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Home›Copertina›Un provvedimento per mettere a tacere la voce popolare contro il genocidio: sul DDL 1627

Un provvedimento per mettere a tacere la voce popolare contro il genocidio: sul DDL 1627

Di Lorenzo Vagni
11/10/2025
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Mentre il 4 ottobre le strade di Roma venivano inondate da una manifestazione oceanica con oltre un milione di persone in piazza per la Palestina e contro il genocidio a Gaza, il governo Meloni continuava a portare avanti il percorso di approvazione dell’ennesimo disegno di legge all’insegna di repressione e falsificazione storica. Infatti, lo scorso 6 agosto il senatore Maurizio Gasparri di Forza Italia ha depositato in Senato il DDL 1627, denominato “Disposizioni per il contrasto all’antisemitismo e per l’adozione della definizione operativa di antisemitismo”[1].

Come il nome del provvedimento suggerisce, la maggioranza di centro-destra che sostiene il governo pretende con questo testo di adottare una definizione dell’antisemitismo[2], rifacendosi a una formulazione[3] dell’Alleanza Internazionale per la Memoria dell’Olocausto (IHRA). Fondata nel 1998, questa organizzazione intergovernativa si pone nominalmente l’obiettivo di promuovere l’educazione e la memoria dell’Olocausto e di contrastare l’antisemitismo. Nei fatti, l’IHRA collabora strettamente con le istituzioni israeliane e la definizione di antisemitismo da questa formulata è sostenuta anche da organizzazioni sioniste (come l’Organizzazione Sionista Mondiale) e dallo stesso Stato israeliano[4][5].

Leggendo la definizione[3], si riscontra facilmente una voluta ambiguità, che sovrappone più volte il concetto di “ebrei”, intesi come comunità etno-religiosa diffusa in tutto il mondo, e lo Stato d’Israele. Ad esempio, tra le caratteristiche dell’antisemitismo elencate dalla definizione ne spiccano alcune quali:

  • Negare agli ebrei il diritto dell’autodeterminazione, per esempio sostenendo che l’esistenza dello Stato di Israele è una espressione di razzismo;
  • Applicare due pesi e due misure nei confronti di Israele richiedendo un comportamento non atteso da o non richiesto a nessun altro stato democratico;
  • Fare paragoni tra la politica israeliana contemporanea e quella dei Nazisti.

La base politica di queste posizioni è la fuorviante ed erronea concezione di Israele come “Stato ebraico”, definizione sostenuta e imposta per legge dal governo israeliano[6]. Un’espressione propagandistica, questa, che calpesta i diritti di milioni di altre persone con origini etniche, tradizioni religiose e culturali diverse che vivono in quei territori e che, inquinando scientemente il dibattito attorno al concetto di “ebrei” (una comunità etno-religiosa, non una nazionalità in senso stretto – e che in ogni caso non coincide con l’odierno Stato di Israele, coincidenza che invece il sionismo vorrebbe forzare), alimenta ed è funzionale alla narrazione per cui criticare le politiche di Israele (o anche il processo storico che ne ha portato alla fondazione) equivalga a essere “anti-ebreo”. Inoltre, questa equiparazione è anche un crimine contro gli ebrei in generale, che vengono accomunati in quanto tali ai crimini di Israele equiparando l’ebraismo al sionismo, rafforzando così paradossalmente l’odio anti-ebraico nella società, che potrà trovare nuovi spazi di agibilità in virtù dello sdegno che gran parte della popolazione prova nell’assistere impotente ai massacri compiuti dall’esercito israeliano. Inoltre, l’abuso dell’accusa di “antisemitismo”, un’ideologia storicamente appannaggio della destra reazionaria, produrrà nei fatti la normalizzazione delle posizioni antisemite, non più considerate “gravi” e criminali (accusare chiunque di essere antisemita produce l’effetto che chi lo è veramente non subirà più un’accusa politica egualmente accesa), e quindi un ulteriore sdoganamento delle concezioni razziste.

Tenuto conto di questi antefatti, va notato come il DDL proposto al Senato introduca una discrezionalità e una parzialità persino maggiori di quelle adoperate dall’IHRA, citando espressamente il sionismo, creando confusione tra il contrasto a esso e l’antisemitismo, e prendendo apertamente le sue parti. Ad esempio, nel testo del DDL si afferma che «i focolai di antisemitismo già presenti in tutta Europa si sono estesi e propagati sotto la veste di antisionismo, dell’odio contro lo Stato ebraico e del suo diritto a esistere e difendersi» e si fa più volte riferimento a un presunto «antisemitismo mascherato da antisionismo», oltre che all’obiettivo di «contrastare le manifestazioni di antisemitismo, incluso l’antisionismo»[1].

Il sionismo è quella teoria nazionalista e reazionaria che considera la creazione dello Stato di Israele nel territorio della Palestina storica come il compimento di una promessa divina al “popolo di Israele” e, in questo senso, sostiene che tutta la terra della Palestina appartenga legittimamente a Israele. Proprio in nome di questa ideologia, oggi nei fatti una forma particolare di fascismo, il governo israeliano giustifica lo sterminio del popolo palestinese e la costante aggressione ai Paesi del Medio Oriente. L’opposizione al sionismo, ossia l’antisionismo, non coincide quindi con l’antisemitismo, vale a dire l’odio razziale contro gli ebrei, tanto che il Partito Comunista d’Israele (in continuità con la storia del movimento comunista nella Palestina storica[7]) esprime attraverso la cooperazione arabo-ebraica posizioni fortemente in opposizione al sionismo[8] e in diverse parti del mondo esistono organizzazioni ebraiche apertamente antisioniste![9][10]

Giocando su questa falsificazione, il DDL esprime l’obiettivo di attuare «la prevenzione e la repressione delle manifestazioni di antisemitismo». A tal fine viene prevista un’apposita formazione per varie figure pubbliche (come forze dell’ordine, magistrati e altre), compresi i docenti scolastici, i docenti universitari e i ricercatori, attraverso una “Guida pratica di lotta contro l’antisemitismo”. Vengono previsti inoltre corsi di formazione rivolti agli studenti di ogni ordine e grado volti a contrastare le manifestazioni di antisemitismo, incluso l’antisionismo[1].

Con riferimento all’ambito dell’istruzione, il decreto introduce «misure volte alla prevenzione e alla tempestiva segnalazione di atti a carattere razzista o antisemita nell’ambito scolastico e universitario». Scuole e università diventerebbero quindi veri e propri centri di indottrinamento, schedatura e parte integrante dell’apparato repressivo. Per lo stesso personale scolastico e universitario, il DDL introduce sanzioni nei casi di violazione dei doveri di prevenzione e segnalazione[1].

Viene prevista anche la modifica dell’articolo 604-bis del Codice Penale, il quale disciplina i reati di propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale, etnica, nazionale o religiosa, equiparando la negazione della Shoah e quella del diritto all’esistenza dello Stato di Israele, e attribuendo a quest’ultima le pene previste per i reati di discriminazione già esistenti[1].

Il DDL 1627, che si colloca nel solco di provvedimenti analoghi sostenuti ad esempio da Unione Europea (risoluzione “2017/2692(RSP)”[11]) e Stati Uniti (ad esempio l’“Antisemitism Awareness Act”[12]) e in Italia promossi negli scorsi anni dal centro-sinistra (vedasi l’assunzione della definizione dell’IHRA, in quel momento non vincolante e non legata a uno specifico obiettivo repressivo, ma comunque significativa, nel 2020 da parte del governo Conte II, composto dall’alleanza M5S-PD-LeU[13]), non a caso avviene a seguito di un’ondata di scioperi e mobilitazioni di piazza senza precedenti negli ultimi decenni. Laddove il movimento operaio-popolare e la larga partecipazione spontanea alla piazze hanno ribadito la contrarietà della maggioranza della popolazione italiana al massacro in corso a Gaza, l’accusa di complicità da parte del governo italiano e dei monopoli italiani, e il sostegno alla causa palestinese, il governo Meloni tenta di far approvare una vera e propria legge-bavaglio che punta a mettere a tacere la voce popolare contro il genocidio in Palestina attraverso la repressione, la riscrittura della storia e della politica, l’indottrinamento.

Ironia della sorte, in nome degli interessi che il governo Meloni promuove per conto del grande capitale italiano[14], a ergersi con meschinità e ipocrisia a nemici dell’“antisemitismo” vi sono gli eredi politici del neofascismo italiano, esponenti politici che in più occasioni non hanno negato la propria continuità con quella tradizione reazionaria che non si vergogna a rivendicare la dittatura fascista[15] o persino a esporre simboli del fascismo hitleriano[16], tra le esperienze storiche che maggiormente hanno fatto proprie l’ideologia razzista e la persecuzione spietata degli ebrei, molti dei quali anche per questo hanno abbracciato in tutta Europa la resistenza antifascista.

Anche in questo caso, ristabilire la verità rappresenta un atto rivoluzionario, di fronte al governo Meloni, agli interessi padronali delle grandi imprese che continuano a speculare sull’economia del genocidio e ai crimini dell’imperialismo contro i popoli di tutto il mondo.

 

Note

[1] DDL S. 1627, Senato.it, 5 ottobre 2025.

[2] A tal proposito occorre una precisazione: il termine “antisemitismo”, seppur entrato nell’uso comune per indicare l’odio contro gli ebrei, risulta improprio, in quanto con “semiti” si indicano non solo gli ebrei, ma tutti i popoli che parlano lingue semitiche, come arabi, ebrei, aramei, etiopi, assiri e altri. Termini maggiormente corretti da un punto di vista scientifico sarebbero quindi “antigiudaismo” e “antiebraismo”. Bisogna quindi tener conto che nel corso di questo articolo, nel quale sono riportati estratti del DDL 1627 e posizioni sostenute dalle forze politiche odierne, sarà possibile incappare in questa contraddittorietà.

[3] La definizione di antisemitismo dell’Alleanza internazionale per la memoria dell’Olocausto, Holocaustremembrance.com.

[4] 24 Israeli academic institutions adopt IHRA definition of antisemitism, Timesofisrael.com, 8 maggio 2025.

[5] Knesset votes to adopt IHRA definition of anti-Semitism, Jns.org, 23 giugno 2022.

[6] Israele: i rischi della nuova legge sullo stato-nazione, Ispionline.it, 30 luglio 2018.

[7] Brief History of the Communist Movement in Palestine and Israel, Idcommunism.com, 5 ottobre 2025.

[8] Solidarietà con il Partito Comunista d’Israele vittima della repressione sionista, Dichiarazione della Commissione Internazionale del Fronte Comunista, 2 settembre 2024

[9] La lunga storia antisionista della sinistra ebraica, Jacobinitalia.it, 23 luglio 2025.

[10] Il Congresso Antisionista: Una nuova era per la solidarietà ebraico-palestinese, Palestinechronicle.com, 17 luglio 2025.

[11] Risoluzione del Parlamento europeo del 1° giugno 2017 sulla lotta contro l’antisemitismo (2017/2692(RSP)), Europarl.europa.eu.

[12] S.558 – Antisemitism Awareness Act of 2025, Congress.gov.

[13] Palazzo Chigi adotta la definizione Ihra “Lotta all’antisemitismo, oggi giornata fondamentale”, Moked.it, 17 gennaio 2020.

[14] Per approfondire:
Investimenti in crescita e interdipendenza: gli interessi del capitale italiano in Israele, Lordinenuovo.it, 26 gennaio 2024.
L’implicazione dei capitali privati nel genocidio palestinese: cosa dice il report di Francesca Albanese, Lordinenuovo.it, 27 luglio 2025.

[15] La Russa: “Non butterò mai il busto del Duce, è un regalo di mio padre”. Calenda: “Non merita di presiedere il Senato”, Repubblica.it, 8 febbraio 2023.

[16] Bologna, il deputato di Fratelli d’Italia (che si vestì da nazista) invitato alla Festa dell’Unità. Insorge la sinistra, Open.online, 25 agosto 2021.

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Lorenzo Vagni

Lorenzo Vagni, classe 1993, laureato in Ingegneria Elettronica. Militante comunista dal 2015 nel FGC e dalla sua fondazione nel FC, ha ricoperto per anni incarichi di rappresentanza degli studenti all'Università di Roma "La Sapienza". È autore di diversi articoli per il giornale della gioventù comunista, Senza Tregua. Collabora con L'Ordine Nuovo su argomenti di politica e attualità.

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