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Sul criminale vertice NATO dell’Aia

Di Lorenzo Vagni
27/06/2025
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Si è concluso mercoledì il vertice NATO dell’Aia del 2025, i cui lavori avevano avuto inizio martedì 24 giugno. Questo incontro, a cui hanno preso parte i capi di Stato e di governo dei trentadue membri dell’Organizzazione del Trattato dell’Atlantico del Nord (NATO), dei loro Paesi partner e dell’Unione europea (UE), si colloca nello scenario internazionale di generalizzazione della guerra imperialista.

Proprio nella direzione dell’incremento degli sforzi bellici e dell’intensificazione della preparazione a un conflitto aperto con il blocco imperialista avverso a quello euroatlantico vanno molte delle decisioni ratificate dal summit.

L’organizzazione del vertice

Sul criminale vertice NATO dell'Aia

I leader dei Paesi della NATO posano per una foto durante una cena sociale presso il Palazzo Reale “Huis ten Bosch”

Il vertice all’Aia è stato il primo a svolgersi nei Paesi Bassi[1] e la sua preparazione ha richiesto una macchina organizzativa mastodontica: il costo complessivo dell’organizzazione dell’incontro per le finanze pubbliche olandesi è stato di almeno 183 milioni di euro, il doppio della stima iniziale quando L’Aia è stata annunciata come sede del vertice un anno fa[2].

Quella che è stata «la più grande operazione di sicurezza nella storia dei Paesi Bassi» ha comportato l’impiego di circa 27mila agenti di polizia (la metà dell’intero corpo di polizia nazionale[3]) e 10mila militari, insieme al ricorso a 9mila turni supplementari da parte della polizia di frontiera nell’ambito di un’operazione denominata ufficialmente “Operazione Scudo Arancione”. Sono state inoltre imposte restrizioni sui cieli e sulle acque intorno all’Aia e una pista dell’aeroporto di Schiphol è stata riservata agli aerei in servizio per il vertice[2].

La presenza di 9mila persone per il vertice, tra cui 2mila giornalisti e 150 alti funzionari governativi, ha richiesto misure di sicurezza e logistiche che hanno impattato fortemente sulla vita degli abitanti della città e dell’intero paese: alle richieste dell’amministrazione locale di lavorare il più possibile da casa tra il 23 e il 26 giugno e di non viaggiare nelle ore di punta, si sono aggiunte la chiusura di numerose strade, tra cui una delle principali arterie della città, Johan de Wittlaan, inaccessibile da metà aprile a inizio agosto, un netto peggioramento per i quartieri residenziali adiacenti per quanto riguarda congestione del traffico e sicurezza stradale, e un notevole impatto ambientale, con la rimozione di numerosi alberi nel centro cittadino per far spazio a strutture temporanee[3] e un aumento dell’inquinamento legato al pesante pattugliamento aereo e marittimo[4].

L’aumento vertiginoso delle spese militari

Sul criminale vertice NATO dell'Aia

Mark Rutte ha svolto il ruolo di mediatore tra USA e UE rispetto alla proposta di aumento della soglia per le spese militari al 5% del PIL

Tra i principali elementi emersi dal vertice, vi è senz’altro la discussione circa la percentuale minima del PIL che ogni Paese membro dovrà spendere ogni anno per la difesa. Da ormai diverse settimane gli Stati Uniti avevano avanzato la proposta di innalzare a partire dal 2035 questa soglia al 5% del PIL[5]. Un ruolo centrale per l’accettazione della proposta statunitense da parte dei paesi europei è stato quello del segretario generale, Mark Rutte, che ha svolto a tal proposito un ruolo da mediatore tra USA e UE[6].

A seguito della discussione, la proposta americana è stata approvata: l’impegno assunto da tutta l’alleanza è quello di spendere il 5% del prodotto interno lordo per la difesa entro il 2035, con il 3,5% destinato alla “difesa dura” (armi, equipaggiamento, munizioni e truppe) e l’1,5% ad ambiti “soft”, come la cybersicurezza, la protezione delle infrastrutture strategiche e l’intelligence[7]. Si tratta di un aumento vertiginoso per buona parte dei paesi aderenti all’alleanza (solo USA, Polonia e alcuni tra i paesi baltici raggiungono già o sfiorano questa soglia), mentre la sola Spagna ha dichiarato che non raggiungerà questa percentuale, pur non opponendosi a un accordo collettivo[6], e insieme a Belgio e Slovacchia potrebbe ottenere deroghe temporanee.

Questa decisione della NATO comporterà nuove misure di austerità e di “lacrime e sangue” che avranno gravi ripercussioni sulla spesa sociale degli stati, i quali dovranno recuperare cifre miliardarie attraverso tasse, prestiti o tagli ad altre voci di spesa, colpendo di conseguenza il già sottofinanziato welfare. Un’analisi condotta dalla New Economics Foundation ha messo in luce come l’obiettivo del 5% farà sì che i membri dell’UE aderenti alla NATO dovranno aumentare il proprio budget per la difesa di 613 miliardi di euro l’anno, corrispondenti al 3,4% dell’intero PIL dell’UE[8].

Sul criminale vertice NATO dell'Aia

Giorgia Meloni è stata attiva promotrice dell’aumento delle spese militari al livello NATO

Con riferimento all’Italia, questa nuova soglia significherà spendere circa il doppio di quanto viene destinato oggi alle spese militari, con un aumento previsto tra i 30 e i 40 miliardi di euro annui. Servirà pertanto l’equivalente di una legge di Bilancio in più per adeguarsi a questa nuova direttiva. Va tuttavia considerato che l’Italia, già sotto procedura d’infrazione UE per eccesso di deficit[9], non potrà per le regole europee aumentare ulteriormente il suo debito pubblico, e quindi dovrà reperire le risorse necessarie all’incremento delle spese militari attraverso l’aumento delle tasse o la drastica riduzione della spesa pubblica in altri settori[10].

Una scelta scellerata, tantopiù in un contesto di disagio sociale diffuso e strutturale che caratterizza il nostro paese, che metterà ulteriormente in discussione i diritti della grande maggioranza della popolazione e di cui il governo Meloni porta pesanti responsabilità politiche. Contrariamente a quanto sostenuto dalla spicciola propaganda dell’opposizione borghese del centro-sinistra, il governo Meloni, lungi dall’aver agito come mera “marionetta” nelle mani degli USA di Donald Trump, è stato attivamente promotore dell’aumento delle spese militari al livello NATO[11], arrivando a impegnare il nostro paese al raggiungimento del 5% del PIL già prima del vertice dell’Aia[12]. Proprio negli scorsi mesi lo stesso governo Meloni aveva ufficializzato con enfasi il raggiungimento della precedente soglia del 2% del PIL in spese militari[13], promuovendo misure volte ad aumentare la reattività militare dell’Italia e a semplificare l’apertura di nuove installazioni militari[14].

Una rinnovata aggressività per l’alleanza

L’aumento della soglia sulle spese militari non è la sola misura rilevante adottata dal vertice, ma rientra nella più ampia strategia di accelerare la trasformazione della NATO in un’alleanza pronta a sostenere uno sforzo militare prolungato e ad affrontare minacce da più teatri contemporaneamente.

Sul criminale vertice NATO dell'Aia

Durante il vertice è stato ribadito il sostegno militare all’Ucraina con la fornitura di armamenti

Per prima cosa è stato ribadito il mantenimento dell’articolo 5 del Trattato Nord Atlantico, il quale stabilisce che se un Paese membro viene attaccato, tutti gli altri lo considerano un attacco contro se stessi e lo aiutano, anche con la forza militare. Trump ha ribadito l’impegno statunitense all’articolo 5 definendolo “solidissimo”, fornendo rassicurazioni ai leader europei a tal proposito[15]. Non si tratta di un caso se si considera il perdurare della guerra in Ucraina e l’aumento delle tensioni in Medio Oriente.

Il vertice ha poi formalizzato una rinnovata aggressività contro i principali avversari del blocco euroatlantico, con la conferma da parte della NATO degli aiuti militari (droni, radar, missili) all’Ucraina[16] e l’aperta presa di mira dei paesi rivali. Il summit ha infatti indicato la Russia come una «minaccia a lungo termine» per «la sicurezza euro-atlantica e alla persistente minaccia del terrorismo»[17], mentre analoghe prese di posizione sono state prese contro l’Iran, arrivando Rutte a complimentarsi con Trump per l’attacco contro i siti nucleari iraniani[7]. Rutte ha inoltre esortato gli stati membri a tenere alta la guardia contro la Cina e i suoi alleati: «Vedete cosa stanno facendo Cina, Corea del Nord e Iran a sostegno dello sforzo bellico della Russia… Quindi tutto questo è interconnesso»[18].

Profitti miliardari per l’industria bellica

La linea stabilita al vertice non solo aumenterà enormemente le tensioni sul piano internazionale, con conseguente rischio di nuovi conflitti e di generalizzazione di quelli già in corso, ma garantirà profitti miliardari all’industria bellica. Il tema della produzione di armamenti è stato infatti al centro del dibattito dell’alleanza. Come evento collaterale al vertice si è inoltre svolto il Forum dell’Industria della Difesa, che ha riunito ministri, esperti e dirigenti del settore (oltre 400 partecipanti) per discutere su come rafforzare l’industria difensiva a una scala “da guerra”[19].

Come affermato da Rutte «dobbiamo vincere questa nuova guerra di produzione. È semplicemente impensabile che la Russia, con un’economia 25 volte più piccola di quella Nato, riesca a superarci in produzione e potenza di fuoco»[20]. Nell’affermare che «l’Europa della difesa si è finalmente svegliata», direttamente ai rappresentanti dell’industria della difesa si è rivolta Ursula von der Leyen in rappresentanza dell’Unione Europea:

Sul criminale vertice NATO dell'Aia

L’intervento di Ursula von der Leyen è stato particolarmente focalizzato sull’industria bellica

«Il futuro dell’Europa si sta scrivendo non solo sulla linea del fronte in Ucraina, ma anche nelle vostre fabbriche. In tempi record, siete riusciti ad aprire nuove linee e ad aumentare la produzione. Vi state adattando alla nuova realtà di una guerra su vasta scala proprio qui, sul suolo europeo.»[21]

Nello stesso discorso, la von der Leyen ha promosso un nuovo approccio volto a integrare la tecnologia militare e quella civile:

«Dobbiamo costruire più ponti tra civile e militare. Molti componenti critici della difesa del XXI secolo sono a duplice uso: microchip, servizi cloud, software, satelliti e intelligenza artificiale. La nostra industria della difesa ha bisogno di accesso fluido al livello più avanzato di queste tecnologie vitali. Ma oggi, i progetti a duplice uso spesso non sono autorizzati a funzionare su piattaforme civili. Cambieremo questa situazione. Permetteremo ai progetti a duplice uso di accedere alle nostre nuove Gigafactory dell’IA, con la loro potenza di calcolo senza pari. E lo stesso vale per il nostro Fondo del Consiglio Europeo per l’Innovazione, destinato alle start-up. Cercheremo questo tipo di sinergia a tutti i livelli. Dobbiamo connettere meglio la nostra industria tecnologica con la nostra base industriale della difesa.»[21]

Proprio nella direzione di garantire profitti stellari all’industria bellica sono andate le politiche dell’UE negli ultimi mesi, a partire da ReArm Europe, e non è un caso se oggi la guerra rappresenta un boccone succulento per gli speculatori che, su quella che per la maggior parte della popolazione è un tragedia, speculano.

Realtà contrapposte, interessi inconciliabili

Il vertice ha messo in luce in maniera plastica l’esistenza di due realtà contrapposte: mentre durante il summit i potenti del mondo, rappresentanti politici delle borghesie euroatlantiche, preparavano la guerra discutendo di riarmo e finanziamenti bellici a scapito delle condizioni di vita degli strati popolari, in molti paesi i comunisti e la classe operaia si mobilitavano contro le loro politiche, dando prova della forza dell’internazionalismo proletario.

Sul criminale vertice NATO dell'Aia

Lo spezzone comunista nella manifestazione di Roma del 21 giugno

Dalla contromanifestazione svoltasi proprio all’Aia e a cui hanno partecipato numerosi i militanti del Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi (NCPN) e di diverse altre organizzazioni aderenti all’Azione Comunista Europea (ACE)[22], alla grande giornata di mobilitazione a Roma, durante la quale sono scese in piazza (tra le due diverse manifestazioni tenutesi in città) decine di migliaia di persone[23], fino al grande corteo del Partito Comunista di Grecia (KKE) contro l’ambasciata statunitense di Atene[24], e molte altre piccole o grandi proteste contro la guerra imperialista in giro per il mondo.

Questa cesura insanabile è sintomo di interessi di classe inconciliabili: da una parte i padroni, che vogliono la guerra e la preparano sacrificando sull’altare del profitto le vite della grande maggioranza della popolazione; dall’altra i lavoratori e gli strati popolari che hanno interesse a strappare la pace e delle condizioni di vita opposte a quelle che la borghesia vorrebbe imporre loro.

È solo con la consapevolezza di questa inconciliabilità che può e deve nascere, in tutti i paesi, un grande movimento contro la guerra imperialista, con alla testa i settori più combattivi e coscienti della classe operaia, e, di conseguenza, i comunisti.

 

Note

[1] Nato: ministra Esteri olandese, vertice 2025 si terrà a L’Aia, Agenzianova.com, 24 maggio 2024.

[2] L’Aia blindata per il vertice Nato. ‘Meglio lavorare da casa’, Ansa.it, 23 giugno 2025.

[3] Navigating the NATO Summit: The Hague’s Traffic Management Strategy for June 2025, Intertraffic.com, 6 maggio 2025.

[4] NATO summit brings tight security and disrupts life in The Hague, Apnews.com, 19 giugno 2025.

[5] NATO Members Will Soon Agree To Raise Defense Spending To 5% Of GDP Over Next Decade, Rubio Says, Forbes.com, 16 maggio 2025.

[6] Wednesday briefing: Why N​ato is rolling out the red carpet for Donald Trump at key summit, Theguardian.com, 25 giugno 2025.

[7] Le conclusioni del vertice Nato: sostegno all’Ucraina e 5% del Pil in difesa. Meloni: «Rafforzerà le imprese italiane», Editorialedomani.it, 25 giugno 2025.

[8] European defence spending soars, but climate and care are still ​‘unaffordable’?, Neweconomics.org, 23 giugno 2025.

[9] Conti pubblici, Ue apre procedura di infrazione per l’Italia per deficit eccessivo, Tg24.sky.it, 19 giugno 2024.

[10] Nato, quanto costa all’Italia il nuovo obiettivo del 5% del Pil?, Adnkronos.com, 25 giugno 2025.

[11] Meloni: ‘Le spese della Nato non toglieranno un euro agli italiani’, Ansa.it, 26 giugno 2025.

[12] Meloni dice sì al riarmo: “Rispetteremo l’impegno del 5% del Pil in spese militari”, Lanotiziagiornale.it, 23 giugno 2025.

[13] La strategia bellicista dell’Italia: un’analisi delle ultime iniziative del governo Meloni, Lordinenuovo.it, 29 maggio 2025.

[14] Più basi militari e più reattività in collaborazione con la NATO: nuove proposte in nome dello sforzo bellico, Lordinenuovo.it, 20 giugno 2025.

[15] Nato leaders confirm defence spending will rise to 5% of GDP and say support for members is ‘ironclad’ – as it happened, Theguardian.com, 25 giugno 2025.

[16] Trump meets with Zelenskyy and says higher NATO defense spending may deter future Russian aggression, Apnews.com, 25 giugno 2025.

[17] The Hague Summit Declaration, Nato.int, 25 giugno 2025.

[18] Rutte avverte la NATO su Russia e Cina, von der Leyen: Difesa UE si è risvegliata, Euractiv.it, 24 giugno 2025.

[19] About the Defence Industry Forum, English.defensie.nl.

[20] Al Summit dell’Aja la Nato cambia passo, non c’è più tempo da perdere. Il commento di Caruso, Formiche.net, 25 giugno 2025.

[21] Speech by President von der Leyen at the opening session of the NATO Summit Defence Industry Forum, Europa.eu, 24 giugno 2025.

[22] Post del NCPN su Instagram, 23 giugno 2025.

[23] Le foto delle due manifestazioni a Roma contro il riarmo e la guerra, Ilpost.it, 22 giugno 2025.

[24] The KKE and KNE responded quickly with militant mobilisations, Inter.kke.gr, 23 giugno 2025.

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Lorenzo Vagni

Lorenzo Vagni, classe 1993, laureato in Ingegneria Elettronica. Militante comunista dal 2015 nel FGC e dalla sua fondazione nel FC, ha ricoperto per anni incarichi di rappresentanza degli studenti all'Università di Roma "La Sapienza". È autore di diversi articoli per il giornale della gioventù comunista, Senza Tregua. Collabora con L'Ordine Nuovo su argomenti di politica e attualità.

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