Da Manifest, organo del Nuovo Partito Comunista dei Paesi Bassi (NCPN)
7 giugno 2025
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Il 24 e 25 giugno 2025 si terrà nei Paesi Bassi un vertice della NATO. Il vertice sarà una messinscena patinata di tecnologia militare e della cosiddetta professionalizzazione, volta a romanticizzare guerre imperialiste a spese del sangue dei lavoratori, sia stranieri che locali. Sarà il contribuente olandese a dover pagare questa festa della classe dominante, i cui costi sono stimati in almeno 183 milioni di euro.
Sul sito web del governo olandese troviamo un dettaglio significativo: per la prima volta, il governo ha aggiunto una pagina con domande frequenti riguardo al vertice NATO. Finora ciò non era mai accaduto con altri incontri al vertice, considerati “innocui”. Il governo olandese sembra essere consapevole del malcontento nei confronti della politica di guerra della NATO e dei costi che essa comporta. Come giustifica allora il governo l’organizzazione di questo vertice? Con frasi vaghe sul “rafforzamento della pace e della sicurezza”, “i Paesi Bassi come alleato affidabile” e una “maggiore visibilità diplomatica”. È giunto il momento di smascherare queste chiacchiere a buon mercato, che servono solo a condurre i lavoratori al macello.
La NATO non porta mai “pace e sicurezza”
“La NATO è essenziale per la nostra sicurezza”, “garantisce la pace in Europa” e “protegge l’Europa dalla minaccia russa”: questi messaggi compaiono attualmente ovunque nei notiziari, nella politica e nel mondo accademico. In realtà, lo scopo della NATO è ben più violento. Si tratta di un’alleanza militare di paesi capitalisti, il cui obiettivo è quello di garantire gli interessi del capitale contro blocchi imperialisti concorrenti (e originariamente soprattutto contro l’Unione Sovietica socialista, quando ancora esisteva). La NATO deve assicurare risorse, mercati, sfere d’influenza e rotte commerciali per il capitale statunitense ed europeo.
Nella sua storia, la NATO non ha mai condotto una missione difensiva. Basti pensare all’ex Jugoslavia, all’Afghanistan e alla Libia: guerre che sono costate la vita a migliaia di persone e che hanno provocato milioni di sfollati. La NATO interviene con la scusa di proteggere “sicurezza e democrazia”, ma dopo ogni invasione i veri motivi emergono chiaramente, quando le risorse vengono privatizzate e il capitale euro-atlantico ottiene mano libera in nuovi mercati. In questo modo il capitale può procedere a un vero e proprio saccheggio dell’economia.
Prendiamo ad esempio la Libia, dove la NATO impose una “no fly zone” che distrusse tutte le infrastrutture critiche costruite sotto il regime di Gheddafi, fornendo al contempo preziose informazioni tattiche alle milizie jihadiste. Gli aerei della NATO bombardarono gli acquedotti che fornivano acqua alla popolazione libica e distrussero una fabbrica di tubature in cemento a Sirte. Questi obiettivi non avevano alcun valore militare. Anzi, gli attacchi erano concepiti per punire la popolazione libica nel modo più duro possibile. La NATO lo fa per costringere i lavoratori dei paesi bombardati a diventare dipendenti dalla “carità” occidentale (investimenti) e dal dominio economico. Oggi la Libia mette all’asta i diritti di esplorazione dei giacimenti petroliferi alle multinazionali, giacimenti che un tempo erano proprietà dello Stato.
La Libia non fu né la prima né l’ultima volta che la NATO sostenne organizzazioni reazionarie e terroristiche. In Jugoslavia, la NATO bombardò le postazioni serbe per agevolare l’avanzata dell’UÇK, sostenuto da Al-Qaida e universalmente disprezzato. Questa organizzazione terroristica commise crimini di guerra in tutto il Kosovo e gestiva circuiti di traffico di droga e di esseri umani per finanziare le sue campagne di pulizia etnica contro i serbi kosovari. In Afghanistan, mentre cacciava i talebani, la NATO cercava l’alleanza con i signori della guerra locali. Così il territorio afghano fu suddiviso in feudi tramite intimidazione e sfruttamento. In questo modo, la NATO si serve degli elementi più reazionari, criminali, fascisti o fondamentalisti della società per dividere i lavoratori, frammentare i paesi e raggiungere i propri obiettivi.
La NATO è dunque, prima di tutto, un’alleanza del grande capitale, rivolta contro gli interessi della classe operaia. E questo non riguarda solo i paesi al di fuori dell’alleanza militare. Per oltre quarant’anni, la NATO ha addestrato e diretto squadre della morte in tutta Europa, al fine di minare l’esercizio della vera democrazia dopo la Seconda Guerra Mondiale. L’Operazione Gladio fu un’azione “ top secret di livello COSMIC” su scala europea, basata su reti stay-behind per contrastare sollevazioni popolari o rivoluzioni (spesso rappresentate come un’ipotetica invasione sovietica dell’Europa occidentale). L’Unione Europea occidentale e la NATO addestrarono bande fasciste in tutto il continente. In Italia, Belgio, Turchia e Irlanda (dove al momento sono disponibili le informazioni più dettagliate), bande fasciste e neonaziste furono scatenate contro comunisti, sindacalisti e chiunque desiderasse la pace nell’Europa del dopoguerra.
Anche nei Paesi Bassi, ogni governo è stato informato dai servizi segreti dell’esistenza di questa rete stay-behind (chiamata “Operatiën & Inlichtingen”). Ogni esecutivo (socialdemocratico, liberale, di estrema destra) ha acconsentito a mantenere segreta questa operazione al pubblico. Senza la scoperta fortuita dei depositi di armi, il pubblico olandese non ne avrebbe mai saputo nulla. A chi fossero destinati questi armamenti e quali gruppi la NATO abbia addestrato per costruire questa rete rimane tuttora un segreto.
L’unica sicurezza che la NATO offre è quella dei profitti del grande capitale, sia contro gli interessi della classe operaia sia contro i blocchi capitalistici concorrenti. Per la classe operaia, l’appartenenza alla NATO significa soprattutto che il nostro paese viene trascinato nell’aumento delle tensioni internazionali e nella minaccia di guerra. Ecco cosa resta di «pace e sicurezza».
“Alleato affidabile” in genocidi e crimini di guerra
Il governo olandese insiste ripetutamente sul fatto che i Paesi Bassi debbano comportarsi come un “alleato affidabile” all’interno della NATO. Lo stesso ritornello proviene da molti cosiddetti partiti di opposizione, che si preoccupano se i Paesi Bassi siano sufficientemente leali. Dall’altra parte, la NATO viene rappresentata come il nostro principale alleato. Ma cosa comporta in realtà un simile alleato?
Ciò significa che i Paesi Bassi, in quanto “partner affidabile” nella NATO, sono complici del genocidio in corso contro il popolo palestinese. Sebbene i Paesi Bassi, dopo proteste e una battaglia legale, abbia smesso di spedire componenti per gli F-35 prodotti a Woensdrecht, continua ad acquistare droni e armi da Elbit Systems. Si tratta del principale fornitore degli attacchi con droni e dei crimini di guerra a Gaza, nel resto della Palestina e in altri paesi vicini che Israele bombarda regolarmente. Elbit Systems utilizza questi contratti per espandere la propria capacità produttiva e aiutare ulteriormente l’esercito israeliano a condurre attacchi illegali contro obiettivi quasi esclusivamente civili. Gli Stati membri della NATO hanno inoltre effettuato regolarmente voli di trasporto, ricognizione e rifornimento per l’aeronautica israeliana, contribuendo così all’uccisione di centinaia di migliaia di civili di Gaza, ben oltre le capacità che Israele avrebbe da solo.
Questa alleanza funziona anche in senso inverso: Israele ha un proprio ufficio dedicato presso il quartier generale della NATO a Bruxelles, SHAPE. Entrambe le parti collaborano nel controllo del Mediterraneo nell’ambito dell’Operazione Sea Guardian. In questo contesto, le informazioni vengono condivise con gli Stati membri per facilitare il respingimento illegale delle imbarcazioni di rifugiati. Secondo un’agenzia di stampa finanziata dalla NATO, questi flussi migratori costituirebbero una “minaccia ibrida”. Gruppi terroristici come l’Isis, infatti, li utilizzerebbero per mettere sotto pressione i bilanci europei destinati all’alloggio e all’elaborazione delle richieste di asilo, o per partecipare direttamente ad attentati terroristici. Una simile diffamazione nei confronti di rifugiati disperati serve a nascondere i veri responsabili di questa situazione: l’imperialismo degli Stati membri della NATO, che conduce guerre e rovina economicamente e politicamente interi paesi.
I membri della NATO hanno anche aiutato gli Stati Uniti a condurre attacchi aerei nello Yemen nel tentativo di revocare il blocco del Mar Rosso. Secondo le stesse dichiarazioni della NATO, ciò sarebbe stato un obbligo derivante dalla Convenzione sul Genocidio, dopo l’ordinanza provvisoria della Corte Internazionale di Giustizia del 26 gennaio 2024. Nonostante la legittimità apparente di questo argomento, resta la questione del perché gli Stati membri della NATO non applichino effettivamente il diritto internazionale e non prevengano o fermino questo genocidio, come affermano falsamente di aver fatto in Bosnia ed Erzegovina o in Kosovo. Ciò accade perché la NATO è il braccio armato del capitale euro-atlantico per mantenere i propri interessi in un contesto di crescenti tensioni con concorrenti come la Russia e la Cina.
Tappeto rosso di sangue per il capitale internazionale
Il governo si vanta della visibilità diplomatica che il vertice NATO dovrebbe generare. In questo modo, i Paesi Bassi verrebbero «messi sulla mappa». Ma la classe operaia non trae alcun beneficio da questa visibilità. Il vertice NATO non è altro che un’esposizione per investitori che vogliono guadagnare milioni grazie alla morte e alla distruzione.
Oltre alle fiere delle armi che si tengono ogni anno a Rotterdam, l’industria bellica europea utilizzerà il vertice per mettersi in mostra con tutta la sua gloria fuori luogo, come viene persino sfacciatamente pubblicizzato sul sito del governo. L’intenzione è anche quella di sfruttare il talento tecnico presente nei Paesi Bassi per creare un’industria della difesa nazionale che produca veicoli da combattimento, droni e sistemi radar. Assistiamo a una tendenza alla consolidazione tra i produttori europei di armi, poiché i responsabili politici si sono lamentati dell’incompatibilità tra i loro sistemi. I produttori europei di armi sperano così di sfidare i rivali russi, ma anche quelli americani, nella lotta globale per i contratti di difesa e le vendite di armamenti. Questo vertice rappresenta per i contraenti della difesa un’opportunità di marketing per insediarsi nei Paesi Bassi e approfittare della politica fiscale indulgente verso le imprese.
Così cresce l’industria bellica, da cui il grande capitale trae profitti enormi. E chi paga il conto? La classe operaia in tutto il mondo. Anche nei Paesi Bassi: per rimpinguare il bilancio della difesa si taglia su istruzione, sanità, previdenza sociale, cultura e altri servizi pubblici. I redditi e i diritti delle persone devono cedere il passo a bombe che distruggono vite umane.
Ci sono dunque motivi più che sufficienti per considerare il prossimo vertice della NATO come il preludio di un attacco al tenore di vita e al benessere della nostra società. La classe operaia olandese si mobilita per costruire un movimento per la pace. Proprio per questo è necessario unirsi ai comitati per la pace, in cui l’antimperialismo e la richiesta che i Paesi Bassi escano dalla NATO devono costituire una parte importante della lotta. Solo insieme, organizzati nei comitati per la pace e nel movimento sindacale, nei nostri luoghi di lavoro, nelle nostre aule e nei nostri quartieri, possiamo fermare il tamburo di guerra. I Paesi Bassi dicono “no” alla guerra e “no” alla NATO!