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Home›Copertina›La guerra contro l’Iran: menzogne e pretesti imperialisti

La guerra contro l’Iran: menzogne e pretesti imperialisti

Di Giaime Ugliano
29/06/2025
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I tamburi della guerra sono tornati a battere ancora più forte di prima dalla notte del 13 giugno 2025: Israele ha lanciato l’aggressione militare contro l’Iran con una campagna di bombardamenti, dopo anni di guerre parallele e indirette, rivendicando l’“autodifesa preventiva” contro un nemico descritto come “prossimo al nucleare”. Da quel momento, rimbomba non solo il frastuono delle bombe su Teheran, ma anche la grancassa della propaganda di guerra in Occidente – Italia in testa.

Le redazioni dei principali quotidiani italiani hanno immediatamente prodotto titoli marziali, cronache allineate e dichiarazioni che ripetono parola per parola le note stampa di Tel Aviv. Nel frastuono mediatico e politico, una verità si fa strada: non si sta raccontando una guerra, la si sta legittimando, come già successo per il genocidio a Gaza[1]. In questo articolo analizzeremo i principali pretesti addotti per giustificare l’aggressione israeliana all’Iran.

1. La questione del “diritto all’autodifesa”

Il “diritto di Israele a difendersi” rappresenta uno dei principali rovesciamenti della verità propagandati dai governi alleati dello Stato sionista e prontamente ripresa dai media: il ministro Tajani il 18 giugno dichiarava[2] che “Israele sta esercitando un diritto all’autodifesa”. A sostegno di questa tesi, per rispondere alla domanda “autodifesa da cosa?”, ad esempio, il cancelliere tedesco Merz ha attribuito all’Iran “morte e distruzione nel mondo con attacchi, omicidi e stragi, con Hezbollah e Hamas”[3] e la complicità nell’attacco del 7 ottobre 2023 legato all’operazione “alluvione Al-Aqsa” che “non sarebbe mai stato possibile senza il regime di Teheran”.

Chiaramente, queste dichiarazioni fanno totale astrazione dal confronto della quantità e qualità delle forze militari schierate: Israele ha uno degli eserciti più avanzati del mondo[4], dotato dei sistemi d’arma più moderni (come i cacciabombardieri F-35 e i sistemi informatici più avanzati), di armi nucleari (che non ha mai ammesso di avere, ma che si stimano almeno in un centinaio di testate nucleari e termonucleari) e circa il 12% della spesa pubblica in armi (oltre ai generosi contributi statunitensi, che ammontano ad almeno 3,8 miliardi di dollari l’anno)[5]. Israele è stato praticamente sempre in guerra dal momento della sua fondazione, ha promosso un’ideologia reazionaria ed etnonazionalista, il sionismo, in grado di giustificare ogni massacro e coinvolgendo nella guerra anche strati di popolazione civile (paramilitare, sarebbe da dire). Questa macchina bellica viene anche rafforzata dall’export di armi: Israele ha un poderoso settore dell’industria militare, che è stato capace di generare esportazioni per 13 miliardi di dollari nel 2023. La competitività delle armi israeliane è dovuta a un settore high-tech molto sviluppato (grazie all’apporto di investitori statunitensi, come Intel, ma anche cinesi, come Huawei), ma soprattutto al fatto che le armi vengono testate e migliorate sul campo, sulla pelle dei palestinesi e dei popoli della regione[6].

Anche l’Italia è complice di questa macchina della morte: è il terzo fornitore di armi di Israele, dopo Stati Uniti e Germania. Il governo italiano aveva assicurato che avrebbe smesso di fornire armi a Israele dopo il 7 ottobre 2023, ma a marzo di quest’anno ha ammesso che gli ordini firmati prima di quella data sono stati consegnati lo stesso. Nel 2024 il governo e i padroni italiani hanno spedito armi in Israele per almeno 5,2 milioni di euro, ma il calcolo esatto è impossibile perché avere i dati precisi viene reso artificialmente difficile per mascherare gli affari sporchi e la complicità nel genocidio.

L’Italia diventerà il primo paese NATO ad acquistare i droni HERO 30 israeliani grazie a RWM Italia (gruppo Rheinmetall) e Leonardo[7]; il drone israeliano Heron invece viene utilizzato dall’Unione Europea[8]: la sua agenzia Frontex lo usa per sorvegliare le frontiere marittime. Lo stesso drone impiegato dall’UE per respingere gli immigrati in mare viene utilizzato da Israele per bombardare Gaza.

Il paragone di questo complesso militare-industriale con le milizie legate all’Iran nella regione, come i vari gruppi armati sciiti, oppure con la resistenza palestinese equivale ad un capovolgimento logico. La realtà è che Israele sta trascinando in un tritacarne di guerra tutti i popoli del Medio Oriente: la propaganda è tanto intensa proprio perché la verità è sotto gli occhi di tutti. I bombardamenti su Yemen, Libano, Siria rappresentano atti di aggressione, non di autodifesa, e l’ultimo capitolo della lunga tragedia del popolo palestinese, nei confronti del quale Israele sta conducendo un vero e proprio genocidio[9], svelano il reale ruolo dello Stato sionista nella regione rispetto alla propaganda borghese.

Fino al 7 ottobre 2023 il “diritto all’autodifesa” veniva invocato dai governi e dall’UE a gran voce[10] per il sostegno al regime reazionario di Zelensky in Ucraina, coinvolto nella guerra per procura tra USA-UE-NATO e Russia: la “difesa contro l’aggressore” ha rappresentato il principale vettore propagandistico per fare accettare ai ceti popolari dell’UE i tagli alla spesa sociale per l’invio di armi e finanziamenti. Di fronte alla sproporzione assoluta della risposta israeliana all’attacco del 7 ottobre, questo “diritto all’autodifesa” per il popolo palestinese non viene invocato in egual misura[11], nonostante Israele rappresenti uno stato occupante e il diritto all’autodifesa armata contro l’occupazione sia anche sancito dalla Convenzione di Ginevra[12].

Il “diritto all’autodifesa” da parte di Israele in sostanza è un concetto palesemente provocatorio, dal momento che Israele ha violato e continua a violare il diritto internazionale e le risoluzioni delle Nazioni Unite; rappresenta inoltre un alibi dietro al quale nascondere i crimini di Israele contro i popoli della regione mediorientale.

2. Il programma nucleare iraniano e le trattative

Israele ha giustificato l’attacco all’Iran iniziato il 13 giugno come un’azione preventiva volta ad eliminare la minaccia rappresentata dal programma nucleare iraniano. Anche in questo caso, la realtà viene rovesciata: l’Iran non dispone di armi atomiche oggi, ha smantellato il programma nucleare a scopi militari già nei primi anni 2000 e questo fatto è stato ribadito dagli USA anche recentemente[13]. Di contro, Israele si riserva invece il diritto di avere un esteso programma nucleare a scopi militari, e il paradosso ricorda molto il pretesto dell’invasione statunitense dell’Iraq nel 2003, alla ricerca di non meglio precisate armi di distruzione di massa (ricordiamo tutti la “provetta” con la polverina bianca agitata da Colin Powell all’ONU[14]).

Di fatti l’attacco israeliano ha tenuto conto della tempistica dell’incontro USA-Iran[15] già pianificato, relativo ai negoziati sul programma nucleare, che doveva tenersi il 15 giugno: l’obiettivo di Tel Aviv era proprio quello di far saltare i negoziati, privando l’Iran dell’incentivo a parteciparvi[16]. Il successivo attacco aereo statunitense, con l’impiego di armi in grado di penetrare i bunker in cui l’Iran dovrebbe avere gli impianti di arricchimento dell’uranio, è avvenuto due giorni dopo altre trattative sul nucleare (a Ginevra, in questo caso[17]) tra Iran, Germania, Francia e Gran Bretagna. Tra l’altro il Pentagono ha anche smentito[18] l’efficacia dell’attacco al sito nucleare propagandata da Trump, che aveva dichiarato “Fordow non esiste più”: sembra invece che l’effetto sarà al massimo un ritardo di qualche mese sul programma.

Appare evidente dunque la contraddizione: se lo scopo dichiarato dell’aggressione USA-Israele era quello di riportare l’Iran al tavolo della trattativa (“ho dato all’Iran la possibilità di fare un accordo”, ha affermato Trump[19]), trattativa che Trump stesso aveva fatto saltare nel 2018[20], l’effetto ottenuto è stato invece il voto favorevole del parlamento alla sospensione della collaborazione con l’AIEA e la minaccia di un ritiro dell’Iran dal Trattato di Non Proliferazione Nucleare[21]. Trattato che, a differenza dell’Iran, non è mai stato firmato da Israele, permettendo a quest’ultimo di sottrarsi alle ispezioni obbligatorie da parte dell’Agenzia Internazionale per l’Energia Atomica (AIEA) a cui sono sottoposti gli stati firmatari.

L’attacco israeliano, potenzialmente capace di creare un disastro radioattivo oltre che di aprire un nuovo sanguinoso capitolo nella guerra a tutto campo di Israele contro i popoli del Medio Oriente, era probabilmente stato anche annunciato nei circoli ufficiali e ciò ha dato la possibilità, alla Repubblica Islamica, di mettere al sicuro le preziose attrezzature (mentre molti scienziati sono stati invece assassinati dagli “attacchi mirati” – leggi: il terrore scatenato contro la popolazione civile). Questo fatto è testimoniato dalla pantomima del nostro Ministro degli Esteri, Antonio Tajani, che aveva affermato il giorno prima dell’attacco che “Non ci sono segnali di un attacco imminente di Israele all’Iran”[22].

3. L’Iran “stato canaglia”, oppressivo e totalitario

L’Iran viene dipinto con la massima l’espressione dei luoghi comuni razzisti e anti-islamici, con tutto il portato della retorica liberale sull’oppressione delle donne e delle minoranze, quando in realtà lo stato delle cose è più complesso[23], e al di fuori del periodo dei “tamburi della guerra” (quando cioè fa comodo estremizzare la narrazione mediatica nei confronti dei “nemici dell’Occidente”) le valutazioni persino della stampa borghese sono molto più caute[24] rispetto a questa caricatura. La responsabilità primaria di questa narrazione caricaturale dell’Iran, di questa costruzione dello spauracchio che, in ultimo, ha giustificato l’aggressione israeliana, ricade sugli Stati Uniti d’America.

Ad esempio, il Rappresentante Permanente d’Italia presso le Nazioni Unite Vincenzo Grassi ha dichiarato recentemente che “restiamo profondamente allarmati per le gravi e continue violazioni dei diritti umani e per la repressione delle libertà civili in Iran, tra cui l’uso non necessario e sproporzionato della forza contro la popolazione civile, gli arresti arbitrari, la tortura e la repressione di tutte le forme di dissenso”[25]: questo genere di dichiarazioni, senza voler sminuire l’oppressione che subiscono i lavoratori, le fasce popolari, le donne e gli immigrati in Iran, non trovano invece riscontro in dichiarazioni simili sulla situazione a Gaza e nei territori occupati da Israele, per quanto riguarda i crimini israeliani in Siria, Libano e Yemen.

A questa narrazione viene contrapposta quella che dipinge Israele come occidentale, liberale, aperto alle tematiche legate ai diritti civili (vedasi la propaganda dell’esercito, contemporaneamente “aperto” alle questioni di genere e apertamente assassino di bambini). La realtà è che Israele è uno Stato occupante, oramai apertamente fascista[26], dove assistiamo ad un intruppamento della maggioranza della popolazione, trasformata in carne da cannone per gli scopi delle fazioni più reazionarie.

Basti pensare, per contrasto, alla realtà dell’Arabia Saudita[27], fedelissimo alleato USA (che ha infatti rinunciato all’adesione ai BRICS) che applica la pena di morte al di fuori di un regolare processo, dove le donne hanno bisogno di un uomo come tutore anche solo per aprire un conto in banca e tutt’oggi esistono forme diffuse di riduzione in schiavitù[28].

Oppure ai tagliagole siriani, saliti al potere sostenuti dagli USA, dall’UE, dalla Turchia e da Israele, guidati da Ahmad al-Shara’, già Fronte al-Nuṣra e già alle prese con una sanguinosa pulizia etnica[29].

Queste argomentazioni ipocrite, diffuse ad esempio dai media italiani, hanno il compito di mascherare i reali interessi economici, politici e militari delle potenze imperialiste della regione: USA, Israele e UE sono gli incendiari del Medio Oriente, intenzionati a trascinare la regione, se non tutto il pianeta, nella guerra generalizzata, allo scopo di spartirsi i mercati, le materie prime e le rotte commerciali[30].

4. L’Iran come fonte principale di instabilità nella regione mediorientale

Al vertice in Canada, conclusosi il 17 giugno 2025, i leader dei Paesi del G7 hanno affermato: “ribadiamo il nostro impegno per la pace e la stabilità in Medio Oriente. In questo contesto, affermiamo che Israele ha il diritto di difendersi. Ribadiamo il nostro sostegno alla sicurezza di Israele. Affermiamo anche l’importanza della protezione dei civili. L’Iran è la principale fonte di instabilità e terrore nella regione.”[31]

Questa dichiarazione appare totalmente fuori dalla realtà di fronte al ruolo di Israele, reale fattore di guerra e instabilità nel Medio Oriente da decenni, col suo portato di occupazione, pulizia etnica, assassini di funzionari di altri Stati e col progetto di sterminio totale del popolo palestinese. Israele è il cane da guardia a tutela dei piani dell’imperialismo USA-NATO nella regione mediorientale e solo dal 7 ottobre in poi ha seppellito decine (forse centinaia?[32]) di migliaia di palestinesi sotto un cumulo di macerie a Gaza, ha contribuito al massacro nello Yemen, con quasi 400 mila morti e 3 milioni di sfollati, ha invaso il Libano, ha contribuito a mettere i jihadisti al potere in Siria, ha commesso crimini talmente gravi da incrinare la tradizionale tolleranza internazionale da parte delle potenze capitalistiche con l’emissione di un mandato d’arresto internazionale per il premier Netanyahu. Ha sconvolto le coscienze dei popoli del mondo intero affamando Gaza, privandola di cibo e medicine, per poi inscenare la macabra pantomima della “distribuzione degli aiuti” privatizzata[33], con annessa trappola mortale[34].

Dal 13 giugno ha anche bombardato dei siti nucleari, esponendo la regione ad una catastrofe radioattiva. Ci si chiede cos’altro potrebbe fare Israele per farsi riconoscere ufficialmente questo meritato ruolo di “principale fonte di instabilità e terrore nella regione”…

Conclusioni

Le bugie dei media borghesi, martellanti 24 ore al giorno, capovolgono la realtà per preparare l’opinione pubblica italiana e mondiale ad una nuova avventura bellica, la prossima “missione” (umanitaria?) imperialista. Il dibattito pubblico è profondamente inquinato da questa narrazione, sia a causa delle agende dei partiti borghesi, da sempre schierati al fianco del sionismo, sia a causa della necessità da parte dei monopoli, di cui i media sono portavoce (e direttamente proprietà) di trarre profitti dagli affari con Israele[35].

Ad oggi sembra che la “guerra dei 12 giorni” sia arrivata ad un cessate il fuoco[36], ma la situazione nella regione rimane altamente instabile: la causa scatenante della violenza, e la responsabilità della continuazione del conflitto non è della resistenza palestinese, dell’Iran, dello Yemen, delle milizie, ma di Israele e della sua borghesia, insieme agli interessi imperialisti che li condizionano e di cui sono compartecipi, che con le loro politiche rendono impossibile ogni convivenza con i popoli della regione e che non sono disposti a nessun compromesso.

In base a ciò, il conflitto in Medio Oriente non potrà che rinvigorirsi in futuro, finché i popoli non si libereranno dall’imperialismo: non saranno certo gli interessi economici delle nuove borghesie in crescita a determinare questo sviluppo futuro (non esiste un “asse anti-imperialista”), ma la lotta dei popoli per spezzare le catene dello sfruttamento e dell’oppressione, in Medio Oriente così come in Italia.

Infatti per quanto riguarda l’Italia, sia per accordi militari, sia per gli interessi diretti imperialistici nel Medio Oriente e nel Mediterraneo Orientale, come ad esempio il gas, in caso di inasprimento del conflitto il nostro paese potrebbe essere coinvolto direttamente, non solo attraverso le missioni militari (come Aspides[37]) ma anche esponendo le infrastrutture civili e logistiche a rappresaglie.

La vita e il futuro del popolo italiano sono minacciati dai padroni italiani, dai loro accordi con Israele, vero stato-canaglia del Medio Oriente: quindi oggi più che mai è fondamentale sottrarre l’Italia al tritacarne predisposto dagli USA, dall’UE, dalla NATO e da Israele e rompere ogni collaborazione, civile, militare, industriale, scientifica, didattica con Israele, ritirare ogni arma e ogni soldato dalle missioni all’estero, chiudere tutte le basi NATO in Italia e strappare l’uscita unilaterale del nostro paese da tutte le alleanze imperialiste.

 

Note

[1] https://www.lordinenuovo.it/2023/10/22/il-secondo-fronte-del-conflitto-israelo-palestinese-la-guerra-dellinformazione/

[2] https://www.youtube.com/watch?v=GX41a6P58-o

[3] https://lespresso.it/c/mondo/2025/6/17/guerra-iran-merz-israele-lavoro-sporco/55025

[4] https://www.fanpage.it/esteri/iran-israele-chi-ha-lesercito-piu-forte-e-come-potrebbe-concludersi-una-guerra-tra-questi-paesi/

[5] https://www.quotidiano.net/esteri/esercito-israeliano-numeri-b66c7758

[6] https://www.aljazeera.com/features/2023/11/17/israels-weapons-industry-is-the-gaza-war-its-latest-test-lab

[7] https://www.weaponwatch.net/2024/05/19/5a-puntata-intermediari-e-clienti-per-i-droni-killer-israeliani/

[8] https://www.ilpost.it/2025/04/17/mediterraneo-droni-aerei/

[9] https://www.lordinenuovo.it/2024/10/10/a-un-anno-dal-7-ottobre/

[10] https://it.euronews.com/my-europe/2024/08/08/lucraina-ha-il-diritto-legittimo-di-colpire-obiettivi-in-russia-dice-lue

[11] https://www.eunews.it/2023/10/09/israele-ue-condanna-hamas/

[12] https://www.dirittoconsenso.it/2022/12/09/i-conflitti-armati-internazionali-e-non-internazionali/

[13] https://www.newsweek.com/tulsi-gabbard-iran-nuclear-weapon-2051523

[14] https://www.npr.org/2023/02/03/1151160567/colin-powell-iraq-un-weapons-mass-destruction

[15] https://www.reuters.com/world/middle-east/oman-confirms-next-round-us-iran-nuclear-talks-amid-fears-regional-risks-2025-06-12/

[16] https://www.valigiablu.it/iran-attacco-trump-diplomazia-nucleare-tradita/

[17] https://www.reuters.com/business/media-telecom/senior-iranian-official-european-proposals-geneva-unrealistic-2025-06-21/

[18] https://www.wired.it/article/trump-smentito-intelligence-distruzione-siti-nucleari-iran/

[19] https://tg.la7.it/esteri/trump-teheran-accordo-nucleare-13-06-2025-239369

[20] https://www.ilfattoquotidiano.it/2025/06/17/nucleare-iran-laiea-fino-al-2018-teheran-sta-rispettando-gli-impegni-poi-trump-fece-saltare-laccordo/8028603/

[21] https://it.euronews.com/2025/06/25/liran-vuole-sospendere-i-rapporti-con-laiea-lagenzia-per-il-nucleare-dellonu

[22] https://ledicola.it/italia/iran-tajani-non-ci-sono-segnali-attacco-imminente-di-israele/

[23] https://www.ariannaeditrice.it/articoli/iran-l-altra-faccia-della-repubblica-islamica-oltre-i-miti-nella-realta

[24] https://www.ilpost.it/2017/05/18/iran-democrazia-dittatura/

[25] https://italiarappginevra.esteri.it/it/news/dalla_rappresentanza/2025/03/intervento-dellitalia-in-occasione-del-dialogo-interattivo-con-lo-special-rapporteur-e-la-fact-finding-mission-per-la-situazione-dei-diritti-umani-in-iran-nellambito-della-58ma-sess/

[26] https://www.lordinenuovo.it/2025/06/19/israele-come-stato-fascista-un-approfondimento/

[27] https://www.amnesty.it/rapporti-annuali/rapporto-2024-2025/medio-oriente-e-africa-del-nord/arabia-saudita/

[28] https://www.collettiva.it/copertine/internazionale/in-arabia-saudita-lavoratori-in-schiavitu-g54bl3l5

[29] https://www.rainews.it/video/2025/03/esteri-guerre-conflitti-crimini-medio-oriente-siria-latakia-caccia-all-uomo-cadaveri-degli-oppositori-ammassati-nei-cortili-tg1-1b7b9b19-3610-4909-9dbb-a5e988434e93.html

[30] https://www.lordinenuovo.it/2025/06/22/medio-oriente-crocevia-di-progetti-imperialisti-concorrenti-da-est-a-ovest/

[31] https://www.rtl.it/notizie/articoli/g7-l-iran-e-la-fonte-principale-di-instabilita-e-terrorismo-non-puo-avere-l-atomica-prosegue-la-guerra-con-israele/

[32] https://www.lordinenuovo.it/2024/10/10/a-un-anno-dal-7-ottobre/

[33] https://www.lordinenuovo.it/2025/06/08/il-giorno-dopo-nella-striscia-di-gaza-e-gia-arrivato-uccisioni-privatizzazione-degli-aiuti-fame-per-la-popolazione-e-pulizia-etnica/

[34] https://www.ilpost.it/2025/06/27/inchiesta-haaretz-stragi-ghf/

[35] https://www.lordinenuovo.it/2024/01/26/investimenti-in-crescita-e-interdipendenza-gli-interessi-dellimperialismo-italiano-in-israele/

[36] https://www.ispionline.it/it/pubblicazione/israele-iran-chi-ha-vinto-e-chi-ha-perso-la-guerra-dei-12-giorni-212206

[37] https://www.marina.difesa.it/cosa-facciamo/per-la-difesa-sicurezza/operazioni-in-corso/Pagine/operazione_aspides.aspx

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Giaime Ugliano

Giaime Ugliano, nato a Venezia nel 1986, ingegnere elettronico. E' membro del comitato centrale e della commissione internazionale del Fronte Comunista, in cui milita dalla sua fondazione. Collabora con L'Ordine Nuovo su argomenti di politica estera e di temi legati al movimento comunista internazionale.

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