L'Ordine Nuovo

Menu superiore

Menu principale

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale

logo

L'Ordine Nuovo

  • Rassegna operaia
  • Capitale/lavoro
  • Classe e partito
  • Internazionale
    • Notizie dal mondo
    • Imperialismo
    • Vita politica internazionale
  • Politica
  • Terza pagina
    • Film e TV
    • Libri
    • Musica
    • Pillole di storia
    • Storia di classe
    • Manifesti
  • Tribuna
  • Speciali
    • Centenario PCdI
    • Lenin 150
    • Rivista Comunista Internazionale
  • Referendum: una débâcle sulla pelle dei lavoratori

  • Il ruolo di Mærsk nel genocidio israeliano a Gaza e come vettore dell’imperialismo statunitense

  • Vita politica internazionale – Trentacinquesimo numero

  • Rispondere alla crisi abitativa con i pugni chiusi: centralità e trasversalità rivoluzionaria nel movimento per l’abitare

  • Sul ruolo dell’imperialismo nel transfemminicidio e nella LGBT+fobia in Francia e nel resto del mondo

  • Le elezioni in Venezuela, democrazia simulata, una valanga di irregolarità

  • La pretesa di una “Turchia libera dal terrore” e la nostra lotta per una “Turchia libera dallo sfruttamento”

  • “Il giorno dopo” nella Striscia di Gaza è già arrivato: uccisioni, privatizzazione degli aiuti, fame per la popolazione e pulizia etnica

  • Campagne di diffamazione, ghigliottina digitale e terrorismo da tastiera

  • Aumento dell’età pensionabile e condizioni della classe operaia in Danimarca

Politica
Home›Politica›Lo spartiacque del 15 marzo

Lo spartiacque del 15 marzo

Di Riccardo Beschi
17/03/2025
831
0
Condividi:

La fase che stiamo vivendo è una fase di precipitazione dove le distinzioni tra soluzione e precipitato sono sempre più nette e chiare. Il cambio di amministrazione negli Stati Uniti ha portato a un cambio di strategia. Quello che viene descritto dall’intellighenzia europea come il “tradimento” di Trump nei confronti dei suoi alleati e dei valori occidentali è dovuto alla perdita di egemonia e posizioni degli Stati Uniti su scala globale[1]. Il cambio di strategia degli Stati Uniti evidentemente ha ripercussioni sul resto dei suoi alleati. Se il vertice del blocco imperialista di cui i paesi europei fanno parte fa dei passi indietro, si rende necessario, per chi sta al di sotto nella piramide imperialista[2], prendere dei provvedimenti per rafforzare la propria posizione.

La risposta è immediatamente arrivata per voce della presidente della commissione europea Ursula von der Leyen con 800 miliardi di euro (per un’Europa “sicura” e resiliente) per il riarmo. Questa è la risposta del capitale europeo alle mosse degli USA, in maniera tale da sviluppare un’autonomia militare per la difesa degli interessi dei monopoli europei dando inoltre ossigeno al settore industriale europeo, in particolare l’automotive, risollevandolo dalla crisi nera in cui è impantanato[3].

In questo quadro, che vede gli Stati Uniti perdere egemonia a dispetto della Cina, in cui l’Europa cerca di ritagliarsi il proprio spazio in un mondo le cui modalità di spartizione di risorse, ricchezze e rotte commerciali stanno mutando e con i BRICS che sono a tutti gli effetti paesi a capitalismo avanzato che cercano a loro volta di guadagnare posizioni nella competizione interimperialista, la manifestazione del 15 marzo a Piazza del Popolo di Roma chiamata da Michele Serra non è altro che lo strumento di quei settori della borghesia che vedono in un’ Europa forte la strategia migliore per la difesa dei propri interessi, a costo di gettare benzina sul fuoco della guerra.

Dimmi con chi vai e ti dirò chi sei

Lo spartiacque del 15 marzo

Maurizio Landini e Nicola Fratoianni alla manifestazione di Piazza del Popolo

In una fase come quella attuale è importante chiarificare bene quali siano gli amici, chi i nemici e soprattutto chi i falsi amici che rischiano di mettere i lavoratori alla coda dei loro aguzzini vendendo ai lavoratori l’idea che i propri interessi siano coincidenti con quelli delle classi dominanti. Per questo motivo, la partecipazione a Piazza del Popolo è da considerarsi come spartiacque tra chi è per la pace e chi, nonostante le acrobazie retoriche, è per la guerra. Se è chiarissimo il posizionamento di alcuni partiti al di là della barricata rispetto agli interessi della classe operaia, vale la pena soffermarci sull’adesione alla piazza da parte della CGIL e di AVS.

La presenza della dirigenza del più grande sindacato italiano è un elemento sconcertante: come fa quello che dovrebbe essere il principale strumento dei lavoratori per portare avanti le proprie lotte economiche a prendere posizione in una piazza del genere, che nel migliore dei casi preferisce spendere miliardi in armi invece che in sanità, istruzione, sicurezza sul lavoro, pensioni… mentre nel peggiore vedrebbe ben volentieri i lavoratori nelle trincee come nuovi guerrieri d’Europa[4]? Fortunatamente (in questo caso) la CGIL è un colosso eterogeneo e i deliri della segreteria Landini non sono condivisi da una parte rilevante della base del sindacato, che spesso ignora le linee politiche espresse dalla dirigenza, e diversi iscritti al sindacato hanno prodotto una lettera[5] in cui viene espresso disappunto e disapprovazione per l’adesione alla piazza definita, giustamente, reazionaria e guerrafondaia. Da segnalare che una dinamica simile è avvenuta anche all’interno dell’ANPI[6].

Per quanto riguarda AVS, la partecipazione alla piazza europeista non stupisce. Storicamente il piano inclinato della guerra ha sempre portato i socialdemocratici a mostrare la loro vera faccia e a schierarsi con la propria borghesia a discapito dei lavoratori. Riteniamo però sia necessaria un’opera di demistificazione dei soggetti in questione dato il finto radicalismo di cui si ammantano grazie alla presenza di alcuni deputati o eurodeputati legati all’antifascismo o a vecchi percorsi di militanza.

Il partito Alleanza Verdi e Sinistra, a partire dalle dichiarazioni di Ilaria Salis[7], si è detto contrario al riarmo, ma a favore di un esercito europeo, posizione assimilabile a quella espressa da Prodi[8], e che fa il gioco di alcuni settori della borghesia europea, che sfrutteranno la maggiore capacità militare e repressiva di un esercito comune per perseguire i propri interessi di classe, non certo per proteggere quelli dei proletari. Così da un lato il piano ReArm Europe è passato senza troppe difficoltà e dall’altra viene fatta avanzare da “sinistra” l’idea della necessità di un esercito comunitario, soffiando sulla paura infondata di un’imminente invasione dei “cosacchi” e andando incontro alla necessità della borghesia europea di rafforzarsi come polo imperialista facendo solo un banale ragionamento “aziendale” e non politico per cui un esercito unico è più efficiente in termini di spesa rispetto a 27 eserciti separati.

Lo spartiacque del 15 marzo

Slogan a sostegno di ReArm Europe alla manifestazione di Piazza del Popolo

Nessuno, nel panorama politico istituzionale italiano, ha dunque messo in dubbio l’Unione Europea e il suo ruolo fortemente regressivo per le condizioni dei lavoratori europei e pericoloso dal punto di vista della pace.

Il dramma della posizione espressa è che è totalmente idealista e staccata dalla realtà. Si può parlare di pace e contemporaneamente parlare di esercito comune europeo? Un esercito comune europeo in che direzione andrebbe? L’esercito di un polo imperialista come quello europeo potrebbe mai avere natura solo difensiva? Tolto il fatto che la storia dell’ultimo secolo qualche indizio dovrebbe darlo, per rispondere a queste domande bisognerebbe avere chiara la natura dell’Unione Europea[9]. Nonostante anni di sforzi propagandistici fatti per farla apparire come l’”Europa dei popoli”, risulta sempre più evidente come questa sia l’Europa del capitale e dei monopoli che si muove a discapito dei lavoratori.

Il grado di idealizzazione e distacco della realtà appare chiarissimo, nonostante siano appena stati approvati 800 miliardi di euro per il riarmo, Fratoianni è in grado di dichiarare “o si fa un’Europa di pace o si muore”[10] senza domandarsi se l’unione di 27 paesi capitalisti possa effettivamente garantire la pace. O sono incredibilmente ingenui o sono complici. Sfortunatamente non crediamo esistano gli ingenui, almeno non in politica.

I compiti di chi vuole lottare per la pace

Lo spartiacque del 15 marzo

Spezzone del Fronte Comunista in piazza contro riarmo e guerra imperialista

Il compito immediato che si deve dare chiunque voglia lottare oggi per la pace è quello di rispondere colpo su colpo alla propaganda di guerra che serve solo agli interessi dei padroni. Per fare questo è necessario rimettere al centro una visione marxista del mondo per mostrare che dietro la retorica di chi ci rivorrebbe col moschetto in mano ci sono interessi chiari, e che questi interessi sono inconciliabili con gli interessi della stragrande maggioranza della popolazione. Non è con l’avanzamento o la sconfitta di uno dei campi in lotta che i lavoratori potranno emanciparsi dallo sfruttamento e dal rischio della guerra.

Se è vero che per distruggere l’inevitabilità delle guerre è necessario distruggere l’imperialismo, è fondamentale dotarsi degli strumenti necessari per questo compito, primo fra tutti quello del partito, che sia espressione sia a livello teorico che pratico degli interessi del proletariato, specialmente mentre il mondo corre verso la barbarie.

 

Note

[1]: Momento Lenin: tra debito, dazi e guerra, Econopoly.ilsole24ore.com, 10 marzo 2025.

[2]: Su l’imperialismo – la piramide imperialista, Resistenze.org, 21 marzo 2013.

[3]: Rheinmetall, carri armati negli impianti Volkswagen: il riarmo tedesco è partito, Corriere.it, 13 marzo 2025.

[4]: Dove sono ormai i guerrieri d’Europa?, Repubblica.it, 4 marzo 2025.

[5]: La CGIL non partecipi alla manifestazione reazionaria del 15 marzo, Giornatedimarzo.it, 4 marzo 2025.

[6]: L’ANPI provinciale di Roma non parteciperà alla Manifestazione “per l’Europa” del 15 marzo p.v., Anpiroma.org, 7 marzo 2025.

[7]: Post su Instagram di Ilaria Salis, 5 marzo 2025.

[8]: ReArm Europe, Prodi scuote il Pd e ammonisce: “È un primo passo necessario, poi subito un esercito”, Rainews.it, 10 marzo 2025.

[9]: Natura dell’Unione Europea e analisi dei suoi organi, Lordinenuovo.it, 29 agosto 2020.

[10]: Fratoianni: “Scendo in piazza perché”, Repubblica.it, 13 marzo 2025.

TagavsCGILesercito europeoguerraimperialismoReArm EuroperiarmoSpese militariunione europea
Articolo precedente

Vita politica internazionale – Ventinovesimo numero

Articolo successivo

TKP sugli ordini di incarcerazione: Chiediamo ai ...

2
Condiviso
  • 2
  • +
  • 0
  • 0
  • 0
  • 0

Riccardo Beschi

Riccardo Beschi, nato nel 1991, laureato in fisica e ora docente di matematica e fisica. Tra i fondatori del Fronte della Gioventù Comunista nel 2012, è membro del comitato centrale del Fronte Comunista, nonché segretario della federazione di Roma.

Articoli correlati Altri articoli dell'autore

  • Vita politica internazionale – Trentaduesimo numero
    Vita politica internazionale

    Vita politica internazionale – Trentaduesimo numero

    27/04/2025
    Di Redazione
  • Trump, la svolta protezionista del capitale statunitense e la leggenda dell’Italia “colonia”
    Imperialismo

    Trump, la svolta protezionista del capitale statunitense e la leggenda dell’Italia “colonia”

    29/04/2025
    Di Domenico Cortese
  • ImperialismoPolitica

    Investimenti in crescita e interdipendenza: gli interessi del capitale italiano in Israele

    26/01/2024
    Di Domenico Cortese
  • Strage di Reggio Emilia
    Storia di classe

    A sessant’anni dalla strage di Reggio Emilia

    07/07/2020
    Di Redazione
  • RImozione della statua di Konev
    Notizie dal mondo

    La rimozione della statua di Konev ennesimo atto di anticomunismo e revisionismo storico in Europa

    17/04/2020
    Di Salvatore Vicario
  • Notizie dal mondo

    Le elezioni nell’occupata “Cipro Nord” rafforzano i piani turchi nella competizione nel Mediterraneo orientale

    02/11/2020
    Di Redazione

Ti potrebbe interessare

  • Kostantin Ciolkovskij
    Pillole di storia

    Kostantin Ciolkovskij, pioniere della cosmonautica

  • mario draghi politica padroni
    Politica

    Mario Draghi: la politica dei padroni

  • Come l'imperialismo sta alimentando il conflitto nell'est della Repubblica Democratica del Congo
    Imperialismo

    Come l’imperialismo sta alimentando il conflitto nell’est della Repubblica Democratica del Congo

Leggi anche…

Guerra Libia

Altri 500 soldati italiani nella guerra di spartizione libica

19/05/2020 | By Salvatore Vicario
TKP Turchia - No all_aggressione NATO

Vita politica internazionale – Secondo numero

11/04/2021 | By Redazione
Convogli_militari_nel_Sahel

Al via la missione militare imperialista nel Sahel: il debutto di guerra del governo Draghi

17/03/2021 | By Redazione
Imperialismo Italia ENI

Due nuove missioni militari dell’imperialismo italiano in Africa

13/07/2020 | By Salvatore Vicario

seguici:

  Facebook  Instagram  Twitter

contattaci:

  Contattaci
Quest’opera è distribuita con Licenza Creative Commons Attribuzione 3.0 Italia. Possono dunque esserne ripresi altrove i contenuti: basta citarne la fonte. "L'Ordine Nuovo" è un sito web di informazione indipendente e non rappresenta una testata giornalistica ai sensi della legge 62/2001. Qualora le notizie o le immagini pubblicate violassero eventuali diritti d’autore, basta che ci scriviate e saranno immediatamente rimosse.