Questo nuovo numero della rassegna stampa internazionale parte dalle sofferenze del popolo palestinese a Gaza, con il contributo del PC di Israele sulla disastrosa e criminale gestione privata degli aiuti umanitari, inserita nella “visione di Trump”, che si è già rivelata una trappola mortale.
Proseguiamo sulla crisi in Medio Oriente con il comunicato del PC di Turchia sugli ultimi sviluppi nel paese, con il “processo di risoluzione” della questione curda, la volontà del governo di riscrivere la costituzione e di ridiscutere i confini della Turchia tutti inseriti all’interno di un accordo tra le potenze imperialiste volto a ridisegnare l’area mediorientale e porla saldamente sotto l’egemonia statunitense.
In Venezuela le elezioni regionali e parlamentari hanno segnato un nuovo punto di minimo per la democrazia del paese latinoamericano, con un record negativo di affluenza, i risultati elettorali non trasparenti e il commissariamento di diverse liste, tra cui quella del PC del Venezuela, che nel suo contributo denuncia l’appropriazione delle istituzioni e della Costituzione da parte del PSUV, in accordo con un’opposizione “addomesticata”.
Il tema della violenza di genere viene affrontato dal comunicato congiunto del PC Rivoluzionario di Francia e della sua giovanile, che denuncia i transfemminicidi non come atti isolati ma come violenza sistemica, nel cuore imperialista come in Francia ma anche nelle ex colonie, funzionali alla garanzia della divisione sociale del lavoro più profittevole per le classi dominanti. Viene sottolineato anche il ruolo delle forze socialdemocratiche, apparentemente impegnate su questi temi ma in realtà mai in grado di rispondere alle reali esigenze popolari.
Sulla lotta per la casa i compagni del PC dei Lavoratori di Spagna contribuiscono con questa analisi che si concentra sui risvolti politici della stagione di lotte inaugurata dalla crisi del 2008: sul ruolo degli “ingegneri della mobilitazione sociale” passati direttamente ai ministeri, sull’eterogeneità di interessi presenti all’interno del movimento, sulla necessità di porre al centro l’egemonia della classe operaia. La riflessione è di estrema attualità nell’ambito generale dell’intervento dei comunisti nei movimenti di massa.
Come chiusura per questo numero della nostra rassegna stampa internazionale, il PC di Grecia affronta il tema dei “leoni della tastiera”, degli odiatori online, dei troll, dei bot: dietro questi fenomeni apparentemente scoordinati si cela un meccanismo di difesa del potere, di attacco a chi lo contesta, un sistema spesso a pagamento che non indossa la divisa ma rappresenta ugualmente un manganello mediatico contro la classe operaia, gli intellettuali radicali, gli attivisti e gli artisti progressisti. Si analizza anche il ruolo dei personaggi “antisistema”, con i loro show spettacolari “senza peli sulla lingua”, uno sfogo senza contenuto, perfettamente compatibile però con i meccanismi fondamentali del sistema stesso. Buona lettura.
- Partito Comunista di Israele (MAKI): “Il giorno dopo” nella Striscia di Gaza è già arrivato: uccisioni, privatizzazione degli aiuti, fame per la popolazione e pulizia etnica
Partiamo dal contributo del MAKI, sulla preparazione del “il giorno dopo” (il conflitto) per la Striscia di Gaza che è già in atto: occupazione militare, deportazioni forzate, fame e privatizzazione degli aiuti umanitari. Circa due milioni di palestinesi sono concentrati in aree sovraffollate, mentre una società americana distribuisce aiuti israeliani a scopo di lucro. Il piano, sostenuto dal governo Netanyahu e inserito nella “visione di Trump”, è una strategia di pulizia etnica. La gestione privata degli aiuti si è già rivelata una trappola per i palestinesi, con parecchi morti ammazzati a seguito del caos dovuto al sovraffollamento di questi centri di distribuzione del cibo.
- Partito Comunista di Turchia (TKP): La pretesa di una “Turchia libera dal terrore” e la nostra lotta per una “Turchia libera dallo sfruttamento”
Sempre sui processi di crisi capitalistica e scontro interimperialista nella regione mediorientale, il comunicato del CC del TKP analizza criticamente il contesto politico e sociale del Paese, denunciando le profonde disuguaglianze storiche e attuali generate dal capitalismo turco: dalla Guerra d’Indipendenza le classi proprietarie hanno tratto profitto dalla Repubblica, mentre le masse sono rimaste emarginate. Le odierne narrazioni scioviniste riscrivono la storia e riaprono i dibattiti sui confini turchi, col rischio di nuovi conflitti regionali. Il TKP sostiene la necessità di una nuova svolta repubblicana fondata sulla classe operaia, in opposizione al dominio dei monopoli, alla NATO e all’imperialismo. Il TKP critica la natura liberale dell’opposizione e respinge la personalizzazione della politica, come nel caso di İmamoğlu, avvertendo che ciò rafforza l’AKP; inoltre rigetta l’idea di una nuova costituzione promossa dal governo, ritenendola controrivoluzionaria, e propone invece una costituzione socialista, laica e antimperialista. Denuncia il cosiddetto “processo di risoluzione” della questione curda, che dovrebbe portare ad una “Turchia libera dal terrore” secondo il governo, come invece parte di un accordo tra capitale e potenze imperialiste, funzionale all’integrazione della Turchia in un nuovo ordine regionale guidato dagli USA. L’unica vera alternativa è la costruzione di un nuovo sistema, una “Turchia libera dallo sfruttamento”, basata sul lavoro, sulla giustizia sociale e sulla solidarietà tra i popoli.
- Partito Comunista del Venezuela (PCV): Le elezioni in Venezuela, democrazia simulata, una valanga di irregolarità
Ci spostiamo in America Latina, in Venezuela, dove si sono svolte recentemente le elezioni regionali e parlamentari in un contesto profondamente antidemocratico. In questo contributo, riuniamo un comunicato e un articolo da parte del PCV per una critica dello stato terminale in cui è giunto il “processo bolivariano”, con la denuncia della manipolazione del processo elettorale da parte del governo e del PSUV. Si denunciano eliminazioni arbitrarie delle liste elettorali, squalifiche politiche e oscuramento dei dati ufficiali, come quelli delle presidenziali 2024. Il Consiglio Nazionale Elettorale ha mostrato scarsa credibilità, inventando la categoria illegale di “elettori attivi” per mascherare l’alta astensione, oppure la riabilitazione di personaggi e liste escluse dal processo democratico a causa del coinvolgimento nei tentativi golpisti. La repressione politica si è intensificata, con arresti arbitrari di oppositori, attivisti e giornalisti. Il PCV rifiuta la legittimità delle elezioni e invita a una mobilitazione popolare contro l’autoritarismo e l’ingerenza imperialista. Le elezioni sono viste come un meccanismo per garantire la permanenza illegittima al potere del PSUV, supportato da un’“opposizione” subordinata e da partiti commissariati, come ad esempio il PCV “falso”. Il PCV esorta al ristabilimento della Costituzione, proponendosi per un’alternativa democratica e popolare in Venezuela.
- Partito Comunista Rivoluzionario di Francia (PCRF) e Unione della Gioventù Comunista (UJC): Sul ruolo dell’imperialismo nel transfemminicidio e nella LGBT+fobia in Francia e nel resto del mondo
Sul tema dell’oppressione di genere, il comunicato del PCRF e della UJC denuncia come i transfemminicidi e la fobia verso le persone LGBT+ siano prodotti strutturali del capitalismo nella sua fase imperialista. La violenza contro le donne e le persone trans, diffusa anche nelle grandi potenze come la Francia, non è frutto di atti isolati ma serve a mantenere la divisione di genere del lavoro, necessaria al capitalismo per lo sfruttamento. Il sistema capitalista utilizza queste oppressioni per dividere il proletariato e rafforzare la famiglia nucleare: l’articolo ricorda i casi recenti di donne transgender assassinate in Colombia e in Francia, sottolineando l’ipocrisia delle istituzioni e dei media che denunciano la violenza senza affrontarne le cause profonde. Critica inoltre il ruolo degli stati borghesi, che non possono risolvere il problema dei femminicidi e della violenza di genere poiché servono gli interessi della classe dominante. Solo con la rottura del sistema capitalistico sarà possibile un progresso reale e duraturo contro la violenza e la discriminazione: è fondamentale quindi organizzare una risposta rivoluzionaria contro il capitalismo, responsabile di queste oppressioni.
- Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE): Rispondere alla crisi abitativa con i pugni chiusi: centralità e trasversalità rivoluzionaria nel movimento per l’abitare
Veniamo ora al tema della lotta per la casa: in Spagna come in Italia i lavoratori e i settori popolari sono impossibilitati ad accedere ad un’abitazione dignitosa. Salari bassi, affitti in crescita e speculazioni immobiliari aggravano la crisi abitativa, vissuta come una forma di violenza quotidiana. L’articolo dei compagni spagnoli, nella critica delle passate mobilitazioni, inserisce una critica più generale al ruolo delle forze socialdemocratiche e dell’opportunismo di sinistra che hanno egemonizzato il ciclo di lotte nato dalla crisi del 2008 (servendosene per il trampolino di lancio verso i governi borghesi), all’interno del quale a causa della mancanza dell’egemonia della classe operaia, hanno prevalso le “vie d’uscita” per alcuni strati sociali del tutto interne ai margini capitalistici. Oggi, per la lotta per la casa, serve un movimento di massa con centralità politica e organizzativa della classe operaia, che riconosca il problema abitativo come parte integrante della contraddizione capitale-lavoro, che sia in grado di elaborare un programma proprio e indipendente contro la guerra, il carovita e il precariato.
- Partito Comunista di Grecia (KKE): Campagne di diffamazione, ghigliottina digitale e terrorismo da tastiera
Chiudiamo con un tema socio-culturale, per quanto riguarda i moderni social media. L’articolo del KKE denuncia come i troll digitali siano oggi strumenti del potere borghese per reprimere il dissenso politico, attraverso campagne di diffamazione, fake news e bot coordinati. Questa “ghigliottina online” mira a silenziare chi contesta il sistema, attaccando lavoratori, intellettuali e attivisti. I media mainstream manipolano l’opinione pubblica presentando una realtà distorta, mentre un’opposizione “indolore” e superficiale serve a mantenere lo status quo. La denuncia è quindi contro il meccanismo di mantenimento della menzogna attraverso lo spettacolo: la capacità di riconoscere e combattere questi meccanismi è fondamentale per la lotta per il comunismo.