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Home›Terza pagina›Pillole di storia›Lo Sputnik 1: l’inizio di una nuova era

Lo Sputnik 1: l’inizio di una nuova era

Di Redazione
27/05/2020
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Replica del satellite Sputnik1 custodito nel museo della Nasa a Washington

Oggi alle 22.30 partirà la capsula sperimentale Space X con a bordo due astronauti, facciamo un passo indietro per capire da dove tutto è cominciato. Il 4 ottobre 1957 il lancio, avvenuto con successo, nell’orbita bassa terrestre del primo satellite artificiale della storia dell’umanità sanciva l’inizio della corsa allo spazio. Dal cosmodromo di Bajkonur, nell’allora RSS Kazaka, il “Compagno di Viaggio” (letteralmente dal russo “Sputnik”) sfuggì all’atmosfera terrestre e mantenne i contatti con la Terra per 21 giorni, inviando quantità di dati enormi e fondamentali per gli studi spaziali sovietici. Due trasmittenti garantivano la comunicazione e permisero, grazie alle frequenze utilizzate ( 20,005 e 40,002 Hertz), agli operatori radio e radioamatori di tutto il globo di accompagnare il viaggio dello Sputnik fino al 26 ottobre 1957 quando, esaurite le tre batterie in zinco e argento, esso perse i contatti con il centro di controllo finendo il 3 gennaio 1958 per bruciare al rientro nell’atmosfera terrestre.

La missione ebbe un successo planetario non solo dal punto di vista scientifico, avendo percorso più di 70 milioni di chilometri e 1440 orbite intorno alla Terra, ma anche culturale e politico: per la prima volta l’uomo inviava una sua creazione ad orbitare attorno al Sole, accompagnando il Pianeta abitato.

Quel risultato era il prodotto degli sforzi e dell’impegno di una società socialista e di uomini capaci e al servizio della comunità: difatti, a guidare il programma spaziale sovietico, vi era Sergej Korolëv, ingegnere visionario e deus ex machina del piccolo satellite. Sua fu l’idea di tentare il lancio di un piccolo satellite, del peso di circa 83 chilogrammi, molto più leggero e con probabilità più alte di successo rispetto al progetto iniziale che prevedeva un vettore dieci volte più pesante e che non avrebbe permesso ai sovietici di raggiungere per primi lo spazio nel 1957.

Tecnico al lavoro sullo Sputnik 1 1957

Tecnico al lavoro sullo Sputnik 1 1957

Il raggiungimento di un obiettivo impensabile fino a pochi anni prima, quando dalle ceneri del programma nazista V2, sia Americani sia Sovietici, si erano imbarcati nella progettazione e nella scienza spaziale, mostrò come l’Unione Sovietica non fosse così antiscientifica e retrograda come veniva dipinta nei paesi del blocco occidentale e come in realtà la ricerca e la pianificazione dell’Urss fosse molto più avanti rispetto agli Stati Uniti, i quali proprio per questo motivo, nel 1958, crearono la NASA.

Mappa del percorso seguito dal satellite durante la missione

Mappa del percorso seguito dal satellite durante la missione

Il successo dello Sputnik 1 fu anche il primo passo che portò l’Unione Sovietica, con uno sviluppo tecnologico e le conoscenze acquisite grazie alla missione, in primis a lanciare il primo essere vivente nello spazio, Laika, alla fine dello stesso anno e successivamente il primo uomo, Jurij Gagarin, nel 1961.

Fonti:

  • Dallo Sputnick allo Shuttle, Umberto Guidoni, 2009, Sellerio Editore

  • Sputnik: The Shock of the Century, Paul Dickson, 2001, Walker Publishing Company

  • http://www.russianspaceweb.com/sputnik_mission.html

Tagcorsa allo spazioera spazialenasasatellite artificialespaziosputnik 1urss
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