portando nelle piazze di tutta Italia tanti lavoratori, non più disposti ad accettare le pressioni di un padronato che, nell’ambito della logistica, si fa sempre più arrogante e violento. Una risposta, quella delle mobilitazioni, resa più efficace dalla concreta saldatura delle lotte fra i diversi settori, obiettivo di unità fra i lavoratori che, se perseguito, può costituire la chiave per una risposta complessiva all’attacco che i padroni stanno conducendo nei diversi settori e nei diversi luoghi di lavoro in forma generalizzata.

Marcello Benassi

TagimpreselavoratoriMondo Convenienzasfruttamento
Articolo precedente

Vita Politica Internazionale – secondo numero

Articolo successivo

La parabola del M5S da partito alternativo ...

1
Condiviso
  • 1
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Redazione

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Colombia - FARC-EP Lottare fino alla vittoria
    Vita politica internazionale

    Vita politica internazionale – settimo numero

    20/06/2021
    Di Redazione
  • Violenza sulle donne
    Politica

    Una riflessione sulla giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne

    26/11/2020
    Di Federica Savino
  • Operaio
    Rassegna operaia

    Un racconto dal mondo della piccola impresa, un tratto caratteristico del capitalismo italiano

    20/04/2020
    Di Redazione
  • Storia di classe

    L’Ordine Nuovo e i Consigli di fabbrica

    08/04/2020
    Di Redazione
  • FCA
    Rassegna operaia

    Melfi, la diffusione del contagio e l’andamento delle lotte nello stabilimento FCA

    02/12/2020
    Di Redazione
  • Operaio al lavoro per costruire un ospedale
    Rassegna operaia

    Metalmeccanici: un altro contratto è possibile solo con la lotta

    24/02/2021
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Jeff Bezos
    Capitale/lavoro

    Il lockdown frutta 24 miliardi di dollari a Jeff Bezos

  • Operai FIOM
    Rassegna operaia

    Scontro per il rinnovo del Contratto Nazionale dei metalmeccanici – intervista a Dario Salvetti

  • Carrello Selvaggio
    Rassegna operaia

    Contro la violenza padronale, la lotta dei “carrelli selvaggi”

Leggi anche…

Carrello Selvaggio

Contro la violenza padronale, la lotta dei “carrelli selvaggi”

31/07/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

Archivio

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.