Questo numero della rassegna internazionale dedicata al Movimento Comunista Internazionale si concentra sul dibattito intorno all’analisi del carattere della nostra epoca e dell’imperialismo contemporaneo attraverso un articolo del Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE) e un comunicato del Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) sulle contraddizioni interimperialiste e la crescente minaccia di guerra. Inoltre, passiamo in rassegna le importanti mobilitazioni operaie e popolari in Colombia, Brasile e Grecia attraverso comunicati e articoli dei rispettivi partiti comunisti. Infine, concludiamo con il comunicato del PC del Messico sulle elezioni che si svolgeranno il 6 giugno.
- PCTE sul carattere della nostra epoca e l’imperialismo contemporaneo
Sul giornale Nuevo Rumbo, organo del CC del PCTE, vengono presentate due tesi correlate tra di loro del prossimo Congresso del partito che si tiene nell’anno del centenario dei comunisti spagnoli. L’articolo affronta un dibattito centrale nel Movimento Comunista Internazionale sulla caratterizzazione dell’epoca attuale e sul ruolo svolto da potenze come la Cina, concludendo che “è valida la tesi che afferma che l’imperialismo è preludio della rivoluzione socialista e pertanto, la necessità del partito di nuovo tipo, che si basa sull’attività nella classe operaia come soggetto principale della rivoluzione. La tesi “Il sistema imperialista contemporaneo” parte dalla definizione di Lenin dell’imperialismo e analizza il suo sviluppo attuale. L’economia mondiale è controllata da pochi monopoli, guidati dalle istituzioni finanziarie in un processo di concentrazione e centralizzazione del capitale. Le economie dei differenti paesi mostrano una forte interdipendenza mantenendo il ruolo dello Stato borghese su base nazionale e stabilendo alleanze con altri paesi. Nella piramide imperialista si inaspriscono e intensificano le contraddizioni in un pianeta territorialmente già ripartito in zone di influenza in disputa. […] L’emergere di paesi come Cina, Brasile, Russia, India e Sud Africa minaccia la leadership mondiale degli USA, logorati da una crisi di sovrapproduzione dal 2008. Principalmente, l’intensificazione delle contraddizioni si sviluppano tra USA e Cina. Tuttavia, la classe operaia non deve schierarsi sotto gli interessi di un paese capitalista o l’altro, dato che al di là dell’aggressività e il militarismo di uno, la questione determinante in entrambe le potenze è che si sviluppano sotto rapporti di produzione capitalistici. Pertanto, non esiste un presunto “Fronte Mondiale Antimperialista” perché l’inclusione dei paesi capitalisti risponderà solamente agli interessi in disputa nel vertice della piramide imperialista.” - PCRF: Russia contro USA/UE: contraddizioni interimperialiste e minaccia di guerra
Comunicato del PCRF che analizza alcuni elementi e aspetti delle contraddizioni interimperialiste in particolare tra USA/UE e Russia, con il reciproco rafforzamento degli eserciti e lo schieramento in Europa di nuove unità militari USA e della NATO. “La crisi economica, aggravata dalla pandemia di coronavirus, ha portato a un’esacerbazione delle contraddizioni interimperialiste. Gli Stati Uniti e l’UE hanno bisogno di una grande quantità di risorse energetiche a basso costo che la Russia e il Medio Oriente possono fornire. Tuttavia, il capitale russo non è interessato a vendere risorse energetiche a basso costo e ad abbassare i propri profitti. Così, l’imperialismo russo fa di tutto per impedire la costruzione del gasdotto attraverso la Siria per rafforzare le sue posizioni in Medio Oriente e per controllare la produzione e il commercio del petrolio. In effetti, fin dall’inizio, la Russia ha considerato che i progetti di gasdotti mediorientali erano un pericolo per i suoi interessi economici ed energetici in Europa e nel Medio Oriente. La Siria ha rifiutato il passaggio dell’oleodotto attraverso il suo territorio, essendo la Russia il suo principale alleato. Questo progetto di gasdotto Qatar-Turchia mette in pericolo ancora di più la Russia che sviluppa in parallelo i suoi progetti di gasdotti. L’annessione della Crimea era anche necessaria per garantire l’approvvigionamento delle forze russe in Siria. Oggi, gli imperialisti degli Stati Uniti e dell’Europa cercano di costringere la Russia a fare concessioni attraverso la pressione militare e le sanzioni. Ma le autorità russe stanno anche rispondendo con un accumulo di armamenti e contingenti militari in direzioni strategiche. Infine, c’è anche la Cina, il cui potenziale militare sta crescendo in proporzione al suo potere economico e finanziario. Il risultato è un costante aumento della tensione nel mondo e la minaccia di guerra cresce.” - FARC-EP: Resistenza Colombia!
Comunicato delle FARC-EP Segunda Marquetalia in occasione del 57° anniversario della fondazione della guerriglia che coincide con la sollevazione del popolo colombiano che si prolunga da oltre 30 giorni. Le FARC-EP avvertono di non lasciarsi ingannare dalle proposte di dialogo del governo e chiamano a continuare la lotta “per l’insediamento di un nuovo governo che ascolti le sue angosce ed elabori politiche efficaci per soddisfare le rivendicazioni dei poveri. Il popolo convertito in una fragorosa forza di flusso, per esser efficace deve marciare con una sola bandiera che unifichi i sogni di tutti per un avvenire migliore. Che l’obiettivo sia la presa del potere, iniziando con l’insediamento di un nuovo governo del popolo e per il popolo.” - In centinaia di migliaia occupano le strade contro il governo genocida di Bolsonaro
Resoconto del Partito Comunista Brasiliano (PCB) della giornata nazionale di mobilitazione popolare del 29 maggio contro il governo di Bolsonaro. 200 piazze in tutto il Brasile hanno segnato la più grande protesta popolare durante la pandemia attaccando il governo di Bolsonaro e la genocida gestione antipopolare della pandemia. Nel suo intervento in piazza, il segretario generale del PCB, Edmilson Costa, ha affermato che la situazione è giunta al limite e che è tempo di forme di lotta più incisive “poiché le classi dominanti e questo governo genocida continuano con i loro attacchi proprio perché non hanno ancora una risposta popolare che contribuisca all’inizio del cambiamento dei rapporti di forza. E questo può avvenire solo con le manifestazioni popolari e l’ingresso in scena della classe lavoratrice, attraverso l’interruzione del lavoro in difesa della vita. Per cambiare questa situazione, dobbiamo superare l’attuale ritirata e disorganizzazione nel campo dei lavoratori. Il recupero dei diritti politici di Lula e la sospensione di Moro, deliberati dal STF (Tribunale Supremo Federale, ndr), non possono fungere da motto per sostituire la lotta di piazza con la campagna elettorale anticipata del 2022, in un progetto di conciliazione di classe che già conosciamo e che si è già rilevato un disastro per i lavoratori brasiliani.” Infine, ha chiamato a proseguire la lotta nelle strade per “sconfiggere il governo genocida e avanzare nella costruzione del potere popolare e del socialismo.” - KKE: Ancora manifestazioni di massa contro la legge antioperaia. Lo sfruttamento deve essere abolito
In preparazione dello sciopero generale convocato per il prossimo 10 giugno, una grande manifestazione di massa del KKE si è svolta ad Atene e in molte altre città greche contro la mostruosa legge antioperaia che porta a 10 ore la giornata lavorativa e attacca le libertà sindacali e il diritto di sciopero. Da piazza Syntagma, il SG del CC del KKE, Dimitris Koutsoumpas facendo una rassegna storica delle lotte per la giornata lavorativa di 8 ore, ha osservato: “La giornata lavorativa di 8 ore e l’orario di lavoro stabile sono sempre stati motivo di scontro tra lavoratori e gruppi imprenditoriali, perché sono al centro dei diritti della classe operaia. Così, oggi, il governo della ND cerca di intervenire sull’orario di lavoro. La sua regolamentazione, soprattutto in termini di contrattazione individuale, è profondamente reazionaria e porta all’intensificazione dello sfruttamento (…) Oggi, nell’era della quarta rivoluzione industriale, l’orario di lavoro viene aumentato invece di essere ridotto. Si cerca di chiamare questo progresso. Questo è un progresso per il sistema di sfruttamento. Tuttavia, ciò che è considerato progressivo per il capitalismo, è una battuta d’arresto per la classe operaia e il popolo (…) Immaginate l’aumento della produttività del lavoro e il relativo plusvalore dovuto all’introduzione di nuove tecnologie nella produzione. Immaginate quanto è salita alle stelle l’intensificazione dello sfruttamento; quanto aumenta lo sfruttamento assoluto, cioè il lavoro non retribuito con l’aumento dell’orario di lavoro giornaliero oltre le 8 ore!” Il SG del CC del KKE ha anche dichiarato che “modernizzazione non significa l’adeguamento dei rapporti di lavoro alle sempre mutevoli esigenze dell’insaziabile capitale, come il governo sta cercando di presentare. Modernizzazione significa riduzione generale dell’orario di lavoro, lavoro stabile per tutti, abolizione di ogni forma di flessibilità, salari e diritti basati sui bisogni contemporanei. Modernizzazione non significa contratti individuali, cioè la negoziazione individuale tra imprese e lavoratori”. - Il PCM sulle elezioni del 6 giugno: scegliamo di lottare.
Comunicato del CC del Partito Comunista del Messico sulle elezioni del 6 giugno che riguarderanno il parlamento e diversi governatorati e municipi. I comunisti messicani denunciano le imposizioni antidemocratiche per la registrazione elettorale, tra cui la consegna allo Stato borghese dei nomi e indirizzi dei propri militanti nonché la cessazione dei rapporti con altri partiti comunisti nel mondo. Per tale motivo non parteciperanno alle elezioni e invitano all’astensione in quanto “la gamma di opzioni elettorali presenti nelle elezioni del 6 giugno esprime assolutamente gli interessi della classe dominante, la borghesia, e le differenze che possono esistere sono solo espressioni della disputa inter-borghese, nella quale i lavoratori non contano e l’elettorato configura una massa passiva convocata strettamente per la legalizzazione del potere dei monopoli”. Il PCM conferma inoltre il suo giudizio nettamente negativo nei confronti del presidente Lopez Obrador e la sua gestione socialdemocratica antioperaia e antiimmigrati, che ha proseguito nella militarizzazione del paese, nella repressione e a servire gli interessi dei monopoli capitalistici.