Nasce l’Azione Comunista Europea: un importante avanzamento nella ricostruzione del movimento comunista internazionale
La crisi generale del capitalismo monopolistico e l’incremento esponenziale dello scontro interimperialista, anche sul piano militare, acuiscono le divisioni e il confronto ideologico-politico all’interno del Movimento Comunista Internazionale e dei singoli partiti che ne fanno parte. Il superamento della crisi del movimento comunista è ancora un obiettivo lontano, ma i segnali positivi non mancano e, tra questi, vi è sicuramente la fondazione il 18 novembre 2023 ad Atene dell’Azione Comunista Europea, una nuova forma di collaborazione coordinata a livello politico e organizzativo tra partiti comunisti e operai del continente europeo, appartenenti o meno all’Unione Europea e di paesi geograficamente prossimi, avente per obiettivo il rafforzamento dell’attività rivoluzionaria.
Il contesto: dalla crisi degli anni 1990 all’Iniziativa Comunista Europea
I fatti del 1989-1991, con la vittoria temporanea della controrivoluzione che ha posto fine alle esperienze socialiste in URSS e nei paesi dell’Europa orientale, hanno determinato nel movimento comunista internazionale una crisi tuttora irrisolta. Diversi partiti comunisti si sciolsero o si trasformarono in partiti a vocazione socialdemocratica, pienamente compatibili con il capitalismo. In Italia, il PCI completò il proprio processo di snaturamento di classe e degenerazione politico-ideologica. Il revisionismo, il riformismo e l’opportunismo condensati nelle posizioni eurocomuniste trovarono soluzione nell’autoliquidazione del PCI, che diede vita ad un’entità originariamente socialdemocratica (PDS), successivamente trasformatasi in un partito liberal-democratico, dopo la confluenza in esso di consistenti schegge della vecchia DC.
Un primo e sostanziale passo per fare uscire il Movimento Comunista Internazionale dallo stato di disgregazione in cui versava fu compiuto nel 1999 su iniziativa del Partito Comunista di Grecia (KKE), che avviò gli Incontri Internazionali dei Partiti Comunisti e Operai (IMCWP) e la piattaforma internet Solidnet.org, un terreno scambio di informazioni tra i PC che permettesse loro di confrontare le proprie esperienze e mantenere vivo il dibattito sui temi politici e ideologici e la relativa elaborazione teorica.
Un secondo, non meno significativo passo fu l’inizio della pubblicazione della Rivista Internazionale Comunista nel 2009, sempre su iniziativa del KKE. La Rivista, tuttora operante, ha fornito nel tempo validi contributi di elaborazione ideologica e sviluppo creativo del marxismo-leninismo attraverso articoli teorici su importanti temi di rilevanza attuale per il movimento operaio e comunista. Nel novembre 2023 il comitato di redazione della Rivista ha provveduto ad aggiornare alla realtà corrente e rendere più rigorosi i principi ideologici sulla base dei quali la Rivista opera.
Nel 2013 viene fondata l’Iniziativa dei Partiti Comunisti e Operai d’Europa (ICE), una forma di cooperazione tra i PC dei paesi UE e confinanti: non nasce per diventare un partito politico unitario, né un partito “europeo” nella forma dei gruppi parlamentari in UE, ma, come descritto nella dichiarazione fondativa, si propone di sviluppare l’analisi comune sulle problematiche connesse all’UE come polo imperialista con il fine di individuare una soluzione alternativa per i popoli d’Europa con l’uscita unilaterale dei paesi da UE e NATO.
Durante i sui 10 anni di vita, l’ICE ha portato avanti un lavoro comune con dichiarazioni congiunte che hanno permesso di orientare su basi rivoluzionarie l’azione dei PC su molte questioni, come, per esempio, i diritti del lavoro, l’antifascismo, la lotta contro l’anticomunismo, le questioni ambientali e la solidarietà agli immigrati.
Come si legge nella dichiarazione della Segreteria dell’ICE, lo scioglimento deciso nel settembre 2023 è legato all’incompatibilità politico-ideologica tra i principi fondativi dell’ICE e le posizioni di alcuni PC, le cui ambigue valutazioni sugli avvenimenti in Kazakistan (ne abbiamo parlato qui e qui) e sulla guerra imperialista in Ucraina, si sono aggiunte a preesistenti divergenze e fratture. Alcuni PC hanno purtroppo manifestato posizioni xenofobe e razziste nei confronti degli immigrati, altri hanno formulato giudizi non scientifici e fuorvianti sulla natura di classe e sul ruolo internazionale del capitalismo russo e di quello cinese. Sono apparsi anche articoli a sostegno di esponenti borghesi come Orban o Trump, per giustificare alleanze politiche o coalizioni elettorali con forze di destra o apertamente fasciste, su parole d’ordine sovraniste e reazionarie. Delle ramificazioni italiane di queste tendenze abbiamo scritto qui. Infine, alcuni PC facenti parte dell’ICE avevano anche aderito contemporaneamente a un raggruppamento internazionale, la Piattaforma Mondiale Antimperialista, fondata provocatoriamente nel 2022 in aperta contrapposizione agli IMCWP, a Solidnet e all’ICE con lo scopo di coinvolgere i PC nel sostegno delle borghesie russa e cinese (ne abbiamo ampiamente dato conto qui).
Nasce l’Azione Comunista Europea
Il 18 novembre 2023 si è tenuta ad Atene la riunione costitutiva dell’Azione Comunista Europea (European Communist Action – ACE), che ha visto la partecipazione di 12 organizzazioni: il Partito Comunista di Grecia, il Partito del Lavoro d’Austria, il Partito Comunista Operaio – per la Pace e il Socialismo (Finlandia), il Partito Comunista Rivoluzionario di Francia, il Partito dei Lavoratori d’Irlanda, il Fronte Comunista (Italia), il Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi, il Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna, il Partito Comunista di Svezia, il Partito Comunista Svizzero, il Partito Comunista di Turchia e l’Unione dei Comunisti di Ucraina.
L’auspicio è che il numero di partiti aderenti aumenti nel tempo: ci si pone infatti l’obiettivo di ricercare l’azione congiunta con tutti i PC, anche di altri continenti, con i quali ci siano posizioni ideologico-politiche comuni.
La Dichiarazione costitutiva è disponibile in lingua italiana a questo link: i punti politici salienti sono ovviamente il giudizio sulla natura di classe dell’UE, descritta come “centro imperialista […] allineato con USA e NATO”; la concezione della fase imperialista del capitalismo monopolistico come categoria economico-politica, non limitata alla politica estera aggressiva (contro, quindi, l’idea che possano esistere capitalismi “anti-imperialisti” – incluse le illusioni “del XXI secolo” o con “caratteristiche cinesi”), il riferimento costante al socialismo scientifico come principio fondativo, l’opposizione a nazionalismo, razzismo, fascismo e xenofobia, sottolineando una cesura netta con quelle posizioni. Di profonda attualità sono anche la lotta alla devastazione ambientale del pianeta attuata dal sistema capitalistico, causa dei cambiamenti climatici, delle ondate di fame e povertà e delle dolorose migrazioni e il rifiuto delle “transizioni ecologiche” proposte dalla propaganda borghese.
Criterio politico non meno importante è il giudizio positivo sull’esperienza della Rivoluzione d’Ottobre, dell’URSS e del socialismo realizzato nel XX secolo, insieme all’affermazione dell’attualità e necessità della transizione al socialismo tramite i principi scientifici del marxismo-leninismo.
La differenza rispetto all’ICE è la più precisa definizione del perimetro politico-ideologico e delle condizioni per l’adesione, nonché la previsione di meccanismi di espulsione in caso di incompatibilità con i principi fondativi. L’Azione avrà la forma di un organismo di collaborazione coordinata, non solo di consultazione, con vincoli politici basati sui punti principali espressi nella Dichiarazione costitutiva. Per quanto riguarda i processi decisionali, la Dichiarazione Costitutiva e lo Statuto sono modificabili solo all’unanimità, mentre ogni altra decisione, ferma restando la ricerca dell’unanimità come criterio politico, potrà essere presa a maggioranza qualificata, qualora non si raggiunga l’unanimità.
Tra i compiti principali dell’ACE vi sarà quindi lo sviluppo dell’analisi delle istituzioni dell’Unione Europea e delle loro politiche, nonché dell’azione dei monopoli europei all’interno della competizione interimperialistica, per sviluppare la lotta per l’uscita unilaterale dall’UE e dalla NATO in direzione del socialismo. L’ACE favorirà lo sviluppo dei rapporti bilaterali tra i partiti che ne fanno parte, al fine di stimolarne la crescita e i legami con la classe operaia, contribuendo all’elaborazione di tattiche e strategie dell’azione rivoluzionaria in ciascun paese. Infine, vengono poste le basi per lo sviluppo dei rapporti con altre piattaforme continentali analoghe in via di costituzione. In sostanza, la fondazione dell’Azione Comunista Europea rappresenta un concreto passo avanti nella direzione del raggruppamento delle forze rivoluzionarie all’interno del Movimento Comunista Internazionale.
La questione del raggruppamento rivoluzionario, della costruzione e ricostruzione in Italia del soggetto politico non può non passare da una dimensione internazionalista, in quanto il processo di costruzione del partito non può essere risolto come questione limitata ai confini nazionali. Questo sia perché l’azione concordata internazionale dei PC ha maggior peso, ma soprattutto perché la maturazione politica, teorica e organizzativa congiunta arricchisce complessivamente il movimento comunista internazionale, determinando crescite ed avanzamenti nei singoli PC: in tal senso l’internazionalismo viene inteso come elemento costitutivo della costruzione comunista. L’adesione all’ACE è un tassello di questa strategia: l’internazionalismo non come bandiera di ammucchiata dal sapore esotico (c’è un numero molto elevato di “internazionali” di questo tipo purtroppo, e partiti privi di azione nazionale che quindi si giustificano solo in collegamento a internazionali) ma come raggruppamento internazionale che possa dare una direzione strategica, un centro di direzione internazionale della lotta, rafforzando il lavoro di raggruppamento politico (ma anche all’interno del lavoro nei movimenti di massa) attorno ad una prospettiva avanzata.
Un aspetto importante della strategia internazionalista della costruzione del partito è la lotta serrata contro i malintesi particolarismi nazionali, quelle posizioni che distorcono la teoria rivoluzionaria dando un peso eccessivo ad alcune specificità nell’azione dei PC nei diversi paesi, di solito servono per giustificare l’eclettismo teorico e la prassi opportunista, nei confronti del sostegno di alcune frazioni di borghesia o, addirittura, dei governi borghesi stessi.
Le organizzazioni opportuniste che sostengono una lettura della situazione in quel determinato paese come unica, e uniche sarebbero le tattiche da mettere in campo, mettono da parte gli elementi comuni e strutturali della fase imperialista del capitalismo in cui viviamo: ossia quella stessa base materiale a cui deve necessariamente corrispondere la stessa lotta da parte dei comunisti, con gli stessi obiettivi. La necessaria linea di demarcazione e la necessaria lotta per sgombrare il campo da queste ipotesi devono far parte della strategia pianificata della costruzione del partito in ogni paese.
La fondazione dell’Azione Comunista Europea e la partecipazione ad essa del Fronte Comunista come membro fondatore è un grandissimo stimolo nel rafforzare la promozione del progetto politico in Italia, ed è al contempo una responsabilità importante, dal punto di vista organizzativo e politico: nel rafforzare l’analisi sulla situazione italiana, in particolare il ruolo dei grandi monopoli facenti riferimento al nostro paese (MSC, ENI, Webuild, Stellantis, solo per citarne alcuni…); nel lottare coerentemente anche in Italia sia contro il ruolo dannoso della Sinistra Europea sia contro il coagularsi anche in Italia delle posizioni legate alla propaganda borghese del “mondo multipolare pacifico”, apertamente sostenute dalla Russia e dalla Cina. Altri campi non sono possibili, gli schieramenti del confronto-scontro imperialista in questo momento sono due: la pressione borghese vorrebbe schierare il movimento comunista internazionale o di qua o di là, a sostegno di uno dei “briganti” in competizione. Sta alle organizzazioni raggruppate nell’Azione Comunista Europea, e a quelle ideologicamente affini, rovesciare questo tavolo e rendersi protagoniste della lotta comune contro l’oppressore comune.