Il nuovo numero della rassegna stampa internazionale si apre con la repressione giudiziaria in Spagna dei “sei de La Suiza”, per la maggior parte lavoratrici che dovranno affrontare il carcere a seguito della criminalizzazione della loro vertenza sindacale. La vicenda viene analizzata con l’intervista ai lavoratori condannati da parte del PC dei Lavoratori di Spagna.
Anche in questo numero torniamo sull’argomento della socialdemocrazia, e le illusioni da essa generate, con l’approfondimento da parte del PC di Grecia relativo al governo Tsipras e al referendum in Grecia del 2015 sui memorandum della Troika in occasione del decennale.
Sempre sul tema del riformismo e spostandoci in America Latina, ospitiamo la denuncia del PC Brasiliano Rivoluzionario contro l’ingerenza imperialista nel proprio Paese, con la rivendicazione sia della cacciata dei golpisti legati agli USA, sia del rifiuto del “Fronte Ampio” col governo Lula.
Ancora sul tema del governo Maduro in Venezuela, l’articolo del PC del Venezuela si inserisce nel dibattito sulla caratterizzazione del governo del paese sudamericano, tracciando un quadro d’insieme della situazione economica e politica, particolarmente utile per sfatare le illusioni sul Venezuela e sul portato teorico che rappresenta per l’opportunismo di sinistra, ovvero il “socialismo del XXI secolo”.
La situazione politica in Messico, tra ingerenza dell’imperialismo statunitense e illusioni socialdemocratiche è oggetto dell’approfondimento da parte del PC del Messico: l’analisi si sofferma sul ruolo dei governi “progressisti” come salvatori del capitalismo dalle sue stesse crisi.
In conclusione, un argomento di rilevanza sociale e culturale: la diffusione del maschilismo estremo presso la gioventù, con l’articolo dell’Unione della Gioventù Comunista francese che spiega come questo rappresenti oggi, nel cuore imperialista, la prima casamatta della reazione, cavallo di Troia per arruolare la gioventù al sostegno del sistema capitalistico tramite la giustificazione della violenza contro le donne.
Buona lettura.
- Partito Comunista dei Lavoratori di Spagna (PCTE): I sei de La Suiza: “Se si reprime qualcuno perché si ribella, si genererà una risposta unitaria”
Iniziamo dall’argomento delle lotte e della repressione statale. L’intervista ai “Sei de La Suiza”, da parte di Nuevo Rumbo, ricostruisce la loro vicenda giudiziaria, iniziata con una vertenza sindacale, sfociata poi in una condanna a tre anni e mezzo di carcere per presunta “coercizione” al datore di lavoro. L’esecuzione della pena carceraria non è stata sospesa a causa di un’“assenza di pentimento” secondo il giudice, perché gli imputati avrebbero contestato la sentenza e il risarcimento economico è stato pagato dal sindacato CNT e non da loro personalmente. Il caso, segnato dall’intervento repressivo dello Stato e da giudici noti per il loro accanimento contro i movimenti sociali, è emblematico della crescente criminalizzazione dell’azione sindacale. I sei denunciano un attacco alla libertà di organizzazione e alla protesta pacifica, ma sottolineano la forza della solidarietà popolare e la risposta unitaria che si è sviluppata in tutto il paese.
- Partito Comunista di Grecia (KKE): Nell’occasione dei 10 anni dal referendum del 2015
Anche in questo numero torniamo sul tema della socialdemocrazia e del suo ruolo storico. Il governo greco guidato da Alexīs Tsipras, che tante promesse fece al popolo greco, promesse la cui eco arrivò anche in Italia e nel resto d’Europa dove furono anche fondati partiti politici a suo nome, viene ricordato per il referendum del luglio 2015, e per le vicende successive che ne provocarono poi la caduta. In occasione del decimo anniversario, il KKE coglie l’occasione per fare chiarezza su quel momento politico, denunciando la truffa orchestrata dal governo SYRIZA–ANEL, che usò la vittoria del “NO” per legittimare un terzo memorandum antipopolare. Ma i comunisti avevano già smascherato il vero obiettivo del governo: salvare il capitalismo con nuovi prestiti, tagli e privatizzazioni. Il KKE rifiutò i falsi dilemmi del referendum e si oppose coerentemente alle politiche di austerità e subordinazione agli USA e alla NATO: l’unica via d’uscita per il popolo è la lotta anticapitalista e antimperialista, l’organizzazione di massa e il rafforzamento del movimento comunista. Un ripasso sulle illusioni generate da quella fase storica è sempre estremamente didattico.
- Partito Comunista Brasiliano Rivoluzionario (PCBR): Trump e Bolsonaro, giù le mani dal Brasile!
Ci spostiamo in America Latina per la denuncia del PCBR contro l’ingerenza imperialista del governo Trump e del suo alleato Bolsonaro, accusati di orchestrare un attacco alla sovranità del Brasile per impedire l’arresto dell’ex presidente golpista. Il PCBR invita le forze popolari, sindacali e comuniste a mobilitarsi contro questo progetto reazionario, che mira a restaurare un regime autoritario subordinato agli interessi USA. Rifiutando sia il Fronte Ampio di Lula sia la dipendenza dai BRICS, il partito rilancia la lotta per il socialismo e la sovranità popolare. Chiede l’arresto di Bolsonaro, la rottura con le Big Tech e l’abrogazione del Tetto di Spesa.
- Partito Comunista del Venezuela (PCV): Il falso antimperialismo e la lotta di classe in Venezuela
Sempre in America Latina per l’intervento del PCV sul dibattito a livello internazionale, interno alle forze di sinistra e progressiste, sulla questione del Venezuela e la caratterizzazione del suo governo.
I comunisti venezuelani, in un articolo che traccia un riassunto completo delle vicende, denunciano il falso anti-imperialismo del governo Maduro, che si proclama nemico dell’imperialismo mentre applica politiche neoliberiste che favoriscono il grande capitale. La crisi economica non è causata dalle sanzioni, pur gravissime e che l’hanno acutizzata, ma dalle politiche di ri-privatizzazioni, restituzione delle terre espropriate ai padroni e deregolamentazione dei diritti del lavoro.
Con l’adozione della “Legge Antiblocco”, Maduro ha aperto la svendita delle risorse del paese, mentre ogni dissenso viene represso duramente e si persegue una campagna di persecuzione contro il PCV e altri movimenti popolari e sindacali. Il PCV rifiuta tanto le ingerenze dell’imperialismo USA e UE quanto l’alleanza del governo con settori del capitale internazionale, denuncia il carattere autoritario e capitalista del regime e ribadisce la necessità di un’alternativa proletaria e rivoluzionaria fondata sull’organizzazione autonoma della classe lavoratrice, per rompere con la dipendenza e lo sfruttamento.
- Partito Comunista del Messico (PCM): La socialdemocrazia: il volto amabile del tradimento alla classe operaia
Chiudiamo questo approfondimento, in questo numero di Vita Politica Internazionale, sulle illusioni della socialdemocrazia con l’intervento del PCM in merito alla situazione politica in Messico, alla seconda legislatura del governo del partito Morena, con López Obrador prima e oggi con Claudia Sheinbaum. L’articolo accusa il governo di aver tradito la classe operaia: dopo aver promesso una “quarta trasformazione”, Morena ha invece protetto gli interessi del grande capitale, mantenendo la proprietà privata dei mezzi di produzione e garantendo profitti ai monopoli, mentre peggiorano le condizioni di vita dei lavoratori. La presidente Sheinbaum è complice dell’imperialismo e indifferente alle rivendicazioni popolari: soltanto la rivoluzione socialista può porre fine alla miseria, alla violenza e all’aggressione imperialista, garantendo diritti reali e dignità alla maggioranza lavoratrice.
- Unione della Gioventù Comunista (UJC, Francia): Il maschilismo nella gioventù: la prima casamatta della reazione
Come approfondimento sui temi sociali e culturali, e in chiusura di questo numero, proponiamo l’articolo della UJC sul tema della diffusione delle posizioni maschiliste presso la gioventù. Abbiamo già proposto un contributo sul tema del maschilismo dietro il modello delle tradwives; in questo articolo invece si approfondisce come il maschilismo, che individua come causa fondamentale della crisi capitalistica l’indipendenza delle donne dagli uomini, rappresenti un terreno di propaganda ideale per le ideologie reazionarie. Questo maschilismo estremo, che si diffonde ad opera di guru del web, gruppi di discussione online, etc. ma anche da gruppi fascisti come la giovanile dell’AfD in Germania, incoraggiando la competizione maschile e allontanando i giovani dalla lotta di classe finisce per garantire il sistema in crisi attraverso il sostegno alla divisione sessuale del lavoro: sostanzialmente recluta i giovani proletari al sostegno del capitalismo, includendo anche il proprio auto-sfruttamento (“hustle culture”). La precarietà lavorativa e sociale rende molti giovani vulnerabili a queste tendenze, che giustificano la violenza sessista e l’isolamento. Il maschilismo, come prima casamatta della reazione soprattutto nel cuore imperialista, va combattuto con la denuncia radicale delle vere motivazioni per la sofferenza delle persone. La risposta è un’organizzazione comune della gioventù contro il capitalismo, poiché in assenza di questa, i giovani si rivolgeranno alla reazione “nella convinzione di poter riprendere il controllo della propria vita e di cercare di ottenere una parvenza di successo sociale.”