L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • La falsa opposizione alla guerra

  • Aree interne: dal governo Meloni l’ennesimo schiaffo a popolazione e territori

  • L’implicazione dei capitali privati nel genocidio palestinese: cosa dice il report di Francesca Albanese

  • Partecipazione o trappola? La legge Meloni–CISL sulla partecipazione nelle imprese, ovvero come smantellare la rappresentanza sindacale

  • Vita politica internazionale – Trentottesimo numero

  • La socialdemocrazia: il volto amabile del tradimento alla classe operaia

  • Il falso antimperialismo e la lotta di classe in Venezuela

  • Trump e Bolsonaro, giù le mani dal Brasile!

  • Nell’occasione dei 10 anni dal referendum del 2015

  • I sei de La Suiza: “Se si reprime qualcuno perché si ribella, si genererà una risposta unitaria”

Capitale/lavoro
Home›Capitale/lavoro›UN MES CAMUFFATO DIETRO IL RECOVERY FUND

UN MES CAMUFFATO DIETRO IL RECOVERY FUND

Di Domenico Moro
29/05/2020
2940
0
Condividi:
recovery fund

La Commissione europea sta lavorando a un ulteriore strumento anticrisi, il Recovery Fund. La definizione delle condizioni di utilizzo di questo strumento non è ancora precisa, e verrà messa a punto nelle prossime riunioni del Consiglio europeo, la riunione dei capi di governo e di stato della Ue.

recovery fund

Alcuni elementi, però, sono emersi chiaramente. La Commissione potrà raccogliere finanziamenti sui mercati emettendo obbligazioni, usando come garanzia il bilancio europeo, e li verserà agli stati. Secondo la proposta della Commissione, il Recovery Fund potrà contare su 750 miliardi di euro, in parte prestiti di lunga durata (250 miliardi) e, in parte, sovvenzioni a fondo perduto (500 miliardi). Ad ogni modo, gli Stati saranno chiamati a rimborsare il debito comune emesso dalla Commissione attraverso l’aumento del contributo al bilancio comunitario, che al momento è di appena l’1% del Pil Ue. Alla fine, quindi, bisognerà vedere, per ogni stato, quale sarà il saldo tra quanto versato e quanto ottenuto.

In aggiunta, i fondi erogati, prestiti o sussidi che siano, non saranno senza condizioni in quanto, secondo il documento franco-tedesco che ha fatto da apripista alla proposta della Commissione, «il supporto alla ripresa […] si baserà su un chiaro impegno degli Stati membri a perseguire politiche economiche virtuose e un ambizioso programma di riforme»1. Questo, tradotto in parole più semplici, come abbiamo visto più volte nel passato, vuol dire l’imposizione di politiche di austerity e di controriforme neoliberiste. Inoltre, gli Stati dovranno «concordare con il vertice della Ue la destinazione dei fondi per la ripresa post-Covid, con un meccanismo non troppo differente da quello del “nuovo” Mes»2. Del resto, come Valdis Dombrovskys, il vicepresidente della Commissione, aveva precisato già nelle settimane scorse, il Patto di stabilità deve rimanere il punto di riferimento comune anche a proposito del Recovery Fund: «I Paesi membri devono tenere a mente gli obiettivi di stabilità a medio termine»3.

recovery fund

Il pagamento agli Stati dei prestiti/sovvenzioni è legato alla realizzazione dei vari passaggi di un piano elaborato dal singolo Stato secondo alcune indicazioni della Commissione, come la realizzazione di riforme specifiche e investimenti in linea con le priorità della Ue. Secondo Gentiloni, commissario agli affari economici, «certamente il sostegno delle sovvenzioni è legato al successo delle politiche». Dombrovskis è ancora più chiaro: i fondi saranno trasferiti in tranche e se gli Stati membri non rispettano «e priorità stabilite dalla Ue» e «se non implementano gli obiettivi perdono i soldi di una rata.»4

In sostanza, sembrerebbe proprio che i prestiti con condizionalità, che erano stati respinti insieme al nuovo il Mes, rientrino dalla finestra con il Recovery Fund. Tra l’altro c’è la concreta possibilità che i finanziamenti del Recovery Fund non arriveranno prima del 2021.

Fonti

1 Presse und Informationsamt der Bundesregierung, Pressemitteilung, Nummer 173/20 vom 18 Mai 2020, pag. 3.
2 M. Perrone e G. Trovati, Conte rilancia ma resta il nodo 2020, Il Sole 24 ore, 28 maggio 2020.
3 Beda Romano, Recovery Fund, Dombrovskys rilancia: superare i mille miliardi, Il Sole 24, 20 maggio 2020.
4 Francesca Basso, Recovery Fund, le regole Ue per avere i soldi: «Fondi per riforme, senza risultati rate sospese», “Corriere della Sera”, 28 maggio 2020.
Tagcapitalismocovid-19crisidebito pubblicoMESrecovery fundunione europea
Articolo precedente

George Floyd, quando la violenza della polizia ...

Articolo successivo

Intervista al PCOR-PCUS: la situazione nel Donbass

108
Condiviso
  • 108
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Domenico Moro

Ricercatore Istat, si interessa di statistiche economiche. Ha scritto numerosi volumi, tradotti nelle più importanti lingue europee, tra cui “La gabbia dell’euro, perché uscirne è internazionalista e di sinistra”, “Globalizzazione e decadenza industriale”, “La terza guerra mondiale e il fondamentalismo islamico”, “Il gruppo Bilderberg, l’élite del potere mondiale”, “Nuovo Compendio del capitale”. Scrive anche su riviste italiane ed estere. Da sempre militante nel movimento comunista italiano, oggi dirige la rivista Laboratorio 21.

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • «L'arte può caricarci e farci vincere la nostra battaglia»: intervista a Dutch Nazari alla festa Avanguardia
    Musica

    «L’arte può caricarci e farci vincere la nostra battaglia»: intervista a Dutch Nazari

    13/07/2025
    Di Redazione
  • M5S_Bufera
    Nessuna categoriaPolitica

    La parabola del M5S da partito alternativo al nuovo centro-sinistra

    14/04/2021
    Di Domenico Moro
  • DIsordini Minneapolis
    Notizie dal mondo

    Nessuna risposta se non la violenza. I sintomi di un sistema in crisi

    03/06/2020
    Di Redazione
  • Soldati
    Notizie dal mondo

    Forte crescita della spesa militare mondiale: nel 2019 al massimo storico degli ultimi 30 anni

    29/04/2020
    Di Salvatore Vicario
  • Dollari ed Euro
    Capitale/lavoro

    La minimum tax sulle multinazionali come elemento della lotta tra stati

    08/07/2021
    Di Domenico Moro
  • Salvini e Fontana
    Politica

    Verso la riapertura in Lombardia. I problemi della fase 2

    16/04/2020
    Di Roberto Ferraro

Ti potrebbe interessare

  • Ministro_Brunetta
    Capitale/lavoro

    Brunetta, i sindacati e il nuovo accordo per la Pubblica Amministrazione tra aziendalizzazione del servizio pubblico e colpevolizzazione del singolo

  • Capitale/lavoro

    Monte dei Paschi, una acquisizione finanziata dallo Stato

  • Ambrogio Donini
    Storia di classeTribuna

    Ambrogio Donini a trent’anni dalla morte (2/2)

Leggi anche…

armata rossa vince stalingrado

Il 2 febbraio 1943 gli ultimi spari, l’Armata Rossa vince a Stalingrado

01/02/2021 | By Redazione
Partigiani della Pace, contro il nuovo ordine di guerra

Partigiani della Pace, contro il nuovo ordine di guerra

26/04/2025 | By Giaime Ugliano
9 maggio vittoria sovietica sul nazifascismo

Comunicato congiunto dei Partiti Comunisti e Operai – 75° anniversario della Vittoria sul nazi-fascismo

09/05/2020 | By Redazione
Germano Nicolini Diavolo

Germano Nicolini, la vita del “Diavolo”

11/11/2020 | By Redazione

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.