L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
Ultimi articoli

La strategia bellicista dell’Italia: un’analisi delle ultime iniziative del governo Meloni

Pillole di storia
Home›Terza pagina›Pillole di storia›L’Incrociatore Aurora: un viaggio attraverso la storia

L’Incrociatore Aurora: un viaggio attraverso la storia

Di Redazione
25/06/2020
3455
0
Condividi:

A San Pietroburgo, scendendo alla fermata Gorkovskaja, della linea 2 Blu della metropolitana, ci si trova di fronte l’Incrociatore Aurora! L’imbarcazione è, ormai, un museo galleggiante, cui si accede pagando 10 rubli con, all’ interno, reperti d’incredibile valore che rendono tangibile buona parte della storia del ‘900.

Già dal momento in cui fu varata, l’11 maggio del 1900, il nome Aurora fu scelto in onore di un altro incrociatore russo che si distinse nella Guerra di Crimea del 1856, guerra durante la quale Camillo Benso Conte di Cavour, riuscì ad ottenere l’appoggio di Napoleone III, per dare inizio all’unificazione italiana.

La nave, lunga 127 metri e larga 17, poteva raggiungere i 20 nodi ed ospitare 550 marinai e 20 ufficiali.

Aurora 1903

Con queste caratteristiche, l’incrociatore fu scelto per entrare nel gruppo d’Armata dell’Ammiraglio Oskar Enkvist, nel corso della Guerra Russo-Giapponese, del 1904-1905. Il confitto è, senza dubbio, uno dei peggiori momenti nella storia della marina russa: dopo la temibile battaglia di Tsushima, i giapponesi annientarono quasi totalmente la flotta dello Zar, ma l’Incrociatore fu una delle pochissime navi a tornare in patria, nonostante i gravi danni subiti dai siluri nemici.

Dopo la guerra, l’Aurora fu la prima nave scuola per il Corpo dei Cadetti della rifondata Marina russa e completò numerosissime operazioni d’addestramento nei mari di Spagna, Algeria, Tunisia, Francia, Italia, Creta e Grecia.

Con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, la nave, ormai fiore all’occhiello della Marina dello Zar, fu inviata nel Baltico, dove completò con successo numerose missioni di battaglia e scorta dei convogli mercantili e militari. Nel 1916, partecipò alla battaglia per il Golfo di Riga e, grazie ai suoi cannoni, impedì all’aviazione nemica di colpire i convogli russi.

Dopo la battaglia, nell’inverno 1916-1917, la nave tornò a Pietrogrado, l’odierna San Pietroburgo, per essere riparata e rinforzata negli armamenti: alla fine dei lavori, l’incrociatore contava 14 cannoni da 152 mm, 4 cannoni da 76 mm e 3 lanciasiluri!

V.I. LeninDurante la sua permanenza nella città, scoppiò la Rivoluzione bolscevica del 1917, guidata da Vladimir Lenin: I marinai vissero per mesi a stretto contatto con gli operai addetti alla riparazione e molti di loro, stanchi, mal nutriti e insufficientemente armati per il conflitto, si avvicinarono alle idee comuniste, mentre gli ufficiali, seppur in minoranza, erano ancora fedeli allo Zar; il 12 marzo, quando alcuni operai furono arrestati per insubordinazione, l’equipaggio insorse e gli ufficiali, in risposta,  esplosero alcuni colpi di pistola, ferendo dei marinai. Il giorno seguente, scoppiò la rivolta e, dopo aver ucciso il comandante e gli ufficiali più anziani, i marinai, sostenuti dagli operai, procedettero con l’occupazione dell’incrociatore.

Dopo gli eventi di marzo, la situazione si normalizzò e gli ufficiali superstiti furono liberati. Nei sette mesi successivi, che separano la rivoluzione borghese di febbraio con quella proletaria dell’ottobre, fu eletto un Comitato di marinai che si occupava di politica mentre gli ufficiali, rimessi al comando, gestivano l’ordine e la disciplina sulla nave. In realtà, paradossalmente, con un Governo Provvisorio e senza uno Stato forte, capace di garantire loro un vero e proprio ruolo, questa mansione finì per giovare anche ai Bolscevichi, perché ordinavano le fila dei futuri rivoluzionari.

Ad ottobre, tutto l’equipaggio era a favore dei rivoltosi e il 25, durante l’assedio del Palazzo d’Inverno, il cannone principale dell’Aurora fece fuoco! Era il segnale per l’inizio delle ostilità.

Durante la Guerra Civile del 1918, i cannoni dell’Aurora furono smontati per essere inviati alle truppe Rosse sul Volga e nel Mar Caspio dove, grazie alla loro efficacia, si dimostrarono decisivi nella vittoria sui filo zaristi.

Tra il 1924 e il 1930, con la nascita dell’Unione Sovietica e l’avvento di Stalin, la nave fu insignita della prestigiosa Bandiera Rossa del Comitato Centrale dell’URSS e nuovamente utilizzata come nave scuola per i cadetti e per i giovani ufficiali, effettuando numerosi viaggi nelle accademie più prestigiose del mondo.

Ordine della bandiera rossaNel 1927, in occasione del decennale della Rivoluzione, la nave ricevette un altro grande encomio: L’Ordine della Bandiera Rossa, per i meriti ottenuti nella formazione di nuovi ufficiali.

Nel 1939, la nave doveva essere smantellata e, con l’acciaio dello scafo, essere costruiti nuovi sommergibili ma, con lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale, l’incrociatore fu richiamato in servizio e spedito a Leningrado, nuovo nome di Pietrogrado, a difesa del porto.

Nel 1941, però, Leningrado divenne uno degli obiettivi principali dell’Operazione Barbarossa, l’invasione nazista dell’Unione Sovietica, e fu attaccata dalle forze di Hitler! I russi non volevano cedere e ciò che doveva essere un rapido attacco si trasformò nell’assedio più lungo della storia!

Per 900 giorni, i cittadini e i militari dell’Armata Rossa  furono sottoposti ad uno sforzo sovraumano: feroci combattimenti terrestri, aerei e navali, pesanti bombardamenti, la carestia ed il completo isolamento dalla Madrepatria.

Ma, ancora una volta, a tenere alto il morale dei sovietici, c’era l’Aurora! La nave difese la città dalla Luftwaffe con la sua potente batteria antiaerea e anche dopo essere stata colpita pesantemente, i suoi cannoni furono smontati e portati in prima linea per respingere i Panzer! Nonostante le gravissime perdite umane (si calcolano tra i 2,5 e i 3 milioni di morti solo tra i sovietici, cui vanno aggiunti almeno mezzo milione di soldati dell’Asse), la città riuscì a resistere fino a gennaio 1944 quando, dopo aver sfondato le linee nemiche, le truppe di Stalin ottennero la vittoria.

L’Aurora fu riparata e, dopo una serie di esercitazioni militari, dal 1956 è stata trasformata in un meraviglioso museo galleggiante.

Con il restauro del 1987, in occasione delle celebrazioni per il settantesimo anniversario della Rivoluzione, alla nave è stato restituito l’aspetto che aveva nel 1917.

E allora … se volete vedere com’è fatta la storia,dovete solo scendere alla fermata Gorkovskaja e camminare per una decina di minuti.

 

Alessandro Di Giacomo

Alessandro Di Giacomo

27 anni, diplomato al Liceo Scientifico, studia scienze storiche all’Università di Roma 3. Collabora con L’Ordine Nuovo con contributi di carattere storico per la rubrica Pillole di Storia.

_____________________________

Le Fonti

Libri:

Martin Gilbert, La grande storia della Prima Guerra Mondiale, Mondadori, Milano 2009 (ristampa)

Martin Gilbert, La grande storia della Seconda Guerra Mondiale, Mondadori, Milano 2009 (ristampa)

Collegamenti esterni:

http://www.1917.org/1917aurora.html

http://www.museum.ru/M154

Tag1917Auroraottobreurss
Articolo precedente

Fallimento IMS-ISOTTA FRASCHINI: senza esproprio, nessuna ripartenza?

Articolo successivo

Le classi sociali in Europa e in ...

1
Condiviso
  • 1
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Redazione

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Lenin150

    Il mistero del leninismo

    21/04/2020
    Di Alessandro Barile
  • 9 maggio vittoria sovietica sul nazifascismo
    Notizie dal mondo

    Comunicato congiunto dei Partiti Comunisti e Operai – 75° anniversario della Vittoria sul nazi-fascismo

    09/05/2020
    Di Redazione
  • Longo Secchia Togliatti
    Tribuna

    Riprendere la nostra storia per riaprire la strada al futuro

    23/05/2020
    Di Redazione
  • La partita della morte
    Pillole di storia

    11 uomini contro il Terzo Reich: “La partita della morte”

    06/05/2020
    Di Redazione
  • La Madre Patria chiama!
    Pillole di storia

    Mamaev Kurgan – Il memoriale della vittoria

    09/05/2020
    Di Redazione
  • Hitler e Mussolini
    Storia di classe

    L’attacco nazista alla Polonia e la Seconda Guerra Mondiale: le pesanti responsabilità britanniche e polacche

    18/09/2020
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Storia di classe

    Linea Gotica: l’attendismo degli Alleati per sedare la Resistenza

  • Saharawi
    Notizie dal mondo

    L’accordo Israele-Marocco-USA e la lotta del popolo Saharawi

  • Coronavirus
    Capitale/lavoro

    Crisi del neoliberismo e della globalizzazione come manifestazione della crisi del capitalismo. I cambiamenti epocali del post pandemia

Leggi anche…

Competizione imperialista e problema ambientale

04/05/2020 | By Redazione
telecom tower

Sfruttamento e innovazione tecnologica: le esternalizzazioni nelle telecomunicazioni

18/04/2020 | By Redazione
crisi post Covid

Tempesta in arrivo: la crisi post Covid-19

10/06/2020 | By Redazione
Confindustria BDI MEDEF

Il padronato europeo batte cassa: più soldi alle imprese e più mobilità del lavoro

15/05/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.