L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • Referendum: una débâcle sulla pelle dei lavoratori

  • Il ruolo di Mærsk nel genocidio israeliano a Gaza e come vettore dell’imperialismo statunitense

  • Vita politica internazionale – Trentacinquesimo numero

  • Rispondere alla crisi abitativa con i pugni chiusi: centralità e trasversalità rivoluzionaria nel movimento per l’abitare

  • Sul ruolo dell’imperialismo nel transfemminicidio e nella LGBT+fobia in Francia e nel resto del mondo

  • Le elezioni in Venezuela, democrazia simulata, una valanga di irregolarità

  • La pretesa di una “Turchia libera dal terrore” e la nostra lotta per una “Turchia libera dallo sfruttamento”

  • “Il giorno dopo” nella Striscia di Gaza è già arrivato: uccisioni, privatizzazione degli aiuti, fame per la popolazione e pulizia etnica

  • Campagne di diffamazione, ghigliottina digitale e terrorismo da tastiera

  • Aumento dell’età pensionabile e condizioni della classe operaia in Danimarca

Politica
Home›Politica›Non chiamateli traditori

Non chiamateli traditori

Di Tiziano Censi
10/04/2020
3688
0
Condividi:
Gualtieri

La categoria del tradimento può applicarsi a coloro i quali vengono meno alla lealtà nei confronti di un gruppo di appartenenza, nei confronti di un legame con una persona o un gruppo di persone tradendo le aspettative o la fiducia riposta, sposando gli interessi o le prerogative di un gruppo rivale, avversario o nemico. Si viene meno al sostegno di un proprio alleato sposando la causa del nemico. Questo è il succo del tradimento.

In ambito militare può tradirti un battaglione del tuo esercito, non potrai mai essere tradito da uno dell’esercito nemico, in ambito amoroso si viene traditi dal proprio partner non certo da quello del proprio amico.

E allora, sarebbe un errore considerare Gualtieri, che ieri ha trovato un accordo per l’utilizzo del MES per l’emergenza sanitaria, un traditore. Non sto, ovviamente, dicendo che l’accordo raggiunto in eurogruppo sarà favorevole alle classi popolari europee. Anzi: il MES è uno strumento che le classi dominanti utilizzeranno contro i lavoratori e le classi popolari, come tutte le politiche europee che sono state approvate in questi anni. Le politiche europee di questi anni, la stessa costituzione dell’Unione Europea, sono nemici dei lavoratori e delle classi popolari perché rappresentando in modo diretto gli interessi del grande capitale.

La trattativa a cui abbiamo assistito in questi giorni tra i paesi della zona euro era volta ad individuare gli strumenti più convenienti a ciascun gruppo nazionale per affrontare la crisi economica che inevitabilmente seguirà la crisi sanitaria. Il sottinteso di tutte le misure proposte, comune a tutti gli stati europei, richiesto perfino da chi fino a ieri sosteneva con maggiore enfasi le politiche di rigore ed equilibrio sui bilanci, è che i costi economici delle imprese ricadano sui bilanci statali, che si facciano manovre a debito e si collettivizzino le perdite. Su questa linea si sono esposti tutti i principali attori, e persino l’ex Presidente della BCE Mario Draghi. In un attimo la maggioranza degli alfieri del neoliberismo si è immediatamente riscoperta a favore di un massiccio intervento pubblico di sostegno diretto alle grandi imprese. D’altronde non si tratta di un fatto nuovo, ma di una circostanza che si ripete in ogni congiuntura di crisi economica. Lo stesso Marx, quasi duecento anni fa, scrisse: “il patrimonio dell’intera società che il governo rappresenta, dovrebbe ripianare le perdite dei capitalisti privati. Questo genere di “comunismo” in cui la reciprocità è assolutamente unilaterale, esercita una certa attrattiva sui capitalisti europei”. Ciò che si discute nelle sedi europee sono semplicemente – si fa per dire – le quote nazionali di questo ennesimo sacrificio richiesto alle classi popolari, e parallelamente le quote del guadagno che i rispettivi monopoli bancari e industriali trarranno dagli accordi.

Il MES è un meccanismo negativo per le classi popolari di tutta l’Unione Europea. Ma è anche il terreno dove si gioca un enorme scontro tra settori capitalistici nazionali. Non è un caso che l’intera classe politica italiana – governo e opposizione – abbia espresso a vario titolo un giudizio negativo sul MES, perché negativo era anche il giudizio della Confindustria e della maggioranza delle imprese italiane, che propende per la soluzione degli eurobond.

BocciaNon è neppure un caso che in questo pressing, il testo finale dell’accordo è stato una sintesi degli interessi contrapposti, ricevendo anche il plauso di Confindustria. Proprio oggi il Presidente degli industriali Boccia ha dichiarato: «La consapevolezza in chiave europea, comincia a dare un primato alla politica europea. Qui serve sia il MES senza condizioni che gli eurobond perché abbiamo 3 fasi: garantire la liquidità alle imprese, cominciare a pensare a come riaprire compatibilmente con le indicazioni scientifiche, e compensare con una forte operazione di investimenti pubblici europei». Boccia si è anche sbilanciato dando un voto positivo all’accordo siglato dal Governo. «Darei un 7 – ha detto Boccia –  intanto comincia a esserci una consapevolezza in chiave europea, occorre avere chiaro di combattere due guerre: una al virus e l’altra evitare che la recessione che subiremo non diventi addirittura depressione».[1]  Non è un caso infine, che subito dopo la firma dell’accordo, il Governo italiano abbia rilanciato sugli eurobond facendo propria la stessa identica visione della Confindustria.

In questi giorni il nostro giornale analizzerà nel dettaglio le misure prese sia a livello europeo che nazionale, che nella sostanza ricalcano le stesse linee guida di difesa delle imprese che si discutono anche ai tavoli internazionali.

Alla luce di tutto questo, non si può definire quello del governo un tradimento perché Conte, Gualtieri e compagnia hanno sempre giocato nella squadra avversaria, ossia dalla parte del grande capitale. La Confindustria ha dato disco verde all’accordo, e il Governo lo ha firmato. Il Governo italiano gioca nella squadra in cui giocano tutti i governi europei che certamente si confrontano cercando di spostare l’ago della bilancia ciascuno verso i propri interessi nazionali, ma questi interessi sono quelli delle borghesie nazionali di ciascun paese, mai delle classi popolari europee, che al massimo ricevono le briciole di un accordo più favorevole strappato dalla propria borghesia nei confronti di quella di un altro paese.

L’idea del tradimento invece, finisce per confondere i piani e prestarsi all’idea comune che il governo stesse contrattando per l’Italia, che abbia tradito l’Italia. Si presta in questo modo il fianco ad una visione interclassista che fa sponda alla retorica del siamo tutti sulla stessa barca. Si asseconda l’idea che, magari, un governo più coraggioso sarebbe riuscito a portare a casa un risultato migliore nel confronto con gli altri Paesi. Questo sarebbe il gioco del sostegno alla propria borghesia nella speranza di poter assaporare le briciole, ma a tale gioco le regole le fanno i padroni e danno anche le carte. Noi a questo tavolo non ci sediamo.

Il governo non ha tradito, ha sempre giocato per la squadra avversaria. Se si accetta la categoria del tradimento per descrivere l’atteggiamento del Governo, si accetta implicitamente che l’oggetto del tradimento sia l’Italia, quindi la comunità nazionale intesa nel suo complesso, come entità unica al cui comando siedono i rappresentanti delle classi dominanti. Al tradimento può inneggiare la destra italiana, come sta facendo in queste ore, che ha come riferimento l’ottica interclassista e nazionalista. Utilizziamo le nostre categorie che hanno come riferimento le classi sociali, in cui chi siede oggi al Governo del Paese rappresenta gli interessi delle classi dominanti. Sono nemici dei lavoratori e delle classi popolari, non traditori, perché non hanno mai giocato nella nostra squadra.

[1] https://www.ilsole24ore.com/art/boccia-servono-sia-mes-sia-eurobond-ADNqHUJ

TagconfindustriacoronaviruscrisigovernoimpreseMESrecessioneunione europea
Articolo precedente

Continuare a produrre o perdere gli appalti: ...

Articolo successivo

Operatori ecologici: una categoria essenziale abbandonata al ...

11
Condiviso
  • 11
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Tiziano Censi

Nato a Roma nel 1993, laureato in Scienze Politiche. È stato responsabile organizzazione del FGC ed è membro dell'Ufficio Politico del Fronte Comunista. Collabora con L'Ordine Nuovo su argomenti di politica e cultura.

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Vita politica internazionale – Trentaquattresimo numero
    Vita politica internazionale

    Vita politica internazionale – Trentaquattresimo numero

    25/05/2025
    Di Redazione
  • italexit
    Classe e partito

    La collocazione dell’uscita dall’UE nella strategia per il socialismo

    08/08/2020
    Di Domenico Moro
  • Euro
    Capitale/lavoro

    Lo stato al fianco delle imprese: socializzare le perdite, privatizzare i profitti

    08/05/2020
    Di Redazione
  • Conferenza su Lenin introduzione KKE
    Vita politica internazionale

    Vita politica internazionale – Quarto numero

    09/05/2021
    Di Redazione
  • Antonio Gramsci
    Classe e partito

    Contro ogni fatalismo: Antonio Gramsci e la rivoluzione del popolo

    13/10/2020
    Di Redazione
  • Lavoratrice Smart Working
    Capitale/lavoro

    Smart working: sfruttamento e riduzione dei diritti

    19/04/2020
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Politica

    L’Interruzione di gravidanza ai tempi del Covid-19

  • Storia di classeTribuna

    Ambrogio Donini, Interstampa e lo “strappo”

  • Sulla resistenza comunista nel campo di concentramento di Buchenwald 1937-1945
    VPI - Articoli

    Sulla resistenza comunista nel campo di concentramento di Buchenwald 1937-1945

Leggi anche…

Sulla guerra in Medio Oriente

Sulla guerra in Medio Oriente

09/09/2024 | By Redazione

Ascesa della destra e miseria del riformismo: un’analisi critica delle elezioni francesi

04/08/2024 | By Redazione

Il sostegno alla causa palestinese sotto attacco anche in Danimarca

11/07/2024 | By Francesco Cappelluti

L’approvazione della “Ley Bases” e la situazione nell’Argentina di Milei

10/07/2024 | By Redazione
Da Suviana a Casteldaccia: la sicurezza sul lavoro resta una chimera

Da Suviana a Casteldaccia: la sicurezza sul lavoro resta una chimera

04/06/2024 | By Daniela Giannini
Fallout: la guerra e le contraddizioni del capitalismo

Fallout: la guerra e le contraddizioni del capitalismo

28/04/2024 | By Lorenzo Vagni
I settemila passi. Morire di lavoro accanto a una passerella elettorale

I settemila passi. Morire di lavoro accanto a una passerella elettorale

01/02/2024 | By Redazione
La vergognosa strumentalizzazione del Giorno della Memoria

La vergognosa strumentalizzazione del Giorno della Memoria

27/01/2024 | By Lorenzo Vagni

Investimenti in crescita e interdipendenza: gli interessi del capitale italiano in Israele

26/01/2024 | By Domenico Cortese

Il metodo di Lenin nella costruzione del partito rivoluzionario

21/04/2020 | By Concetto Solano
Foibe: revisionismo e propaganda fascista. Intervista ad Alessandra Kersevan

Foibe: revisionismo e propaganda fascista. Intervista ad Alessandra Kersevan

10/02/2025 | By Redazione
Gino Donè Paro

Gino Donè Paro: “l’Italiano” tra Fidel Castro e Che Guevara

18/05/2020 | By Redazione
Vita politica internazionale – Trentaduesimo numero

Vita politica internazionale – Trentaduesimo numero

27/04/2025 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.