L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Storia di classe
    • Film e TV
    • Musica
    • Libri
    • Pillole di storia
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Lenin 150
    • Centenario PCdI

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Storia di classe
    • Film e TV
    • Musica
    • Libri
    • Pillole di storia
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Lenin 150
    • Centenario PCdI
Notizie dal mondo
Home›Notizie dal mondo›Cuba – non parliamo di embargo: il bloqueo è un atto di guerra

Cuba – non parliamo di embargo: il bloqueo è un atto di guerra

Di Redazione
21/04/2020
3288
0
Condividi:
L'Avana - Cuba

Sono praticamente passati sessant’anni da quando è cominciato il blocco statunitense contro Cuba, dichiarato ufficialmente attivo dal governo di John Fitzgerald Kennedy il 7 febbraio del 1962, mentre politiche e azioni di blocco erano già state intraprese dal 1959, poco dopo la vittoria della Rivoluzione sul regime filo-americano di Batista. Sul bloqueo sono tornati i riflettori in questi ultimi giorni dopo che il governo cubano aveva denunciato la sospensione della vendita a Cuba di ventilatori polmonari da parte dell’azienda fornitrice. In Italia è partita subito la campagna di solidarietà #Cubarespira lanciata dal Fronte della Gioventù Comunista, che ha evidenziato come la criminalità e l’illegalità di questo atto contro la stessa esistenza dello Stato cubano non si sia fermata neppure di fronte a questioni sanitarie legate all’attuale emergenza. Cuba, ci ricorda il comunicato del FGC[1], per quanto abbia un sistema sanitario all’avanguardia e con a disposizione le necessarie strutture e posti letto, oltre a un’adeguata presenza di personale sanitario, rimane un’isola di 11 milioni di abitanti che non può vivere esclusivamente chiusa in se stessa e necessità di un commercio con l’estero per garantirsi alcuni beni essenziali.

Brigata medica cubana

Fra questi, vi sono i ventilatori polmonari che l’agenzia governativa Medicuba ha cercato di acquistare invano dalle aziende con cui si riforniva in precedenza: IMT Medical AG e Acutronic. Queste, essendo state recentemente comprate da una compagnia statunitense, hanno ricevuto nuove direttive, fra cui quella di divieto di commercio estero con Cuba, anche per le attrezzature considerate vitali per assistere pazienti affetti da Covid-19.

Questa situazione, per quanto si mostri esplicitamente in tutta la sua efferatezza, è solo la punta di un iceberg che è presente da decenni ed è causa di danni enormi all’economia e al popolo cubani. L’iceberg di cui parliamo è appunto il blocco totale imposto dagli USA su Cuba, da non confondere semplicemente con il concetto di embargo. Si tratta di un attacco all’economia cubana prolungato, consistente nell’impedire rapporti e comunicazioni con l’estero con l’obiettivo di portare alla resa, a causa dei danni causati, la realtà assediata. Il blocco, per come è stato definito nel 1909 dalla Conferenza Navale di Londra, è un’azione di guerra, dunque utilizzabile esclusivamente fra belligeranti. La mancanza del blocco fra gli strumenti “pacifici” di sanzione internazionale ancor più evidenzia l’ingiustificabilità della repressione statunitense verso Cuba, senza contare l’ultima votazione compiuta alle Nazioni Unite contro il bloqueo, dove tutti gli Stati votanti hanno dato parere favorevole, eccetto gli Stati Uniti, Israele e il Brasile (3 contro 187, oltre a due astenuti, Colombia e Ucraina).

Donald Trump

I danni causati dal bloqueo sono enormi, come evidenzia il rapporto che il Ministero degli Affari Esteri stila annualmente. L’ultimo report[2], oltre a evidenziare la rinnovata ostilità sostenuta dall’amministrazione Trump e il continuo ricorrere a false accuse di violazione di diritti umani per giustificare il blocco, afferma che da aprile 2018 a marzo 2019 i danni economici causati da esso sono stati equivalenti alla perdita di più di 4,3 miliardi di dollari. I danni totali nei sei decenni di applicazione del bloqueo invece, calcolando anche il deprezzamento del dollaro, equivalgono a quasi 139 miliardi di dollari. Tutto ciò rappresenta un freno enorme allo sviluppo dell’economia socialista cubana e al raggiungimento degli obiettivi di sviluppo sostenibile che il paese si è dato per il 2030, oltre al superamento delle difficoltà riguardanti il presente. A settembre dell’anno scorso, il ministro degli Esteri de l’Avana Bruno Rodriguez ha dichiarato, alla presentazione dell’ultimo report sul blocco statunitense, come fra le principali difficoltà attuali vi siano lo sviluppo del turismo – importante fonte di ricavi per il paese – e l’approvvigionamento di carburante e di medicine. Come si è potuto vedere con gli ultimi avvenimenti, questa situazione problematica non si è attenuata di fronte all’emergenza sanitaria, ma ha proseguito nonostante le denunce pervenute da più parti del mondo contro la violenza perpetrata dagli Stati Uniti.

Alcuni penseranno: in fondo si tratta di un blocco che riguarda le aziende statunitensi, nulla vieta ad altri paesi di commerciare con Cuba. Al di là delle ovvie difficoltà a commerciare con paesi più distanti geograficamente e tralasciando come moltissime aziende siano legate agli Stati Uniti, in realtà la natura del blocco assume sempre più carattere internazionale, al punto che molte compagnie, specie occidentali, hanno paura a cominciare o proseguire relazioni economiche con Cuba per possibili ritorsioni del governo americano.

Esempio emblematico dell’attuale situazione è l’attuazione, avvenuta ad aprile dell’anno scorso, del titolo III dell’Helms-Burton Act del 1996, con cui l’amministrazione Trump ha dato la possibilità agli americani di citare in giudizio società statunitensi e internazionali che ottengono profitti da proprietà nazionalizzate dopo la rivoluzione cubana del 1959. Fra le aziende già citate in tribunale, troviamo colossi come American Airlines, Société générale e Amazon Inc. Tra i risultati della stretta repressiva, si può notare anche la decisione di molti istituti bancari – come la banca svizzera PostFinance o la Multibank di Panama – di non processare più transazioni di account legati al territorio cubano, di fronte alla possibilità di ricevere pesanti multe. Per quanto alcune società stiano comunque cercando di continuare le relazioni economiche con Cuba, ingegnandosi in vari modi per aggirare il rischio di sanzioni, la maggioranza sta comunque rivalutando i propri piani a breve e lungo termine, di fronte alla mancanza di sicurezze che l’aumento del blocco sta implicando. Il risultato è che lo Stato cubano ha sempre più difficoltà a finanziare i propri progetti, come la produzione di zucchero e lo sviluppo delle energie alternative fra gli esempi.

Il blocco allo Stato cubano è un atto criminale, ingiustificato e che causa danni enormi al popolo del paese: questo è ovvio. La domanda che sorge, però, è: per quale motivo gli Stati Uniti continuano a perseguire questa politica genocida contro un’isola di 11 milioni di abitanti? Contro una realtà che non rappresenta nessuna minaccia a livello economico e tanto meno militare?

CubaSono chiarificatrici le parole pronunciate da Fidel Castro il 16 aprile del 1961[3], quando, proclamando per la prima volta il carattere socialista della rivoluzione, ricordò che la guerra fra Stati Uniti e Cuba non è una guerra fra potenze imperialistiche, ma fra due differenti sistemi: il capitalismo e il socialismo. Se gli Stati Uniti hanno deciso di cominciare questa guerra – e continuano tutt’ora a perseguirla – non lo stanno facendo per evitare di perdere fette di mercato o di essere colpiti da Cuba, essendo questa uno Stato rimasto fedele all’internazionalismo e alla pace e collaborazione fra popoli. La guerra portata avanti dal blocco – che è, appunto, un’azione di guerra a tutti gli effetti – rappresenta la volontà capitalista di strozzare l’unico Stato del continente americano che prosegue in  una direzione socialista. Ciò che fa veramente paura al governo degli Stati Uniti è che uno Stato, per quanto piccolo o insignificante nello scacchiere geopolitico, sia capace di dimostrare che un’alternativa al capitalismo esiste. Che si può anteporre il benessere della collettività e gli interessi del popolo ai profitti di pochi padroni. Questo perché, di fronte ad un sistema capitalista sempre più immerso in contraddizioni e da cui scaturiscono forti conflitti sociali, l’esempio di un’alternativa seria e di classe potrebbe essere un simbolo di riscatto per tutte quelle persone che sono costrette a vivere in una società che si fonda sulle disuguaglianze e che, per continuare a sussistere, deve mantenere i propri cittadini nell’ignoranza. La coscienza di classe è la peggiore malattia per il capitalismo: questo, i padroni statunitensi e non solo lo sanno molto bene.

Cuba risulta così colpevole di puntare prima di tutto al benessere collettivo del proprio popolo – nonché di quello degli altri popoli, come le due brigate mediche cubane giunte in Italia ci hanno dimostrato. Una colpa che, nonostante il blocco, ha portato Cuba a essere un paese all’avanguardia nel garantire a ciascun cittadino una vita dignitosa, indipendentemente dalla ricchezza o posizione sociale di ciascuno. Così, mentre Cuba viene riconosciuta da diversi organi internazionali come un paese con un sistema sanitario fra i più avanzati, nonché come realtà capace di garantire i diritti e bisogni fondamentali del proprio popolo con un sistema di sviluppo sostenibile anche a livello ambientale[4], gli Stati Uniti perseverano in una guerra senza alcuna giustificazione se non quella della lotta di classe. Per concludere, riprendendo Fidel Castro: non è una guerra fra potenze imperialistiche, è una guerra fra capitalismo e socialismo. Fra lo sfruttamento dei popoli e la liberazione di essi.

[1] http://www.gioventucomunista.it/cubarespira-aiutiamo-chi-ci-aiuta-appello-alla-mobilitazione-contro-il-bloqueo/.

[2] Versione tradotta dall’Associazione Nazionale di Amicizia Italia-Cuba: https://italiacuba.it/2019/10/10/cuba-contro-il-blocco/.

[3] Per approfondire, si veda l’articolo https://www.lordinenuovo.it/2020/04/16/fidel-castro-annuncia-il-carattere-socialista-della-rivoluzione-16-aprile-1961/.

[4] https://morningstaronline.co.uk/article/w/cuba-found-to-be-the-most-sustainably-developed-country-in-the-world-new-research-finds oppure si veda il seguente articolo che riassume il sistema di sviluppo sostenibile a Cuba: https://www.gazzettafilosofica.net/2019-1/dicembre/l-uomo-e-la-natura-il-caso-cubano/.]

TagboqueocomunismocoronavirusCubaCubarespiraFidel Castroimperialismosocialismo
Articolo precedente

I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO AI TEMPI DELLA ...

Articolo successivo

Il mistero del leninismo

1
Condiviso
  • 1
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Redazione

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Industria
    Capitale/lavoro

    Il sistema di produzione capitalistico e la crisi ecologica

    30/04/2020
    Di David Tranquilli
  • Lavoratrice Smart Working
    Capitale/lavoro

    Smart working: sfruttamento e riduzione dei diritti

    19/04/2020
    Di Redazione
  • vaccino economia politica
    Notizie dal mondo

    Il vaccino chi salverà? – Parte I: l’economia politica dei vaccini

    28/01/2021
    Di Redazione
  • Lenin150

    Lenin e l’imperialismo come categoria economico-politica

    21/04/2020
    Di Guido Ricci
  • Assemblea 12 luglio
    Rassegna operaia

    Comunicato conclusivo della prima assemblea nazionale dei lavoratori combattivi

    22/07/2020
    Di Redazione
  • Gualtieri
    Politica

    Non chiamateli traditori

    10/04/2020
    Di Tiziano Censi

Ti potrebbe interessare

  • Politica

    Forniture militari italiane fra dubbi di legittimità e business delle armi

  • Ancora una volta, segnali contraddittori per la soluzione del conflitto in Donbass, ma che, in ogni caso, sfociano nella continuità dell'aggressione terroristica seguita da Kiev e dai suoi mandanti, sia che sulla poltrona presidenziale sieda il businessman Petro Porošenko o che, come dall'aprile 2019, l'amico dell'oligarca Igor Kolomojskij, l'attore Vladimir Zelenskij.
    Notizie dal mondo

    Kiev straccia di fatto gli accordi di Minsk sul Donbass

  • Rassegna operaia

    Yoox, storia di ordinario sfruttamento, intervista a una lavoratrice

Leggi anche…

Calabria sanitari covid basta precarietà

Altro che eroi, assunti per l’emergenza Covid e ora rischiano il posto: la mobilitazione degli operatori sanitari in Calabria

30/06/2021 | By Domenico Cortese
Adil Belakhdim ucciso al deposito Lidl di Biandrate

La morte di Adil: l’attacco dei padroni e la risposta di classe

18/06/2021 | By Redazione
Electrolux_Operai al lavoro

Electrolux: lavoratori e delegati bocciano il contratto integrativo firmato da funzionari sindacali e dirigenza

01/06/2021 | By Redazione
Lavoratore_edile

La deresponsabilizzazione dei padroni miete vittime: dalla morte di Luana D’Orazio ai primi dati del 2021 sulla sicurezza sul lavoro

20/05/2021 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

Archivio

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.
Questo sito web utilizza cookie per migliorare l'esperienza dei visitatori. Se non sei d'accordo, puoi scegliere di rifiutare l'utilizzo dei cookie.ImpostazioniACCETTO
Privacy & Cookies Policy

Panoramica

Questo sito web utilizza i cookie per migliorare l'esperienza di navigazoine. Alcuni di questi cookie sono necessari per il le funzionalità di base dei sito web. Utilizziamo anche cookie di terze parti che ci consentono di analizzare e comprendere come utilizzi il nostro sito. Questi cookie verranno salvati nel tuo browser solo se acconsenti. Puoi rifiutare l'utilizzo dei cookie. In questo caso, la tua esperienza di navigazione potrebbe non essere ottimale.
Necessary
Sempre abilitato
I cookie necessari sono essenziali per il corretto funzionamento del sito web. Questa categoria comprende soltanto cookie che assicurano le funzionalità di base e la sicurezza del sito. Tramite questi cookie non vengono salvati dati personali.
Non-necessary
Tutti i cookie che non sono strettamente necessari per il funzionamento del sito e sono utilizzati in modo specifico per raccogliere dati personali attraverso analisi, annunci e altri contenuti incorporati sono definiti come non necessari. Il consenso dell'utente è obbligatorio affinché questi cookie possano essere utilizzati sul sito web.
Functional
Functional cookies help to perform certain functionalities like sharing the content of the website on social media platforms, collect feedbacks, and other third-party features.
Performance
Performance cookies are used to understand and analyze the key performance indexes of the website which helps in delivering a better user experience for the visitors.
Analytics
Analytical cookies are used to understand how visitors interact with the website. These cookies help provide information on metrics the number of visitors, bounce rate, traffic source, etc.
Advertisement
Advertisement cookies are used to provide visitors with relevant ads and marketing campaigns. These cookies track visitors across websites and collect information to provide customized ads.
Others
Other uncategorized cookies are those that are being analyzed and have not been classified into a category as yet.
ACCETTA E SALVA