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Home›VPI - Articoli›Sulle rivolte degli immigrati negli Stati Uniti

Sulle rivolte degli immigrati negli Stati Uniti

Di Redazione
22/06/2025
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Ospitiamo due contributi, dal Messico e dagli Stati Uniti, sulle recenti rivolte contro l’ICE, la temibile polizia anti-immigrazione statunitense, che agisce al di fuori dei diritti civili democratici, per terrorizzare la classe operaia immigrata.

 

Il potere del capitale contro i lavoratori immigrati in Messico e negli USA

Il potere del capitale contro i lavoratori immigrati in Messico e negli USA

Di Pedro Ramírez, da El Machete, organo del Partito Comunista del Messico (PCM)
9 giugno 2025
Link all’originale

 

L’attacco anti-immigrati negli Stati Uniti si sta intensificando: incursioni nei luoghi di lavoro; arresti e detenzioni illegali in vista di deportazioni di massa; separazione dei minori dalle loro famiglie e rimpatri forzati dei minori nei Paesi d’origine; campagna governativa di diffamazione e potenziale detenzione di massa contro i familiari “sponsor”; politica diffusa di licenziamenti da parte di vari monopoli, tra le altre misure.

Il governo borghese di Donald Trump, che concentra le forze federali, statali e locali e le forze armate per questi scopi, moltiplica il numero di arresti al giorno contro i lavoratori immigrati. Conduce pubblicamente una campagna di linciaggio mediatico e ha fissato l’obiettivo di tremila arresti al giorno e un milione di deportazioni entro la fine dell’anno. Questo è un aspetto chiave dell’attacco complessivo alla classe operaia negli Stati Uniti.

Parte di questo attacco è la persecuzione selettiva e la successiva incarcerazione dei leader sindacali, ad esempio nei campi agricoli. Un’altra parte è la politica di ulteriore estrazione di plusvalore nell’interesse generale dei capitalisti di quel paese, ad esempio con le misure legislative per imporre una tassa sulle rimesse in Messico tra il 3,5 e il 5% nell’interesse di favorire il potere e la classe dirigente.

In Messico, la borghesia calpesta e butta a mare la sovranità nazionale in nome dei propri obiettivi di massimo profitto, sfarzo e potere mondiale. Nel caso dell’imposta sulle rimesse, tollera la violazione di accordi bilaterali. Ad esempio, l’accordo del 1992 che vieta a una persona di essere soggetta a doppia imposizione o doppio pagamento per lo stesso reddito. Come in Messico, anche negli Stati Uniti la moda è quella di spremere ancora di più la classe operaia nel suo complesso.

Di fronte a un affronto dopo l’altro ai lavoratori immigrati, il governo di Claudia Sheinbaum risponde con promesse, minacce, discorsi e demagogia. Niente per esigere il rispetto dell’accordo binazionale, ma solo suppliche o azioni deboli e disorganizzate per convincere i legislatori statunitensi a ridurre la portata di questa misura. Non c’è un vero e proprio patrocinio in difesa dei diritti degli immigrati.

Il Partito Comunista del Messico ha già affermato nelle sue Tesi sulla Struttura di Classe, approvate dal VII Congresso nel 2022, che le deportazioni negli Stati Uniti colpiscono “i lavoratori immigrati che percepiscono salari più alti e sono alle soglie di maggiori diritti, come la pensione”, persone tra i 20 e i 50 anni, con una permanenza in quel Paese che va dai 5 ai 20 anni e oltre.

Le deportazioni sotto il Potere del Capitale guidato da Donald Trump hanno lo scopo di alleggerire, a spese del presente e del futuro di questa ampia parte della classe operaia, gli impegni in materia di diritti sociali e del lavoro sia delle grandi imprese capitalistiche che dello Stato stesso, nonché di alimentare malsane e irrealistiche illusioni presso un’altra parte della classe operaia che ciò contribuirà alle proprie rivendicazioni.

Rimane valido ciò che Stalin ha esposto nel suo testo “La Rivoluzione d’Ottobre e la questione dei ceti medi” (1923): “Le nazionalità oppresse sono spesso oppresse non solo come contadini e lavoratori urbani, ma anche come nazionalità, cioè come lavoratori di una certa nazionalità (…). La doppia oppressione non può evitare di rivoluzionare le masse lavoratrici delle nazionalità oppresse, né di spingerle a lottare contro la principale forza di oppressione: il capitale”.

La classe operaia e i settori popolari devono vedere chiaramente cosa si nasconde dietro la fitta nebbia del nazionalismo reazionario della borghesia. Non accettare e convalidare il fatto che i lavoratori immigrati sono la causa principale della disoccupazione, della precarietà e della terribile caduta delle loro condizioni di vita. L’unità necessaria non è contro gli altri lavoratori, ma contro la classe degli sfruttatori che guidano la società nel loro esclusivo interesse.

Altrimenti, continueranno a verificarsi gli eventi deplorevoli degli ultimi mesi: derisione degli immigrati, attacchi alla loro integrità e ai loro diritti, fino a crimini di ripudio contro persone per il semplice fatto di agire e parlare in modo diverso. Queste azioni significano che la borghesia riesce a imporre i suoi miti e la sua narrazione, che mette una parte dei lavoratori sotto il suo controllo e diventa abbastanza forte da agire contro di loro.

È il capitale che guida i Paesi del mondo, cioè i monopoli e le loro cricche politiche, la principale forza di oppressione e sfruttamento. E questa forza non deve essere sostenuta, ma combattuta nelle strade, con i più alti gradi di organizzazione e coscienza di classe. Anche i lavoratori immigrati hanno bisogno del Partito Comunista. I lavoratori nel loro complesso, in Messico e negli Stati Uniti, hanno bisogno dei lavoratori immigrati come loro alleati principali.

 

Dichiarazione sugli scontri contro l’ICE

Dichiarazione sugli scontri contro l'ICE

Da a New Worker, organo della Piattaforma Comunista dei Lavoratori degli Stati Uniti d’America (CWPUSA)
9 giugno 2025
Link all’originale

 

Spinti dalla profonda convinzione della necessità di sicurezza dei loro compagni di lavoro, centinaia di manifestanti hanno preso la coraggiosa decisione di affrontare direttamente gli agenti dell’ICE. L’ICE è stata un’arma di terrore brandita dalla classe dominante contro i lavoratori di questo Paese. I governi democratici e repubblicani hanno dato la caccia ai lavoratori immigrati, brutalizzandoli e distruggendo le famiglie. La rabbia di ampi settori della popolazione nei confronti delle politiche dei diversi gestori del capitale sta crescendo.

La seconda amministrazione Trump ha intensificato le incursioni dell’ICE in tutto il Paese da quando si è insediata a gennaio. Al servizio dei loro padroni capitalisti, hanno messo in atto con entusiasmo le loro direttive sull’arresto e deportazione per migliaia di lavoratori immigrati.

I lavoratori di questo Paese sono disgustati da queste misure terroristiche. Spinte all’azione come nelle proteste del 2006-2007 per sconfiggere la “legge Sensenbrenner” (istituì il reato di immigrazione clandestina, NdT), migliaia di persone hanno preso l’iniziativa di resistere alle retate dell’ICE a Los Angeles, New York, Minneapolis e Chicago bloccando gli agenti dell’ICE, ostacolando i loro veicoli, circondando gli agenti in massa e con altre tattiche. In risposta, la polizia e le forze statali hanno effettuato arresti indiscriminati, lanciato gas lacrimogeni e persino schierato la Guardia Nazionale. Le affermazioni e i pretesti inventati da Trump, che parlano di saccheggi e membri di bande, sono privi di fondamento. I veri obiettivi sono stati i lavoratori: sarte, muratori e altri. Questo non solo mette a nudo il carattere anti-immigrati di questi attacchi, ma anche la loro agenda antioperaia, resa più chiara dall’arresto del leader sindacale David Huerta.

Gli Stati Uniti, un Paese con un alto grado di sviluppo capitalistico, sono sempre più avviluppati in contraddizioni che si approfondiscono, che talvolta trovano un punto focale in California, uno Stato che è tra le prime economie capitalistiche del mondo in termini di PIL. Il sistema economico, rafforzato dalle politiche anti-immigrati delle amministrazioni repubblicane e democratiche, sta alimentando la crescente indignazione delle persone che chiedono l’allontanamento dell’ICE dalle loro comunità. I quartieri della classe operaia, al fianco dei loro fratelli e sorelle immigrati, si stanno mobilitando per resistere all’offensiva dell’amministrazione Trump, offrendo un assaggio del potenziale del potere dei lavoratori.

Ma per porre fine, una volta per tutte, alle condizioni che danno origine agli apparati repressivi e militaristi del potere imperialista, la Guardia Nazionale, l’ICE e i Marines, che sono diretti dallo Stato borghese contro la sua stessa popolazione, è necessario rispondere all’escalation di forza dell’amministrazione Trump con l’unica strada percorribile: il rovesciamento del capitalismo. La Piattaforma Comunista dei Lavoratori USA saluta tutte le persone coraggiose che mettono a rischio la loro sicurezza personale per il bene dei loro fratelli e sorelle immigrati della classe operaia. Le loro azioni sono una forma concreta di solidarietà di classe.

Esortiamo tutti i lavoratori e le persone pronte e disposte a lottare per gli immigrati e per l’intera classe operaia a continuare la loro lotta e a elevare la lotta per dirigere questa energia contro il sistema capitalista che crea la sofferenza di tutti i lavoratori e scatena il terrore dell’ICE sulla nostra classe.

Queste proteste evidenziano l’urgente necessità di creare un’organizzazione rivoluzionaria nel nostro Paese, il Partito Comunista, che dia una direzione a tutte le lotte che emergono dai lavoratori, dagli studenti e dai settori popolari. È l’unica organizzazione in grado di unificare le lotte e orientarle verso la rivoluzione socialista.

RESISTERE AL TERRORE DELL’ICE!

SOLIDARIETÀ CON I LAVORATORI IMMIGRATI!

ABBASSO L’ICE, ABBASSO LA GUARDIA NAZIONALE, ABBASSO I MARINES, ABBASSO IL POTERE CAPITALISTA!

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