Di Kōstas Siettos, Professore associato presso il Dipartimento di Matematica e delle sue Applicazioni dell’Università di Napoli, collaboratore del Dipartimento Economia del Comitato Centrale del Partito Comunista di Grecia (KKE); da Rizospastis, organo del KKE
27 luglio 2025
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Secondo il rapporto dell’Istituto Internazionale di Ricerche sulla Pace di Stoccolma (SIPRI) sulle tendenze delle esportazioni di armi per il 2024[1], nel periodo 2020–2024 sono stati registrati 64 Stati esportatori di equipaggiamento militare. I cinque principali esportatori — Stati Uniti, Francia, Russia, Cina e Germania — hanno concentrato quasi i tre quarti (72%) del volume complessivo globale delle esportazioni di armi, come si evince dalla tabella 1 (v. sotto) per il periodo 2020–2024, una percentuale significativamente più alta rispetto al 61% registrato nel periodo 2015–2019. Questo aumento conferma la crescente tendenza alla concentrazione del capitale nel settore delle esportazioni di sistemi di difesa, soprattutto dopo la guerra in Ucraina e la riorganizzazione globale delle alleanze interimperialistiche.
Le esportazioni di armi degli Stati Uniti sono aumentate del 21% tra il 2015–2019 e il 2020–2024, e la loro quota nelle esportazioni globali di armi è salita dal 35% al 43%. Le esportazioni di armi della Francia verso gli Stati europei sono quasi triplicate nello stesso periodo (+187%), principalmente grazie alla consegna di aerei da combattimento a Grecia e Croazia, artiglieria, missili e navi all’Ucraina. La concentrazione — con 9 Stati (USA, Francia, Russia, Cina, Germania, Italia, Regno Unito, Israele, Spagna) che controllano oltre l’86% delle esportazioni globali dell’industria bellica (2020–2024) — rivela il carattere dell’imperialismo, dove il capitale finanziario e industriale intrecciato, dopo aver esaurito i metodi “pacifici” di espansione, trasforma la guerra nel principale strumento di accumulazione, incarnando il fatto che l’imperialismo “si nutre di sangue e ferro”.
L’industria e l’economia bellica nell’UE
Tra il 2021 e il 2024, gli Stati membri dell’UE hanno aumentato complessivamente le spese per gli armamenti da 214 miliardi di euro (1,5% del PIL) a 326 miliardi di euro (1,9% del PIL), un incremento in termini reali di oltre il 30% in soli tre anni. Nel 2024, gli investimenti militari per acquisti, ricerca e sviluppo hanno raggiunto i 102 miliardi di euro (il 31% della spesa militare totale), rispetto ai 52 miliardi di euro (24%) del 2021, mentre l’88,2% di questi investimenti (90 miliardi di euro) è stato destinato a nuovi approvvigionamenti — un aumento del 50% su base annua[2] [3].
Recentemente, nel marzo 2025, in un comunicato stampa per la presentazione del “Libro Bianco” sull’industria bellica dell’UE, intitolato “ReArm Europe Plan / Readiness 2030“[4] [5], la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ha illustrato un programma da 800 miliardi di euro per i prossimi 4 anni, da impiegare anche a sostegno dell’Ucraina. A proposito del finanziamento dell’industria bellica “per la difesa dei valori dell’Europa” (sic), la presidente ha affermato che “nessuna opzione è esclusa”[6], preannunciando di fatto nuovi memorandum per i popoli d’Europa, con ulteriori tagli alla sanità, all’istruzione, un’intensificazione delle misure antioperaie e della repressione.
L’Ucraina è risultata il maggiore importatore di principali sistemi d’arma a livello globale nel periodo 2020–2024, con importazioni aumentate di quasi 100 volte (+9.627%) rispetto al periodo 2015–2019[1]. Non c’è che dire, niente male per la classe borghese, che investe capitali accumulati nell’industria bellica, ottenendo profitti colossali, letteralmente intrisi del sangue dei popoli. Profitti che non derivano solo dalla vendita di armamenti, ma anche dalla spartizione del mondo attraverso le cosiddette “ricostruzioni”.
Nel caso dell’Ucraina, va sottolineato a caratteri cubitali che i popoli ucraino e russo hanno vissuto in pace per decenni all’interno dell’URSS, e la loro cooperazione ha contribuito enormemente ai progressi della scienza, dell’istruzione, della sanità, della cultura e alla vittoria dei popoli contro il nazismo e il fascismo.
N. | Esportatore | Quota delle esportazioni mondiali % 2020–24, (2015–19) | 1° destinatario (Quota %) | 2° destinatario (Quota %) | 3° destinatario (Quota %) |
1 | USA | 43 (35) | Arabia Saudita (12) | Ucraina (9,3) | Giappone (8,8) |
2 | Francia | 9,6 (8,6) | India (28) | Qatar (9,7) | Grecia (8,3) |
3 | Russia | 7,8 (21) | India (38) | Cina (17) | Kazakistan (11) |
4 | Cina | 5,9 (6,2) | Pakistan (63) | Serbia (8,6) | Thailandia (4,6) |
5 | Germania | 5,6 (5,7) | Ucraina (19) | Egitto (19) | Israele (11) |
6 | Italia | 4,8 (2,0) | Qatar (28) | Egitto (18) | Kuwait (18) |
7 | Regno Unito | 3,6 (3,6) | Qatar (28) | USA (16) | Ucraina (10) |
8 | Israele | 3,1 (3,2) | India (34) | USA (13) | Filippine (8,1) |
9 | Spagna | 3,0 (2,3) | Arabia Saudita (24) | Australia (18) | Turchia (13) |
10 | Corea del Nord | 2,2 (2,1) | Polonia (46) | Filippine (14) | India (7,0) |
11 | Turchia | 1,7 (0,8) | Emirati Arabi Uniti (18) | Pakistan (10) | Qatar (9,9) |
12 | Paesi Bassi | 1,2 (1,9) | USA (23) | Pakistan (20) | Messico (12) |
13 | Polonia | 1,0 (<0,05) | Ucraina (96) | Svezia (1,4) | Estonia (0,9) |
14 | Svezia | 0,9 (0,5) | Brasile (22) | Pakistan (18) | EAU (15) |
15 | Norvegia | 0,8 (0,3) | USA (28) | Ucraina (21) | Romania (15) |
16 | Canada | 0,6 (0,6) | Ucraina (30) | Arabia Saudita (27) | EAU (18) |
Tabella 1
In questo scenario di orrore, morte e distruzione, solo nel 2024, durante il proseguimento del genocidio del popolo palestinese a Gaza[7], le esportazioni di equipaggiamento militare, armi e bombe dall’UE verso Israele hanno superato i 76 milioni di dollari[8]. Nel 2023, parallelamente al genocidio a Gaza[9], le esportazioni di armi dalla Germania verso Israele hanno raggiunto i 326,5 milioni di euro, registrando un incremento di 10 volte rispetto al 2022. Nel 2024, Israele ha annunciato che le sue esportazioni nel settore della difesa hanno raggiunto un nuovo record, toccando i 15 miliardi di dollari, con un aumento del 13% rispetto all’anno precedente[10]. I paesi europei sono stati la principale destinazione, assorbendo il 54% delle esportazioni (mentre nel 2023 erano al 35%).
Una mano imperialista lava l’altra nel bagno di sangue dei popoli. Per il resto, non mancano le lacrime di coccodrillo e l’ipocrisia: da un lato si recitano preghiere per la pace, dall’altro si forniscono bombe e armi per massacrare bambini e donne, sostenendo economicamente lo Stato di Israele nel genocidio del popolo palestinese, calpestando allo stesso tempo qualsiasi decisione dei cosiddetti “organismi internazionali istituzionali”, come ad esempio le 104 risoluzioni di condanna del Consiglio per i Diritti Umani dell’ONU solo nel periodo 2004–2023, e i mandati di arresto emessi dalla Corte Penale Internazionale per crimini di guerra contro il primo ministro israeliano Netanyahu e l’ex ministro della guerra israeliano.
Nel mondo dell’imperialismo, gli affari sono affari, e per il massimo profitto non esistono né quadri normativi né leggi che la classe borghese non sia pronta a calpestare, né crimini né genocidi che non sia pronta a compiere. “Nessuna opzione è esclusa”, come ha detto anche la presidente della Commissione Europea[8], per servire gli interessi della classe borghese.
Industria bellica – economia e Intelligenza Artificiale
Nella relazione del Parlamento Europeo su «Difesa e Intelligenza Artificiale» si sottolinea che «l’IA sta trasformando rapidamente la guerra moderna». La competizione globale per la supremazia nell’IA nel campo degli armamenti si accelera, con Stati Uniti e Cina che si contendono la leadership e la Russia che segue. Nel 2017 il presidente russo Vl. Putin dichiarò che «chi diventerà il leader nel campo dell’IA diventerà il sovrano del mondo». La competizione globale negli armamenti si intensifica come risultato della lotta per l’egemonia tra le potenze imperialiste, che vedono nell’IA sia un mezzo per rafforzare lo sfruttamento della forza lavoro sia uno strumento per la spartizione e la riassegnazione di territori, fonti di ricchezza e vie di comunicazione.
La «Strategia Nazionale di Difesa» degli USA del 2022[11] considera l’IA cruciale per mantenere la supremazia militare dell’imperialismo americano, sottolineandone il duplice ruolo nella scienza, nelle operazioni belliche e nella repressione (per esempio, un sistema di IA può essere sviluppato per individuare cellule tumorali o per localizzare e selezionare obiettivi in un’operazione militare, o persone in manifestazioni, ecc.). I finanziamenti per «l’innovazione nella difesa», di cui una parte significativa è destinata all’IA, hanno raggiunto i 34 miliardi di dollari nel 2022, circa il 4% del budget complessivo[11]. Gli investimenti non classificati del Dipartimento della Difesa USA nell’IA sono aumentati da poco più di 600 milioni di dollari nel 2016 a circa 1,8 miliardi nel 2024, con più di 685 progetti attivi di IA attualmente in corso. Alla cerimonia d’insediamento del presidente USA Donald Trump hanno avuto un ruolo centrale gli amministratori delegati dei maggiori monopoli tecnologici, evidenziando il legame stretto (di sangue) tra stato borghese e grande capitale. Una delle prime mosse di Trump fu l’avvio dello “Stargate Project”, da 500 miliardi di dollari, per la creazione di infrastrutture di IA. Poco dopo, una start-up cinese relativamente sconosciuta nel campo dell’IA, “DeepSeek”, ha provocato perdite per un trilione di dollari nelle borse, presentando un modello di IA che compete con i migliori modelli americani a una frazione del costo — dimostrando quanto sia fragile la «supremazia tecnologica» quando si basa su una spietata corsa al profitto. Monopoli come “Alphabet” (Google), “Amazon», “Apple”, “Meta”, “Microsoft”, “Palantir” e le cinesi “Alibaba”, “ByteDance” e “Tencent” dispongono di risorse e capacità tali da determinare in modo decisivo gli sviluppi a livello globale — agendo non solo come «aziende», ma come attori principali della politica imperialista e della dominazione di classe a livello mondiale[11].
La Cina è il principale concorrente degli Stati Uniti nell’industria internazionale dell’Intelligenza Artificiale, in una sfida che riflette la lotta per l’egemonia tra i grandi blocchi imperialisti, preparandosi a un futuro conflitto generalizzato con gli USA e la NATO. Il “Piano di Sviluppo dell’Intelligenza Artificiale di Nuova Generazione” del 2017 considera l’IA una priorità strategica e il fulcro della competizione globale. Analisi indicano che la Cina investe significativamente nell’IA, probabilmente raggiungendo o addirittura superando le spese del Dipartimento della Difesa degli Stati Uniti. Gli studi sulle spese militari nel bilancio cinese mostrano che le reali spese militari sono dal 40% al 90% più alte dei dati ufficiali e per il 2024 ammontano a 330-450 miliardi di dollari, una parte consistente dei quali destinata a ricerca e tecnologia[11].
La Russia mira a ridurre il divario con USA e Cina nella corsa all’IA e a rimanere nell’arena di confronto imperialista. Questa strategia stabilisce obiettivi quinquennali e decennali, focalizzati sull’aumento del know-how in IA. Nell’ambito degli sforzi continui di ammodernamento militare, punta ad automatizzare il 30% del suo equipaggiamento militare entro il 2025.
Nel marzo 2022 gli Stati membri dell’UE si sono impegnati ad aumentare significativamente le spese militari per tecnologie «critiche ed emergenti» e l’innovazione «per la sicurezza e la difesa». Questi impegni sono stati ribaditi nella «Bussola Strategica»[12], sancendo una «integrazione strategica delle forze produttive e di ricerca dell’UE» a beneficio dei monopoli europei. Come rivelano gli obiettivi del “Libro Bianco sulla Prontezza alla Difesa Europea 2030”, le rivalità imperialiste hanno scatenato una nuova corsa agli armamenti e tecnologica, con IA, tecnologia quantistica, biotecnologia, robotica e armi ipersoniche che agiscono da leve sia dello sviluppo economico capitalistico sia della supremazia militare e repressione. Per rafforzare l’industria bellica, gli Stati membri UE sono chiamati a permettere all’”industria difensiva europea” di progettare, sviluppare e consegnare tecnologie più rapidamente e su scala massiccia. Ciò richiede maggiori investimenti in ricerca e sviluppo nel campo della “difesa”, tramite progetti europei comuni e «processi industriali innovativi», con l’aiuto dell’IA — cioè mezzi che intensificano lo sfruttamento della forza lavoro e della ricchezza dei popoli a vantaggio dei monopoli.
L’UE e i suoi Stati membri destinano annualmente 14,4 miliardi di euro alla ricerca e sviluppo militare, cifra che rappresenta un decimo dei 130 miliardi di dollari spesi dagli USA nello stesso settore. Solo Google spende quasi dieci volte più del budget combinato di ricerca e tecnologia dei 27 Stati membri UE. Il Fondo Europeo per la Difesa (EDF) destina dal 4% all’8% del suo bilancio annuale a tecnologie emergenti e dirompenti (EDT), inclusa l’IA. Molti progetti finanziati dall’EDF nel 2021 integrano IA a doppia natura, sviluppata per servire principalmente le necessità militari e repressive del capitale. Queste applicazioni comprendono operazioni di cyberwarfare, sistemi terrestri “intelligenti” e collaborativi, con o senza equipaggio, e algoritmi automatizzati per il riconoscimento video. La “Piattaforma Tecnologica Strategica per l’Europa” (STEP) fornisce un’ulteriore dotazione di 1,5 miliardi di euro per il periodo 2024-2027, aumentando ulteriormente gli investimenti nell’IA. Il “Piano Innovazione Difesa UE” (EUDIS), pacchetto da 2 miliardi di euro, «supporta l’innovazione e l’imprenditorialità in tecnologie chiave» per l’industria bellica europea.
La “Bussola Strategica” UE e il nuovo “Piano Strategico” della NATO evidenziano l’importanza dell’IA come campo dove si intensificheranno le rivalità intra-imperialiste. La NATO ha investito significativamente in questo settore, creando l’Organizzazione di Accelerazione dell’Innovazione Difensiva per l’Atlantico del Nord (DIANA), che opera come entità indipendente con propria struttura legale e finanziaria, supervisionata da una commissione con rappresentanti del mondo accademico, privato e governi degli Stati membri della NATO. Questa commissione stabilisce annualmente priorità come i programmi pilota del 2023, mirati alla resilienza energetica, allo scambio sicuro di informazioni e al monitoraggio. Inoltre, è collegata al “Fondo Innovazione NATO”, che consente ai governi di investire «in modo flessibile» tramite ministeri degli Esteri o della Difesa, per raccogliere 1 miliardo di euro in 15 anni «per stimolare l’innovazione». Nel 2024 il Fondo Europeo per gli Investimenti (EIF) ha firmato un “memorandum di cooperazione” con il NATO Innovation Fund, con l’obiettivo di rafforzare il finanziamento di start-up, PMI e imprese medie nei settori della «difesa, sicurezza e resilienza».
La classe operaia può rovesciare i piani sanguinosi della borghesia e costruire il socialismo!
Naturalmente, tutte queste “spese” — come ha detto cinicamente il segretario generale della NATO Mark Rutte e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen — sono sostenute dalla classe operaia. La classe operaia sopporta non solo il peso delle spese militari, che comportano ulteriori tagli alla sanità, all’istruzione e un’escalation delle misure antisociali, ma è costretta, tramite il braccio di ferro delle leggi dello Stato borghese, a finanziare il meccanismo della sua stessa oppressione e sterminio.
Il vero contenuto delle guerre imperialiste, questa marciume, l’orrore della guerra, i centinaia di bambini uccisi ogni giorno, che muoiono di fame e malattie mentre una minoranza parassitaria di capitalisti vive in ricchezze e sfarzi inconcepibili, è la spartizione e rispartizione del mondo, «asservire nazioni straniere, mandare in rovina le nazioni concorrenti e depredarne le ricchezze, deviare l’attenzione delle masse lavoratrici dalle crisi politiche interne […], scindere le masse lavoratrici, abbindolarle mediante l’inganno nazionalistico e distruggerne l’avanguardia allo scopo di indebolire il movimento rivoluzionario del proletariato»[13].
Se per gli opportunisti i piani della borghesia con l’uso dell’IA in campo militare e lavorativo sono scenari distopici o suscitano paura e orrore, noi comunisti non ci lasciamo intimidire dalle parole, né temiamo gli obiettivi della borghesia. La borghesia non è onnipotente. Non è la prima volta che usa le nuove tecnologie dell’epoca come forza distruttiva per “far tacere” il proletariato e uccidere popoli per trarre il massimo profitto dal capitale accumulato. Questa è una verità elementare. Ciò che la borghesia teme veramente è sé stessa. Non dimentica la Rivoluzione d’Ottobre, l’alba del passaggio dall’imperialismo al socialismo. Teme perché sa che in condizioni di acutizzazione delle contraddizioni dei rapporti capitalistici di produzione, lo Stato borghese non può imporsi con la stessa facilità e metodi di prima. Teme che più cresce la repressione, più cresce la possibilità che la classe operaia comprenda chiaramente la necessità della rivoluzione e dell’intensificazione della lotta di classe.
Le nuove tecnologie non possono in alcun modo indebolire la necessità storica oggettiva del passaggio dal capitalismo monopolistico al socialismo, della rivoluzione socialista. Al contrario, le nuove tecnologie, accelerando il grado di socializzazione della produzione e quindi l’acutizzazione della contraddizione fondamentale capitale-lavoro, la porteranno più vicino al centro della scena, confermando il compito decisivo dell’epoca: la rottura rivoluzionaria del potere borghese e la costruzione del potere proletario.
Il proletariato ha il compito storico di realizzare — e realizzerà — le paure della borghesia, «per la Libertà, l’Amore, la Bellezza, la Giustizia».
Riferimenti:
[1] TRENDS IN INTERNATIONALARMS TRANSFERS, 2024, SIPRI Fact SheetMarch 2025, https://www.sipri.org/publications/2025/sipri-fact-sheets/trends-international-arms-transfers-2024
[2] EU defence in numbers, https://www.consilium.europa.eu/en/policies/defence-numbers/
[3] EU Member State defence expenditure, European Parliamentary Research Service, https://epthinktank.eu/2025/05/07/eu-member-states-defence-budgets/eu-member-state-defence-expenditure/
[4] Press statement by President von der Leyen on the defence package, 4 March 2025, https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/et/statement_25_673
[5] Commission unveils the White Paper for European Defence and the ReArm Europe Plan/Readiness 203, 19 March 2025, https://ec.europa.eu/commission/presscorner/detail/en/ip_25_793
[6] «Nothing is off the table» on EU defence funding, says Ursula von der Leyen, Guardian March 9, 2025, https://www.theguardian.com/world/2025/mar/09/eu-defence-funding-ursula-von-der-leyen-trump
[7] UN Special Committee finds Israel’s warfare methods in Gaza consistent with genocide, including use of starvation as weapon of war, Press Release, United Nations Human Rights, 13 Nov. 2024, https://www.ohchr.org/en/press-releases/2024/11/un-special-committee-finds-israels-warfare-methods-gaza-consistent-genocide
[8] European Union Exports of arms and ammunition, parts and accessories to Israel, Trading Economics, https://tradingeconomics.com/european-union/exports/israel/arms-ammunition-parts-accessories
[9] Gaza war: Where does Israel get its weapons? 3 Sept. 2024, BBC News, https://www.bbc.com/news/world-middle-east-68737412
[10] Israel announces defense export record: $15 billion in 2024, June 5, 2025, Defense News, https://www.defensenews.com/global/mideast-africa/2025/06/05/israel-announces-defense-export-record-15-billion-in-2024/
[11] Defence and Artificial Intelligence, European Parliament, April 2025, https://www.europarl.europa.eu/thinktank/en/document/EPRS_BRI(2025)769580
[12] A STRATEGIC COMPASS FOR SECURITY AND DEFENCE | EEAS (NdT: il Servizio europeo per l’azione esterna (EEAS) è il servizio diplomatico dell’Unione europea)
[13] The War and Russian Social-Democracy, Lenin Collected Works, Progress Publishers, 1974, Moscow, Volume 21, pages 25-34 (NdT: la traduzione italiana è ricavata da La guerra e la socialdemocrazia russa, Opere complete di Lenin vol. 21, pg. 19. https://www.marxists.org/italiano/lenin/lenin-opere/lenin_opere_21.pdf)