L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • No signora Dureghello, non siamo antisemiti

  • Le lacrime di coccodrillo di Emanuele Fiano. Una risposta ragionata

  • Vita politica internazionale – Quarantacinquesimo numero

  • Oltre le armi: la NATO e la battaglia per menti e coscienze

  • Il mondo si sta fascistizzando — il capitale stringe i bulloni

  • Dichiarazione del Consiglio Mondiale della Pace (WPC) riguardo al “Piano di pace statunitense” per la Palestina

  • Il piano di Trump per Gaza e il business della morte

  • Legge di bilancio 2026: economia di guerra e regali ai padroni

  • Vita politica internazionale – Quarantaquattresimo numero

  • Il diritto all’aborto, oltre i falsi dilemmi della società borghese

Politica
Home›Politica›Il prezzo dei loro profitti è la nostra salute: i casi Giappone e Germania

Il prezzo dei loro profitti è la nostra salute: i casi Giappone e Germania

Di Roberto Ferraro
30/04/2020
2615
0
Condividi:

È di pochi giorni fa la notizia che in Hokkaido, provincia settentrionale del Giappone, già vittima della pandemia e costretta al lockdown, si è dovuto ricorrere ad una seconda fase di stretto contenimento sociale al fine di arginare una nuova violenta circolazione del Coronavirus.

Ecco la storia. Nella citta di Sapporo alla fine di gennaio, dopo la “Festa della Neve”, evento che richiama nell’isola turisti non solo da tutto il paese ma anche dalla Cina, è stato scoperto un primo caso di Coronavirus imputabile ad una turista cinese proveniente da Wuhan e in seguito, al crescere rapido dei contagi, a fine febbraio, è stato necessario procedere al lockdown di tutta la provincia.

Covid-19 GiapponeL’impossibilità in Giappone di imporre legalmente la chiusura obbligata delle attività e dei luoghi pubblici e la tuttavia serena “obbedienza” dei cittadini ha permesso di abbassare rapidamente la curva dei contagi dopo solo un mese. Questo, purtroppo, ha generato un falso senso di sicurezza nelle istituzioni che, spinte inoltre dalle pressioni economiche degli imprenditori del comparto Turistico e Agroalimentare, colpiti dalla chiusura degli esercizi commerciali e dalla mancanza di turisti nella regione, hanno portato ad allentare il lockdown dal 18 marzo.

Ebbene sono bastate 3 settimane in cui le popolazione è tornata per le strade, in cui i lavoratori, senza i corretti presidi di sicurezza, sono rientrati nei luoghi di lavoro, per avere un improvviso aumento dei casi che ad oggi hanno raggiunto già numeri a 3 cifre e costretto il governo a nuove e più drastiche chiusure.

Incerta, invece, ma altrettanto preoccupante, la situazione in Germania dove, ad oggi, dopo un mese in cui il fattore R0 di contagio era sceso sotto la fatidica soglia di 1, fino a mantenersi intorno allo 0,7 , a seguito delle prime riaperture sospinte principalmente dai governi autonomi regionali, influenzati dagli interessi economici delle grandi aziende, si è tornati a valori del mese precedente tra 1 e 0,9 e quindi ad un discreto aumento nel numero delle persone malate. Le fluttuazioni in corso del valore R0 (cioè il numero medio di nuovi contagi che genera una persona infetta), secondo i dati del Robert Koch Institute che all’inizio di marzo, davano un numero pari a 3 poi diminuito e stabilizzatosi intorno al 1,2 fino alla prima decade di aprile, attualmente rientrano all’interno dell’intervallo di confidenza del 95% che in numeri corrisponde approssimativamente a dei valori che oscillano tra +0,2 e -0,2 o poco meno rispetto al R0 calcolato. Attualmente dunque in Germania con un valore R0 calcolato prossimo a 1 potremmo in realtà trovarci in una situazione R0 (pericolosa per la nascita di nuovi focolai) di 1,2 o molto più tranquillizzante di R0 0,8

Il virologo berlinese, Christian Drosten, ha affermato, in via precauzionale: «Se il tasso di riproduzione dopo l’allentamento delle misure salisse di nuovo sopra il valore 1, l’epidemia potrebbe riesplodere con un’irruenza inaspettata».

Dagli esempi che abbiamo raccontato risulta evidente come gli interessi di chi chiede a gran voce una veloce riapertura del sistema industriale siano scarsamente compatibili con la salute dei lavoratori e della larga maggioranza della popolazione. Potremmo trovare molti altri esempi, guardando alla situazione internazionale. Basti pensare a quanto accade negli Stati Uniti. Pare allora necessario trarre un insegnamento da ciò che sta succedendo: la salute della popolazione è più importante delle riaperture forzate, dettate principalmente dalla convenienza economica dei grandi gruppi padronali.

Questi giorni di crisi ci mostrano con nettezza come gli interessi del grande capitale non corrispondano alle esigenze dei lavoratori e dei cittadini: “Bisogna lavorare” – ci dicono, “è necessario produrre” – urlano, “riapriamo tutto” – affermano; senza pensare però alle conseguenze, senza trarre insegnamento da fatti inequivocabili, senza tener conto che la salute è un diritto di tutti mentre il guadagno e sempre e solo il loro.

________________________

FONTI

https://www.focus.it/scienza/salute/che-cosa-succede-se-si-allenta-troppo-presto-il-lockdown

https://time.com/5826918/hokkaido-coronavirus-lockdown/

https://www.bbc.com/news/world-asia-52305055

TagCOVID-19GermaniaGiapponesalute
Articolo precedente

Il sistema di produzione capitalistico e la ...

Articolo successivo

Default totale: per un’uscita anticapitalista dalla crisi ...

14
Condiviso
  • 14
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Roberto Ferraro

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Rassegna operaia

    La crisi della ristorazione e la testimonianza di due lavoratori del settore

    02/05/2020
    Di Redazione
  • Capitale/lavoro

    Il Covid-19, l’inadeguatezza del capitalismo e la necessità della pianificazione

    06/04/2020
    Di Domenico Moro
  • Casa popolare
    Politica

    Emergenza casa: serve un ribaltamento del paradigma, non elemosine omeopatiche

    28/04/2020
    Di Tommaso Vaccaro
  • picchetto
    Rassegna operaia

    L’attacco al diritto di sciopero si respinge scioperando

    07/04/2020
    Di Costantino Talia
  • Andrà tutto bene
    Capitale/lavoro

    La crisi che arriva, tra storytelling e paese reale

    04/08/2020
    Di David Tranquilli
  • Salvini e Fontana
    Politica

    Verso la riapertura in Lombardia. I problemi della fase 2

    16/04/2020
    Di Roberto Ferraro

Ti potrebbe interessare

  • Politica

    Guerra e propaganda, tre tesi fallaci a sostegno dell’invio di armi in Ucraina

  • T-MEC e socialdemocrazia
    VPI - Articoli

    T-MEC e socialdemocrazia

  • Politica

    A chi serve ridurre il numero dei parlamentari?

Leggi anche…

Papa Francesco

Religione e comunismo: un libro da leggere

17/10/2020 | By Redazione
Strage di Reggio Emilia

A sessant’anni dalla strage di Reggio Emilia

07/07/2020 | By Redazione
Comunisti e Unione Europea

La lotta all’UE nella strategia dei comunisti

10/10/2020 | By Redazione
Famiglia Cervi

Revisionismo storico in prima serata il 25 aprile: Gramellini e Veltroni contro i fratelli Cervi

02/05/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.