Il nuovo numero della rassegna stampa internazionale parte dal tema dell’economia di guerra, con l’aumento delle spese belliche e l’integrazione dell’Intelligenza Artificiale nei piani di guerra, con la conseguente competizione tra monopoli tecnologici (sempre più inseriti nel complesso militare-industriale) e i profitti da record.
A seguire, passiamo ai dazi di Trump e il loro effetto sull’economia: concepiti per riportare quote di produzione manifatturiera negli USA, essi hanno un impatto positivo minimo sull’occupazione quando invece il loro peso in termini di perdita di potere d’acquisto per la classe operaia è molto più forte, rappresentando quindi una misura redistributiva dal basso verso l’alto.
In Medio Oriente, ha fatto discutere l’immagine del PKK che brucia i fucili all’interno della cerimonia di disarmo, legata al “processo di pace” (che è già stato affrontato qui, qui e qui): l’analisi dei compagni turchi rivela come questo accordo è funzionale alla borghesia turca e curda, all’interno di un processo di espansione e ricerca dell’egemonia regionale, di tipo neo-ottomano.
La situazione in Kanaky (meglio nota come Nuova Caledonia), dopo le violente proteste indipendentiste del 2024, è oggetto dell’analisi dei compagni francesi che denunciano l’accordo proposto dal governo come una trappola, con promesse vaghe e nessuna misura concreta per alleviare la crisi economica e sociale, né tantomeno misure che garantiscano una reale indipendenza e autodeterminazione del popolo canaco.
Ci spostiamo in Europa, dove la destra agita l’arma della xenofobia per dividere la classe operaia: in Spagna, a Torre Pacheco c’è stata una vera e propria “caccia all’immigrato”, organizzata tramite i social network tramite dei pretesti manipolatori. La dichiarazione dei comunisti spagnoli condanna questi pogrom, che aiutano solo il capitale generando false divisioni.
In conclusione, parliamo dei lavori della 21a Assemblea Generale della Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY), con l’appello contro la guerra imperialista firmato da 12 organizzazioni della gioventù comunista. A seguire, diamo spazio al commento della Gioventù Comunista di Grecia (KNE), rieletta Vicepresidente per la regione Europa – Nord America dell’organizzazione, che sottolinea le profonde divergenze ideologiche e politiche emerse dal confronto tra le organizzazioni politiche giovanili, divergenze che sono determinate dalla crisi odierna del movimento comunista e operaio internazionale.
Buona lettura.
- Partito Comunista di Grecia (KKE): Economia di guerra e Intelligenza Artificiale
Apriamo questa rassegna stampa sul tema della guerra e del riarmo, con l’analisi del KKE che denuncia l’escalation globale dell’economia di guerra e la crescente centralità dell’Intelligenza Artificiale nei piani militari delle potenze imperialiste. Aumentano le spese belliche, in particolare nell’UE e negli USA, con enormi profitti per i monopoli industriali, mentre la popolazione subisce tagli e repressione. L’IA è al centro della nuova corsa agli armamenti, funzionale tanto alla guerra quanto allo sfruttamento del lavoro. Ma la necessità storica del superamento rivoluzionario del capitalismo non viene messa in discussione dalle nuove tecnologie, e solo il socialismo rappresenta l’unica via per liberare l’umanità dall’orrore della guerra imperialista.
- Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi (NCPN): America First, i lavoratori per ultimi – L’impatto economico di sei mesi di Trump
Sui temi dell’economia mondiale, il 2025 è stato caratterizzato dai primi effetti dell’amministrazione Trump e dalle sue politiche protezionistiche nei primi sei mesi: dazi all’importazione, tasse di ancoraggio, restrizioni commerciali, mirate a rilanciare l’industria americana. Tuttavia, secondo l’analisi del NCPN, queste misure rafforzano solo alcuni settori capitalisti e aggravano l’inflazione, erodono il potere d’acquisto dei lavoratori e creano incertezza economica. L’economia finanziarizzata statunitense rimane fragile e il protezionismo da solo non risolve gli squilibri strutturali post‑2008. I benefici occupazionali sono limitati e la redistribuzione della ricchezza favorisce l’élite, mentre la classe operaia paga il prezzo più alto.
- Partito Comunista di Turchia (TKP): Trasformare la questione curda in una pace del capitale e nell’ostilità verso l’ideale della Repubblica!
Ci spostiamo in Medio Oriente con l’articolo del TKP che analizza la “questione curda” oggi come prodotto delle contraddizioni del capitalismo turco e delle interferenze imperialiste. Ripercorre le ribellioni storiche, il ruolo del PKK e le strumentalizzazioni politiche, denunciando l’attuale processo di “pace” come funzionale al rafforzamento del capitale, non alla liberazione dei popoli. L’accordo tra Stato turco e il PKK serve gli interessi espansionistici della borghesia, non la fratellanza tra popoli. Il TKP rifiuta questa “pace del capitale”, che mira a rafforzare le ambizioni neo-ottomane della Turchia e sostiene che solo una Repubblica socialista può garantire uguaglianza, giustizia e vera convivenza tra lavoratori turchi e curdi.
- Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF): Accordo del luglio 2025 in Kanaky: tappa verso l’autodeterminazione o ennesima trappola?
Sul tema dell’imperialismo approfondiamo la situazione dei territori d’oltremare francesi, con l’accordo del 12 luglio 2025 in Kanaky (o Nuova Caledonia). Questo accordo, che fa seguito alle dure proteste del 2024 con morti e repressione, viene presentato come passo verso l’indipendenza, ma per il PCRF rappresenta una trappola politica che mantiene il controllo francese, limitando la reale autodeterminazione. La crisi economica e sociale persiste, con il popolo canaco vittima di disoccupazione, crisi abitativa e sfruttamento delle risorse, in particolare del nichel, sotto dominio francese e interessi imperialisti. L’accordo favorisce la borghesia francese e non garantisce una reale sovranità politica o economica. Il PCRF sostiene la lotta indipendentista dei canachi, esige la fine della repressione e rivendica il diritto all’autodeterminazione piena e democratica.
- Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE): Sulle cacce reazionarie a Torre Pacheco
Tornando invece in Europa, sul tema della reazione che cresce e dei pretesti per scatenare i pogrom anti-immigrati, è recente il caso delle violenze a Torre Pacheco, in Spagna. Il PCTE condanna questi attacchi reazionari contro gli immigrati, denunciando la crescente narrazione xenofoba che divide la classe operaia. I fascisti e neonazisti come VOX e gli altri gruppi più informali alimentano odio e violenza impunemente, mentre le forze dell’ordine restano passive. Il PCTE sottolinea che povertà ed esclusione sociale sono le vere cause della criminalità, non l’origine nazionale. Invita alla solidarietà tra lavoratori migranti e autoctoni, puntando all’unità di classe per combattere lo sfruttamento capitalista e contrastare l’odio xenofobo. Solidarietà e lotta di classe sono le armi contro la reazione.
- Federazione Mondiale della Gioventù Democratica (WFDY): Sulla 21a Assemblea Generale della WFDY
In chiusura di questa rassegna stampa, ospitiamo la dichiarazione congiunta contro la guerra imperialista, firmata da 12 organizzazioni giovanili comuniste della 21a Assemblea Generale della WFDY, tenutasi a maggio 2025 in Namibia. La dichiarazione condanna le guerre imperialiste, esprimendo solidarietà ai popoli vittime di conflitti causati dalla competizione tra potenze capitaliste. Rifiuta la militarizzazione dell’UE e invita alla lotta contro repressione e fascismo, sostenendo che solo i popoli, guidati dai comunisti, possono porre fine alle guerre abbattendo il capitalismo.
A seguire, un commento della Gioventù Comunista di Grecia (KNE) sul dibattito attuale all’interno di questa importante organizzazione internazionale: in questa 21a Assemblea Generale sono emerse importanti divergenze ideologiche tra le organizzazioni giovanili, che riflettono la crisi ideologica del movimento comunista e operaio internazionale. La KNE e altre organizzazioni sostengono una lettura leninista dell’imperialismo come capitalismo monopolistico da combattere integralmente, mentre altre organizzazioni lo identificano solo con la politica estera aggressiva di alcuni Stati, sottovalutandone la base economica. Differenze si sono avute anche sull’interpretazione della guerra in Ucraina e sul ruolo dei governi borghesi, con alcune forze che promuovono alleanze socialdemocratiche, mentre la KNE e altre organizzazioni insistono sulla necessità di superare il capitalismo e sull’attualità del socialismo.