L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • Referendum: una débâcle sulla pelle dei lavoratori

  • Il ruolo di Mærsk nel genocidio israeliano a Gaza e come vettore dell’imperialismo statunitense

  • Vita politica internazionale – Trentacinquesimo numero

  • Rispondere alla crisi abitativa con i pugni chiusi: centralità e trasversalità rivoluzionaria nel movimento per l’abitare

  • Sul ruolo dell’imperialismo nel transfemminicidio e nella LGBT+fobia in Francia e nel resto del mondo

  • Le elezioni in Venezuela, democrazia simulata, una valanga di irregolarità

  • La pretesa di una “Turchia libera dal terrore” e la nostra lotta per una “Turchia libera dallo sfruttamento”

  • “Il giorno dopo” nella Striscia di Gaza è già arrivato: uccisioni, privatizzazione degli aiuti, fame per la popolazione e pulizia etnica

  • Campagne di diffamazione, ghigliottina digitale e terrorismo da tastiera

  • Aumento dell’età pensionabile e condizioni della classe operaia in Danimarca

Capitale/lavoro
Home›Capitale/lavoro›UN MES CAMUFFATO DIETRO IL RECOVERY FUND

UN MES CAMUFFATO DIETRO IL RECOVERY FUND

Di Domenico Moro
29/05/2020
2911
0
Condividi:
recovery fund

La Commissione europea sta lavorando a un ulteriore strumento anticrisi, il Recovery Fund. La definizione delle condizioni di utilizzo di questo strumento non è ancora precisa, e verrà messa a punto nelle prossime riunioni del Consiglio europeo, la riunione dei capi di governo e di stato della Ue.

recovery fund

Alcuni elementi, però, sono emersi chiaramente. La Commissione potrà raccogliere finanziamenti sui mercati emettendo obbligazioni, usando come garanzia il bilancio europeo, e li verserà agli stati. Secondo la proposta della Commissione, il Recovery Fund potrà contare su 750 miliardi di euro, in parte prestiti di lunga durata (250 miliardi) e, in parte, sovvenzioni a fondo perduto (500 miliardi). Ad ogni modo, gli Stati saranno chiamati a rimborsare il debito comune emesso dalla Commissione attraverso l’aumento del contributo al bilancio comunitario, che al momento è di appena l’1% del Pil Ue. Alla fine, quindi, bisognerà vedere, per ogni stato, quale sarà il saldo tra quanto versato e quanto ottenuto.

In aggiunta, i fondi erogati, prestiti o sussidi che siano, non saranno senza condizioni in quanto, secondo il documento franco-tedesco che ha fatto da apripista alla proposta della Commissione, «il supporto alla ripresa […] si baserà su un chiaro impegno degli Stati membri a perseguire politiche economiche virtuose e un ambizioso programma di riforme»1. Questo, tradotto in parole più semplici, come abbiamo visto più volte nel passato, vuol dire l’imposizione di politiche di austerity e di controriforme neoliberiste. Inoltre, gli Stati dovranno «concordare con il vertice della Ue la destinazione dei fondi per la ripresa post-Covid, con un meccanismo non troppo differente da quello del “nuovo” Mes»2. Del resto, come Valdis Dombrovskys, il vicepresidente della Commissione, aveva precisato già nelle settimane scorse, il Patto di stabilità deve rimanere il punto di riferimento comune anche a proposito del Recovery Fund: «I Paesi membri devono tenere a mente gli obiettivi di stabilità a medio termine»3.

recovery fund

Il pagamento agli Stati dei prestiti/sovvenzioni è legato alla realizzazione dei vari passaggi di un piano elaborato dal singolo Stato secondo alcune indicazioni della Commissione, come la realizzazione di riforme specifiche e investimenti in linea con le priorità della Ue. Secondo Gentiloni, commissario agli affari economici, «certamente il sostegno delle sovvenzioni è legato al successo delle politiche». Dombrovskis è ancora più chiaro: i fondi saranno trasferiti in tranche e se gli Stati membri non rispettano «e priorità stabilite dalla Ue» e «se non implementano gli obiettivi perdono i soldi di una rata.»4

In sostanza, sembrerebbe proprio che i prestiti con condizionalità, che erano stati respinti insieme al nuovo il Mes, rientrino dalla finestra con il Recovery Fund. Tra l’altro c’è la concreta possibilità che i finanziamenti del Recovery Fund non arriveranno prima del 2021.

Fonti

1 Presse und Informationsamt der Bundesregierung, Pressemitteilung, Nummer 173/20 vom 18 Mai 2020, pag. 3.
2 M. Perrone e G. Trovati, Conte rilancia ma resta il nodo 2020, Il Sole 24 ore, 28 maggio 2020.
3 Beda Romano, Recovery Fund, Dombrovskys rilancia: superare i mille miliardi, Il Sole 24, 20 maggio 2020.
4 Francesca Basso, Recovery Fund, le regole Ue per avere i soldi: «Fondi per riforme, senza risultati rate sospese», “Corriere della Sera”, 28 maggio 2020.
Tagcapitalismocovid-19crisidebito pubblicoMESrecovery fundunione europea
Articolo precedente

George Floyd, quando la violenza della polizia ...

Articolo successivo

Intervista al PCOR-PCUS: la situazione nel Donbass

108
Condiviso
  • 108
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Domenico Moro

Ricercatore Istat, si interessa di statistiche economiche. Ha scritto numerosi volumi, tradotti nelle più importanti lingue europee, tra cui “La gabbia dell’euro, perché uscirne è internazionalista e di sinistra”, “Globalizzazione e decadenza industriale”, “La terza guerra mondiale e il fondamentalismo islamico”, “Il gruppo Bilderberg, l’élite del potere mondiale”, “Nuovo Compendio del capitale”. Scrive anche su riviste italiane ed estere. Da sempre militante nel movimento comunista italiano, oggi dirige la rivista Laboratorio 21.

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Notizie dal mondo

    La lotta Mapuche: un’occasione di riscatto per il Cile

    07/08/2020
    Di Redazione
  • Come il riarmo europeo mette d’accordo Fratelli d’Italia, PD e… fascisti!
    Politica

    Come il riarmo europeo mette d’accordo Fratelli d’Italia, PD e… fascisti!

    28/03/2025
    Di Lorenzo Vagni
  • Quarto Stato
    Capitale/lavoro

    Primo Maggio, la Giornata internazionale dei Lavoratori e l’attacco alla politica dei padroni

    01/05/2021
    Di Redazione
  • Maschera
    Rassegna operaia

    I LAVORATORI DELLO SPETTACOLO AI TEMPI DELLA CRISI SANITARIA

    21/04/2020
    Di Redazione
  • John Elkann
    Capitale/lavoro

    Così i lavoratori pagheranno (di nuovo) i dividendi della Fiat

    21/05/2020
    Di Roberto Ferraro
  • Rassegna operaia

    Lavoratori stagionali: gli eterni discriminati. Bonus in ritardo e zero certezze contrattuali (2/2)

    04/06/2020
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Terza pagina

    Gianni Rodari, l’assalto all’ordine linguistico costituito

  • Karl Marx
    Capitale/lavoro

    Keynesismo e Marxismo a confronto su disoccupazione e crisi

  • Adil Belakhdim ucciso al deposito Lidl di Biandrate
    Rassegna operaia

    La morte di Adil: l’attacco dei padroni e la risposta di classe

Leggi anche…

Sciopero_26_marzo_2021_1

Unire le lotte, il 26 marzo riders e logistica hanno incrociato le braccia

30/03/2021 | By Redazione

Verso il fronte unico. Iniziative e lotte di questi giorni  

08/05/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.