Il nuovo numero della rassegna stampa internazionale realizzata in collaborazione col Centro di Cultura e Documentazione Popolare (resistenze.org) si apre, ancora una volta, sul tema di attualità della crisi imperialistica, il riarmo e lo scontro tra le grandi potenze. Nell’articolo del PCTE si analizza come Trump intenda dare una direzione differente alle alleanze con lo scopo di colpire la Cina. Mentre l’Europa si riarma per maggiore autonomia, si alzano le voci degli opportunisti a sostegno di questa politica: i comunisti dovrebbero invece rovesciare il tavolo dello scontro tra le potenze. Segue l’articolo del KKE che denuncia l’illusione di “imperialisti buoni”, ribadendo che sia USA, UE che Russia sono potenze capitaliste, e invita i lavoratori a lottare per il socialismo rigettando le alleanze con le borghesie.
La rassegna prosegue spostandosi sul tema del lavoro, con i giovani comunisti francesi dell’UJC che denunciano le morti sul lavoro come prodotto dello sfruttamento capitalista, proponendo la collettivizzazione dei mezzi di produzione e il socialismo come unica soluzione per garantire sicurezza e dignità ai lavoratori. Sulla piaga della disoccupazione, l’SKP denuncia la situazione dei disoccupati come una caratteristica strutturale del capitalismo, mascherata da politiche repressive ad esempio sull’immigrazione, sostenendo che le soluzioni proposte servono solo a proteggere i profitti, mentre l’unica vera risposta è l’organizzazione collettiva per superare il sistema capitalistico.
Chiudiamo con due temi storici: l’articolo del PdA, in occasione dell’80° anniversario della ricorrenza, descrive il ruolo dei comunisti nell’indipendenza austriaca dalla Germania nel 1945, superando la posizione pangermanista condivisa allora anche dalla socialdemocrazia. Oggi il PdA raccoglie quell’eredità nella difesa dell’autodeterminazione austriaca, contro il nemico principale rappresentato dalla propria borghesia.
Il secondo tema storico presentato, ad opera del KTP, utilizza un’analisi dello storico tedesco-democratico Gossweiler sul fascismo tedesco e la nascita del partito nazista, per raccontare di come il capitalismo tedesco si pose l’obiettivo di creare un “falso partito operaio” per sottomettere i lavoratori ad un movimento nazionalista e capitalista. Il partito di Hitler si formò a seguito di un complesso processo di selezione con vari tentativi falliti, sia politici sia “sindacali”. Un’analisi sicuramente da tenere in considerazione oggi, visto il clima di crisi capitalistica e scivolamento verso la guerra.
Buona lettura.
- Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE): Tutto in cambio di niente: la dialettica dell’attuale stato dell’imperialismo
Iniziamo col contributo dei compagni spagnoli che analizzano l’attuale fase del sistema imperialistico mondiale, il cambio di rotta di Trump sull’Ucraina che si configura come un recupero su un fianco scoperto (quello della Russia) per meglio avanzare verso il grande rivale, la Cina. Gli “Stati Armati d’Europa”, col riarmo, puntano a guadagnare maggiore autonomia strategica a livello militare per sostituirsi agli USA laddove questi si ritirano. Nel frattempo l’opportunismo di sinistra, sostenendo in astratto la dissoluzione della NATO, gli stessi che hanno sempre collaborato con essa e con i governi borghesi, ripetono gli slogan della propria borghesia facendo appello ad una posizione autonoma dell’UE. Compito dei comunisti invece è portare un’analisi basata sugli interessi della propria classe, quella operaia, e rovesciare il tavolo rispetto all’aut aut tra l’immolarsi a favore di questa o quell’altra grande potenza.
- Partito Comunista di Grecia (KKE): Esistono imperialisti buoni e imperialisti cattivi?
Proseguiamo con l’articolo del KKE che critica l’illusione di distinguere tra “imperialisti buoni” e “imperialisti cattivi”, sottolineando che sia l’Occidente che la Russia perseguono politiche imperialistiche per il controllo dei mercati e delle risorse. Viene denunciata l’ipocrisia di chi, in nome dell’antimperialismo, si schiera con potenze capitaliste rivali degli Stati Uniti. Il KKE ribadisce la necessità di un’autonomia politica e di classe, rifiutando qualsiasi alleanza con borghesie imperialiste. Citando Lenin, il partito riafferma che l’unica soluzione per i lavoratori è il socialismo, respingendo ogni compromesso con le forze capitaliste in guerra per spartirsi il bottino globale.
- Unione della Gioventù Comunista (UJC, Francia): La morte sul lavoro: al di là degli incidenti, un’orchestrazione caratteristica dello Stato capitalista
Passiamo al tema del lavoro: l’articolo della Gioventù Comunista francese denuncia la tragedia delle morti sul lavoro, evidenziando l’ipocrisia nel celebrare l’assenza di vittime nei cantieri olimpici mentre migliaia di lavoratori muoiono ogni anno. Si critica lo sfruttamento capitalista che, per massimizzare i profitti, sacrifica la sicurezza e le condizioni lavorative, con un aumento di incidenti e decessi. La soluzione radicale a questa piaga è rappresentata dalla collettivizzazione dei mezzi di produzione, la democrazia sul lavoro: la proprietà collettiva rimuove gli incentivi a minimizzare i costi relativi alla sicurezza, poiché l’obiettivo è il benessere generale e non i profitti privati. Il socialismo quindi è l’unico sistema per risolvere alla radice il problema, per finirla con l’“orchestrazione della morte” e garantire un lavoro sicuro ed emancipatore.
- Partito Comunista di Svezia (SKP): Disoccupazione: come il capitale rimane a galla durante le sue crisi sistemiche
Sempre sul tema del lavoro, l’articolo dell’SKP tratta il tema della disoccupazione come caratteristica sistemica del modo di produzione capitalistico. La disoccupazione in Svezia ha raggiunto il 9%, un problema che i politici cercano di minimizzare. Tuttavia, le soluzioni proposte, come investimenti in formazione e sussidi a imprese, non mirano a risolvere i reali problemi sociali, ma a sostenere il profitto del capitale. La disoccupazione è nascosta agli occhi del popolo tramite politiche migratorie restrittive e misure repressive. Il capitalismo, che alimenta la disoccupazione e la criminalità, non offre soluzioni, e la vera risposta è l’organizzazione collettiva per rovesciare il sistema e costruire una società dove il profitto non governi più le vite degli individui.
- Partito del Lavoro d’Austria (PdA): 80 anni dalla Dichiarazione d’Indipendenza: per la libertà, l’autodeterminazione e il socialismo!
Passiamo ora ad un tema storico. Il 27 aprile 1945, l’Austria dichiarò la sua indipendenza dalla Germania, restaurando la Repubblica d’Austria grazie all’azione dei comunisti austriaci e dell’URSS. Nonostante l’opposizione della socialdemocrazia, che considerava l’annessione tedesca un progresso storico, i comunisti promossero l’idea di una nazione austriaca indipendente. Oggi, il Partito del Lavoro d’Austria (PdA) difende l’eredità antifascista e lotta contro il capitalismo e l’imperialismo austriaco. Promuove una coscienza antifascista, antimilitarista e progressista, mirando alla costruzione di una vera democrazia dei lavoratori e a una società socialista senza sfruttamento.
- Partito Comunista Operaio – per la Pace e il Socialismo (KTP, Finlandia): Uno studio sul partito nazista come strumento dei capitalisti
Chiudiamo la rassegna ancora su un tema storico, con l’articolo dei compagni finlandesi che analizzano lo studio dello storico Kurt Gossweiler sul partito nazista come uno strumento dei capitalisti per salvaguardare l’ordine borghese. Gossweiler analizza la genesi del partito nazista attraverso i tentativi di creare un falso “partito operaio”, supportato dai capitalisti tedeschi, come risposta alla crisi del capitalismo e alla necessità di neutralizzare il movimento operaio. Tra gli obiettivi c’erano quello di distruggere il marxismo e guidare i lavoratori verso un nazionalismo capitalista, mascherato con la demagogia sociale. Il fascismo tedesco, arrivato al potere in modo formalmente “legale” col supporto della classe dominante, si rivelò efficace nei suoi obiettivi e questo diede il pretesto ai capitalisti di altri paesi di fondare partiti simili, che vanno analizzati caso per caso nel loro contesto specifico.